La prima chiave di Greta Tedeschi

“I sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre là.”
Jim Morrison

Con questa bellissima frase di un indimenticabile songwriter, Greta Tedeschi ci invita a entrare nel suo mondo fatto di viaggi, incontri, lavoro, affetti, qui narrati in un momento particolare per lei e per tutti noi, il lockdown per la pandemia. La prima chiave (Giraldi, 2021), a cura di Francesco Tosco, è il suo esordio letterario, importante perché con la sua musica ha saputo tracciare il suo percorso di crescita di donna e artista, e rivelare la ricerca di sé stessa.

Greta Tedeschi, una bellissima e affascinante torinese, è una Dj, tra le poche donne in un mondo prettamente maschile, famosa in tutto il mondo, e a causa del Covid, come tanti artisti, si è dovuta fermare con il lavoro. Concerti, tour, serate, tutto annullato in un lungo periodo nel quale quello che più le è mancato sono stati i bagni di folla dai quali traeva energia. Nel momento in cui si è costretti a stare fermi, scrive, si prende fiato, si guarda indietro alla propria vita di corsa, con ostacoli, spesso in salita e a volte in discesa. E ci si accorge di avere il tempo possibile per capire quanta strada si è fatta, rivivendo la propria storia con la propria musica.
La prima chiave è la sua biografia, senza invenzione letteraria. Anzi: i suoi racconti costruiscono un diario intimo, personale, di pensieri, riflessioni, ed esperienze.

“In scrittura questo significa semplicemente che ogni capitolo sarà caratterizzato da un tono e da un ritmo differenti. Questo perché voglio sfruttare l’enorme potere che la musica ha sulla mente umana e sulla memoria, cioè quello di proiettarci dentro un ricordo, o quello di far sorgere un’emozione dimenticata e nascosta nel profondo o indietro nel tempo.”

Ed ecco la chiave di violino, simbolo che apre ogni pentagramma, uno spartito che diviene base per ogni melodia, una delle tante chiavi che fanno parte della sua vita. La chiave musicale sarà il capoverso con il quale l’autrice darà inizio al suo racconto.
Greta è cresciuta con i nonni materni e la madre, una donna forte che non ha avuto paura di mettersi in gioco nel lavoro e che non ha avuto bisogno di nient’altro che delle proprie forze; dedica al padre assente nella sua vita un capitolo del libro per spiegare, forse più a lei che a noi lettori, chi fosse e perché era cresciuta senza averlo accanto.

A diciassette anni è già artista e imprenditrice di sé stessa, una lunga gavetta e poi la vita notturna tra note e luci, impegno, musica, viaggi e poco spazio per altro. In Nepal a Katmandu, una città dalla doppia anima, senza strade asfaltate tra motorini che alzano polvere sfrecciando. E nel Tempio delle Scimmie assorta di fronte al Buddha dalle pupille nere stilizzate che sembravano guardarti dentro. Mumbai tra grattacieli e baraccopoli; Nuova Delhi e la vecchia Saigon in Vietnam con il serio rischio di perdersi nel mercato più grande del paese tra le sue infinite bancarelle. In Ecuador, trentasei ore e tre scali per giungervi e altre ore di macchina per la città costiera di Guayaquil con le sue case tutte colorate, tinte pastello che infondono “allegria al panorama”.

“È questo che mi affascina del viaggiare, in generale: vedere con i propri occhi altri modi di vivere, cambiare punto di vista, imparare e soprattutto smettere di dare per scontato molte cose che ormai sembrano dovute, ma non lo sono affatto.“

E narra delle cassette musicali, i vinili e la radio, di quanto sia cambiato il mondo intorno alla musica e quanto show business ci sia “nell’economia dei numeri”; e del suo rapporto di odio e di amore per i social, dove ognuno mostra ciò che vuole “ma la vita vera è un’altra”. Dalle macerie di un cognome difficile da portare, fino all’ultima chiave quella relativa al suo cuore, Greta ha saputo trasformare in un’opportunità anche il fallimento che va preso, scrive, sempre con il giusto spirito. “In un moto continuo di serrature che scattano”, lei sempre con la paura di aprirsi, solitaria, con il suo gruppo stretto di amici, ha cercato di guardarsi dentro e di andare in fondo a tutto ciò che sentiva mancanza. Da leggere!