La stagione del sangue
- Autore: Samuel Bjork
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2016
Mia ha una farfallina tatuata sul fianco, ma non è Belen. Mia Kruger, Mia “Raggio di luna”. È norvegese, nata nel 1984, di corporatura magrissima, capelli lunghi neri, occhi azzurri. E deve tutto a Samuel Bjork o, meglio, a Frode Sander Oien, l’artista, cantautore, drammaturgo e pittore che firma con lo pseudonimo S. Bjork i romanzi di Holger Munch e Mia, appunto. Per chi sarà sopravvissuto a questa lunga sfilza di nomi, ecco il nuovo thriller, “La stagione del sangue”, in libreria da fine aprile, per i tipi Longanesi (pp. 208, euro 18,00).
Mia e Frode, dunque, ma soprattutto Mia e Holger.
Holger Munch, polizia norvegese, detective della omicidi, 53 anni, gran fumatore, sovrappeso, poco dinamico fisicamente ma molto elastico mentalmente. Un cervello.
Mia Kruger, single, turbata, segnata nel corpo, segaligna, con una forte dipendenza da alcool, psicofarmaci, eccetera. Nervosa, scattante, portata all’azione più che al ragionamento.
Due opposti che, manco a dirlo, si attraggono. Due soggetti perfettamente complementari, affiatati e capaci di dare il meglio in coppia. Insieme hanno una marcia in più e Munch lo fa presente ai superiori, che hanno sospeso Mia per il suo disordine mentale. Quella ragazza ha qualcosa di speciale, va reintegrata in servizio, devono agire di nuovo insieme.
Il caso. C’è qualcosa in mezzo alla radura, un corpo nudo bianco, livido. Una ragazza morta. Un’adolescente, sedici, diciassette anni. Intorno a lei piume e candele, disposte come un simbolo, una specie di costellazione. E qualcuno le ha lasciato un fiore in bocca, un giglio bianco. Il volto ha un’espressione terrorizzata. Gli occhi spalancati. Il corpo torto in una posizione strana, una mano sollevata verso l’alto, l’altra lungo il fianco. Secondo il medico legale è stata strangolata, probabilmente sul posto, poi sistemata con un macabro allestimento. Piume. Candele. Parrucca. Un tatuaggio: una testa di cavallo con sotto le lettere A e F. Tutto ruota intorno a come il cadavere è stato posizionato. Sembra una messa in scena Sembrerebbe una specie di rituale. Perfino i poliziotti più scafati sembrano scossi.
“È certamente un bastardo malato, questo”
si dicono, pensando all’assassino.
La vittima viene identificata, sia pure con qualche difficoltà. Orfana. Nata nel 1995. Occhi verdi. Capelli chiari lunghi fino alle spalle. Statura un metro e sessantotto. Peso settanta chili circa, sorprendente perchè il corpo ritrovato è magrissimo, ma è certamente lei, corrisponde ogni cosa, il tatuaggio e tutto il resto. La scomparsa è stata denunciata tre mesi prima dalla direttrice di un vivaio. Il fatto strano, è che la stessa Helene Eriksen a quanto pare ha ritirato la denuncia qualche giorno più tardi. È questo che ha ostacolato le ricerche nel registro degli scomparsi.
Non ha detto di averla ritrovata. Semplicemente ha ritirato la denuncia.
Le indagini accertano che il Vivaio Hurumlandet è un posto per ragazzi in
difficoltà. È privato, fondato dalla stessa Eriksen, ma riceve sovvenzioni dallo Stato ed è collegato ad altri soggetti, come l’Ente per i disturbi alimentari, il servizio psico-pedagogico e l’ospedale psichiatrico di Dikemark.
Il referto autoptico indica che nello stomaco della ragazza c’è del mangime. Croccantini. Mia sobbalza quando Munch la informa, cercando di appassionarla al caso. Poi torna assente, sprofondata in se stessa, come tante volte
in passato. Certo che Holger dovrà sudare per convincere lo psicologo della polizia che la Kruger non è instabile e inabile al servizio.
Prima però la giovane agente ha dato un’indicazione utile: la posizione del cadavere e degli oggetti fa pensare ad una stella a cinque punte, un pentacolo, un simbolo magico molto conosciuto. La porta del buio, il diavolo. Occultismo. Satanismo. Una ragazza, completamente nuda, su un letto di piume all’interno di un pentagono di candele e non c’è segno di aggressione sessuale. Preparata ed esposta perchè venisse trovata. E non è stata abusata: simboleggia il sacrificio di una vergine.
La vicenda entra nel vivo e Miriam, ragazza madre e figlia con cui il detective vive un rapporto complesso, finisce in pericolo, con la sua bimba di sei anni.
Si va verso nuovi scenari: un altare rituale sul luogo dei sacrifici in una radura. Una figura piumata che punta una pistola e fa fuoco.
E Mia, che spara, ancora una volta.
La stagione del sangue: La Squadra Omicidi di Oslo
Amazon.it: 9,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La stagione del sangue
Lascia il tuo commento