La musica è cambiata
- Autore: Roddy Doyle
- Genere: Musica
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2014
La musica è cambiata (Guanda, 2014) è il seguito del romanzo di successo I Commitments, che lo scrittore irlandese Roddy Doyle ci regala dopo circa venticinque anni. Protagonista della storia, che si svolge a Dublino, è sempre l’insuperabile manager della band, Jimmy Rabbitte, che ritroviamo invecchiato, marito, padre di quattro figli e alle prese con una vita quotidiana che dà poche speranze a chi vuole vivere di musica.
Chi ha amato il libro e il film I Commitments, realizzato da Alan Parker (ed io sono tra questi), conosce già la trama: il giovane Jimmy, amante della musica, mette su una band insieme ad alcuni suoi amici, nella periferia nord di Dublino e ne diventa il manager. Il suo intento è diffondere il soul dei neri d’America (indimenticabile, nel film, la versione della celebre canzone di Wilson Pickett, Mustang Sally). La loro intraprendenza in una Dublino resa grigia dalla miseria e dalla recessione dei primi anni novanta portò la band ad un trionfo inatteso. Il gruppo si divise poco dopo i primi successi e da quei giorni sono trascorsi ormai molti anni. Ne La musica è cambiata Jimmy è un cinquantenne con problemi di lavoro, con un rapporto difficile con i figli, con la stessa passione per la musica, ma con delle serie difficoltà di salute. Insieme ad Aoife, sua moglie, ha messo su un’agenzia con l’intento di ritrovare vecchie band e la gente che li amava, i loro fan.
“Che senso di libertà. Rintracciare vecchi gruppi. Seguirli. E Jimmy era bravo a farlo. Quelli che aveva scovato e adottato si erano goduti un po’ la vita. Alcuni erano ancora dei bastardi, non erano cambiati dopo tanti anni, giusto un po’ più sfatti. Ma persino loro erano uno sballo. Jimmy e Aoife tiravano su i figli e facevano i manager di gruppi estinti sul tavolo della cucina, e più o meno una volta la mese lasciavano i bambini e andavano a uno dei loro concerti, al Whelan’s o in qualche altro posto adatto a quelli della loro età.”
Gli piace il suo lavoro, l’ha inventato lui. Ma ora la musica è cambiata. La malattia lo ha aggredito ma non lo ha debilitato. Quando pensava che finalmente c’è l’avrebbe fatta, una bella famiglia, un lavoro che andava a gonfie vele, ecco una nuova crisi economica e una nuova recessione e in più una malattia che se molli sei finito.
“Aveva sempre lavorato per conto suo, venduto quel che c’era da vendere, organizzato concerti, promosso gruppi… aveva venduto le magliette degli Smiths molto prima che gli Smiths capissero che vendere magliette era una buona idea.“
Ma non si arrende il nostro Jimmy: ritrova il suo amico Outpans, chitarrista dei Commitments, che in salute sta messo peggio di lui e la bella Imelda, una delle coriste della vecchia band. In tutti questi anni non è cambiata, è bella come lo era allora, e sente rinascere dentro di lui quell’antico desiderio che lo fa sentire di nuovo vivo. Fra pinte di Guiness, pub e tanta musica, Jimmy con i suoi vecchi amici ritrovati decide di impegnarsi in prima persona in un nuovo progetto musicale per una sua nuova rinascita e punta tutto su una vecchia canzone blues- folk del 1932. Un po’ rinnovata nel ritmo, sarà la canzone con la quale farà partecipare la band di suo figlio maggiore Marvin al prossimo Festival Rock più importante di Irlanda. È convinto che sarà un successo. E mentre le band musicali si alternano per le esibizioni sul palco, una serie di situazioni inimmaginabili e molto divertenti vedranno Jimmy e l’amico Outpan divenire gli unici e spassosi protagonisti del festival.
Roddy Doyle non ci delude mai con le storie che narrano della sua Irlanda. La musica è cambiata è un libro piacevole da leggere sia per chi ama la musica che per chi voglia trascorrere un po’ di tempo in buona compagnia. Un romanzo fitto di dialoghi, come tutti quelli scritti dal nostro scrittore di successo, a volte esilaranti, a volte intensamente malinconici, e con un’incurabile nostalgia della musica dei vecchi tempi.
La musica è una delle poche vie di fuga oltre quella vera, cioè l’emigrazione. È sempre stato così. La musica è la grande via di fuga. Nelle parole e nel ritmo. Ti permette di dire e di fare cose che spesso non sono consentite.
La musica è cambiata
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Grazie per la segnalazione del libro.
Da qualche tempo mi sono persa ....
Grande Roddy Doyle!