La quarta compagna
- Autore: Orsola Severini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fandango Libri
- Anno di pubblicazione: 2024
La casa editrice Fandango pubblica La quarta compagna, romanzo ambientato nel ventesimo secolo della Storia italiana e frutto delle ricerche, della passione e dell’efficace penna di Orsola Severini, insegnante di francese, da sempre appassionata dello scorrere degli eventi nel nostro Paese.
La storia è ispirata, come dice l’autrice stessa, alle vicende di una donna realmente esistita cui lei dà il nome di Adalgisa Castelli, per tutti Ada.
È la stessa protagonista a narrare l’accaduto: ora, nel 1978, è ormai anziana, ha superato gli ottant’anni, vive in compagnia di Ivana, amica di una vita e conserva in anima e corpo ricordi indelebili di tanti accadimenti della sua esistenza.
Le mie mani, grosse e callose non sembrano certo quelle di una pianista. La pelle è rovinata da chiazze rosse e piccole cicatrici bianche, come tanti taglietti. Soprattutto l’anulare sinistro è completamente storto, una frattura mai sanata, rimane sollevato rispetto alle altre dita.
Nata a Milano e cresciuta in una famiglia di credo socialista, Ada abbraccia fin da giovane gli ideali politici comunisti e si dedica con entusiasmo alla propaganda di opuscoli, di manifesti e del giornale l’Unità. Già nel 1926 la sua presenza è scomoda e disturbante per i politici che sostengono Mussolini: dopo una veloce irruzione nella casa di famiglia, la protagonista, che nell’appartamento aveva una cinquantina di copie del giornale comunista, viene ammanettata e condotta al commissariato. Da qui…
Fui caricata su un grande autocarro senza altre spiegazioni. Con me tanti compagni sconosciuti... Ma io avvertivo soprattutto un inconfessabile sollievo. Mi avevano presa. Non dovevo più nascondermi, guardarmi le spalle, cambiare tre volte tram per seminare i fascisti. Vederli dietro ogni sguardo, soppesare ogni mossa e avere la perenne convinzione di aver scritto sulla fronte “comunista”.
Confinata in una piccola e umida cella nel carcere di Bardonecchia, Ada viene sottoposta a serranti interrogatori, viene presa a botte, insultata, torturata, violata nei modi più crudi . Ma lei resiste.
Io non rispondevo ma nella mia testa rispondevo a me stessa “Stai zitta, aggrappati a quel nome, alla tua Tosca”. Finché ho potuto, ho resistito. Non tradire i compagni. Non tradire il Partito.
Coloro i quali lottavano contro il regime di quel tempo cadevano spesso come mosche nelle reti fasciste e questo era avvenuto anche ad Ada la quale aveva già avuto, però, l’occasione di partecipare a importanti riunioni clandestine e poi di conoscere alcuni fra i personaggi di spicco contrari al fascismo. Terracini, Togliatti, Ravera erano riuniti ad Angera, un borgo antico sul lago Maggiore.
Ada si sentiva una di loro:
Ancora oggi io sono una di loro.
Io sono la quarta compagna.
Ada non avrebbe mai detto di quegli incontri e neanche delle altre attività considerate, per l’epoca, sovversive. Non avrebbe ceduto neanche agli inviti del giudice che da lei voleva una lettera formale in cui affermava di non essere veramente comunista e di essersi fatta trascinare in politica da cattive frequentazioni. Questo in cambio della libertà cui Ada volontariamente rinuncia. Dal carcere ecco poi il passaggio ad un altro luogo ancor più sconvolgente: il manicomio.
In quel mondo alla rovescia dove tutto era possibile e niente aveva più senso, Ada stringe nuove amicizie e le sue compagne si rivelano sfortunate come lei ma per nulla matte. Forse, però, il senso della ragione s’era già da anni perso fuori, in quella guerra civile nata dopo le elezioni del 1921 quando il Partito Comunista aveva ottenuto quindici deputati e il Paese era stato scosso da violenti bagni di sangue negli scontri tra squadristi e oppositori.
Eppure il manicomio per quasi una via d’uscita per evitare il carcere fascista ma Ada, nel ricordarlo prova vergogna non tanto per esserci stata quanto per aver evitato in quel modo il Tribunale Speciale. Tre anni d’inferno che però avevano cancellato le colpe di Ada che uscita da quel luogo aveva lavorato per dieci anni come cameriera e in seguito come operaia in una fabbrica di lavorazione della gomma. Lì Ada ritrova l’antico ardore politico e il 1° maggio 1943 improvvisa un comizio e invita le compagne a non lavorare per onorare la Festa dei Lavoratori da anni soppressa dal Fascismo. Questo gesto avrà delle conseguenze, ma Ada si sente ormai rinata:
Il fatto di vivere dopo Tosca, dopo Bardonecchia, dopo il manicomio, mi sembrava un miracolo.
È sopravvissuta a tanti dolori la protagonista perché il primo, il più feroce, la morte della sua bimba Tosca l’aveva temprata a ogni difficoltà, l’aveva resa una guerriera quasi invincibile e le aveva consentito di non rinunciare alle sue idee.
La quarta compagna è una storia in parte vera, una storia di cui l’autrice ha trovato tracce, ma è anche il simbolo della forza femminile, della resilienza al dolore, del coraggio di andare avanti e di rinunciare, per una causa in cui si crede, alla libertà e a una vita tranquilla. Orsola Severini racconta di Ada muovendosi con efficacia tra presente e passato e regala ai lettori uno scritto di pregio per i precisi riferimenti storici misti ad una vicenda tanto umana.
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