La notte dei cadaveri
- Autore: Simon Scarrow
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2023
Europa, gennaio 1940. La Germania nazista è in guerra da settembre contro Francia e Inghilterra e le restrizioni sul carbone si fanno sentire, sebbene le ostilità siano solo dichiarate, ma non ancora divampate.
A Berlino, la casa del dottor Manfred Schmesler è freddissima e il medico indossa spessi guanti nello studio, al lavoro in piena notte su certi incartamenti. La moglie Brigitte è svegliata da un forte scoppio al piano di sotto. Scende e avverte l’odore acre della polvere da sparo combusta. Fogli sparsi dappertutto. La sedia riversa. Un braccio teso. Dita contratte. Poco distante, una pistola.
Da un enigma in un appartamento nell’elegante quartiere residenziale di Pankow, prende il via il thriller storico di Simon Scarrow dal titolo L a notte dei cadaveri, pubblicato da Newton Compton (aprile 2023, Roma, collana Nuova Narrativa Newton, 317 pagine), nella traduzione di Lorena Marrocco dall’originale inglese Dead of night.
Grande esperto di storia romana antica e magnifico narratore di vicende di quell’epoca e dell’età napoleonica, non è nuovo a divagazioni nella narrativa noir, per quanto sempre di ambientazione storica, preferibilmente nel corso del secondo conflitto mondiale. Proprio come questo romanzo, che ci porta in una capitale tedesca ripiombata in un conflitto dopo solo un ventennio.
Omicidio o suicidio, nell’edificio acquistato a prezzo stracciato da una famiglia ebrea in procinto di lasciare la Germania?
È un’altra ebrea, Ruth Frankel, a spingere sul caso l’ispettore Horst Shenke, della Criminalpolizei. Lo impensierisce incontrare in pubblico un’israelita (che ha collaborato con la Kripo nella caccia recente a un assassino di donne), ma è pure scosso nel vederla provata dalla durezza della discriminazione razziale nazista.
Ruth dice di averlo contattato per conto di un’amica, vedova da qualche giorno di un medico delle SS. Il dottor Schmesler era legato alla famiglia ebrea e soprattutto a papà Frankel, molto prima di prendere la tessera del partito e di entrare nelle Schutzstaffeln, per convenienza e per non essere scavalcato nella carriera. Anche se i giornali non hanno pubblicato dettagli, la versione ufficiale parla di suicidio, ma la vedova è certa che non si sarebbe mai ucciso: anche se il lavoro lo metteva sotto pressione, amava troppo la moglie e la vita.
A prima vista, quindi, è apparso un atto volontario e la Polizia d’Ordinanza non ha coinvolto la Kripo. Questo crea imbarazzo a Schenke, che però non vuole deludere Ruth e chiede un paio di giorni prima di rispondere. Il tempo di una ricerca veloce, che conferma i tanti dubbi, alimentati dalla scena del delitto, dall’arma usata e dall’indagine frettolosa della Orpo. Per non dire del laconico referto del medico legale e dello stringato biglietto autografo di addio. Un estremo saluto glaciale. Shmesler si sarebbe tolto la vita perché affetto da un tumore incurabile al cervello, in fase terminale.
Ce n’è abbastanza per forzare la chiusura delle indagini della Orpo e sollevare il caso di sospetto omicidio davanti agli organismi per la Sicurezza dello Stato (Scarrow si disimpegna a suo agio tra le strutture di un apparato poliziesco molto articolato nella Germania hitleriana). Ma il comandante del Distretto conferma il primo rapporto. Suicidio. Caso chiuso.
La chiusura a doppia mandata del caso lo rende ancora più oscuro, è evidente. Intanto, un corrispondente americano, il giornalista Shirer, mette Horst al corrente di una morte sospetta in una clinica di Potzdam.
Un bambino costretto alla sedia a rotelle da una malformazione spinale, ma intelligente e vivace, è morto improvvisamente di polmonite nel sanatorio Schiller. Il corpo è stato subito cremato. Poco dopo, è accaduta la stessa cosa, nello stesso ospedale, a un amico di Paul con qualche ritardo mentale.
Un esame della lista dei ricoveri e dei decessi potrebbe rivelare tanto.
Shenke pensa di fare qualche ricerca preliminare anche in questo caso. In cuor suo, sente che si tratta di una scelta “giusta”, ma non sa se sia “saggia”. Infatti, qualcuno, appartenente a qualcosa, gli consiglia con le cattive di smettere di fare le pulci al suicidio Schmesler, se ci tiene alla vita. “Migliaia di corpi sono già stati sepolti sotto le fondamenta del nuovo ordine”, perché i
superiori dovrebbero occuparsi di uno, due, tre cadaveri in più?
È chiaro, che ai fini narrativi Horst non accetterà affatto il consiglio. E i lettori ringrazieranno.
Nelle ricerche sulla Germania nazista, Scarrow si è imbattuto nel “Programma Aktion T4”, una prova che lo sterminio di massa è stato preceduto da anni di preparazione e ispirato dalle tesi di scienziati a favore dell’eugenetica, l’eliminazione di esseri umani “difettosi”, in modo da contenere l’ereditarietà e “migliorare” l’umanità.
Hitler prese il potere nel 1933 e oltre a cancellare la libertà di stampa, reprimere gli oppositori e cancellare i diritti degli ebrei, diede corso alla sterilizzazione coatta di persone ritenute “degenerate”: rom, prostitute, criminali recidivi, persone di razza mista e anche individui di ogni età con disabilità fisiche e mentali incurabili, improduttivi per il Reich.
Col tempo, una commissione segreta progettò dal 1937 un programma di eutanasia, diffondendo nella popolazione l’idea che la vita dei disabili fosse “indegna di essere vissuta”.
Aktion T4 fu messo in atto dal febbraio 1939, con la consueta pignoleria organizzativa teutonica. In sei anni, addirittura fin oltre la sconfitta, costò la vita a non meno di 200mila minori e adulti.
La notte dei cadaveri
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