La scala di ferro di Georges Simenon

“La scala di ferro” (Adelphi Ed. 2016) (titolo originale L’escalier de fer, traduzione di Laura Frausin Guarino) fu terminato di scrivere dall’autore belga Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989) il 12 maggio 1953 a Shadow Rock Farm, Lakeville (Connecticut), e pubblicato nel Settembre dello scorso anno.
Nella Parigi degli anni Cinquanta, in un anonimo appartamento di boulevard de Clichy, forse viveva un’assassina... Una scala a chiocciola di ferro collegava il negozio di cartoleria di proprietà di Louise Lomel alla camera, dove la donna dormiva insieme al marito Etienne. Ora quest’ultimo si trovava a letto, vittima di una brutta influenza, ma i sintomi che preoccupavano l’uomo erano altri. Da un po’ di tempo infatti all’improvviso il quarantenne (sei anni in meno della moglie), aveva iniziato ad accusare strani malori, quali vampate di calore alla gola, difficoltà a inghiottire, vertigini, aritmia.

“Stranamente non era in grado di ricordare quando aveva cominciato a sentirsi male, forse perché non si era sentito male tutto d’un colpo. Era successo a poco, a poco, insensibilmente”

Etienne all’insaputa di Louise aveva consultato tre medici, l’ultimo, un dottore di avenue des Ternes, scelto a caso in un quartiere non troppo vicino al loro per non rischiare di incontrarlo per caso mentre passeggiava con la moglie, gli aveva consigliato di annotare le date delle crisi e “tutto quello che è successo prima”. Una serie di comportamenti reticenti e ambigui di Louise aveva convinto Etienne che sua moglie stesse cercando di avvelenarlo lentamente. Ecco allora che l’uomo aveva iniziato a spiare la sua consorte, a scrivere e poi a nascondere nei libri biglietti dove annotava il cibo che aveva mangiato e Louise no.

“Martedì. Crisi alle 2,50. Durata 35 minuti. Colica. A pranzo mangiato purè di patate”

Ma per quale motivo Louise avrebbe dovuto uccidere Etienne? Non erano una coppia felice, fin troppo unita? Sedici anni insieme senza frequentare nessuno se non il giovedì sera i Leduc, Mariette e Arthur, vecchi amici di Louise. La passione tra Etienne e Louise si manifestava a letto, nei loro amplessi focosi consumati in quella camera che era il loro mondo, là sopra la vecchia cartoleria aperta dal padre di Louise che conservava ancora la vecchia scritta “Papeterie Evariste Birard”. Dopo l’amore, la coppia osservava le luci del Luna Park di fronte all’abitazione che si rincorrevano sulle pareti. Questa apparente felicità era ormai minata da un dubbio che nasceva dal passato. Una mattina di sedici anni prima Etienne, allora rappresentante delle Papeteries du Sud-Ouest, era entrato nel negozio di boulevard de Clichy reggendo una pesante cartella con l’umiltà e la deferente cortesia di un postulante. Qui era stato accolto dalla proprietaria, una giovane donna vestita di nero, l’allora trentenne Louise. Un mese dopo il loro primo incontro, Etienne aveva preso selvaggiamente, quasi dolorosamente, sul letto del primo piano, Madame Gatin, mentre l’ignaro marito si trovava di sotto. Pochi mesi dopo Louise era rimasta vedova in seguito a una breve quanto misteriosa malattia del primo marito. Forse ora la storia si stava ripetendo, Louise aveva un altro amante, anche questo più giovane di lei. Ecco perché intendeva sbarazzarsi di Etienne. Il tarlo del sospetto sconvolgeva Lomel.

“Era come se avesse paura di ritrovarsi faccia a faccia con la realtà”

Un noir claustrofobico che cattura fino all’ultima riga, un nuovo imperdibile romanzo del prolifico Simenon, nel quale il sesso, che fu l’ossessione di una vita dell’autore, diventa il punto focale dove un uomo pavido e una (forse) dark lady si fronteggiano.

“Abbiamo fatto di tutto perché i nostri due corpi non fossero che un corpo solo, perché la tua saliva fosse la mia, perché il tuo odore e il mio odore fosse il nostro odore”