La villa della lavanda di Fiona McIntosh

La villa della lavanda (Newton Compton 2023, titolo originale The Lavender Keeper, traduzione di Marta Lanfranco) di Fiona McIntosh, scrittrice nata a Brighton nel 1960 e residente in Australia, nel 2012.
Sono i seducenti e affascinanti colori lilla e viola intenso della lavanda, con il suo inebriante profumo, che fiorisce tra la metà di giugno e la fine di agosto in Provenza, nel Sud della Francia, il fil rouge di questo coinvolgente romanzo, scritto da un’autrice di bestseller internazionali.

Anche quando il mondo sembra impazzito, e viene sconvolto da una guerra mondiale, i campi di lavanda, disseminati tra dolci colline, dominate da casali, vigneti, uliveti e antichi monasteri, stanno lì a ricordare all’uomo, la bellezza, la pace e la speranza. Perché un giorno non lontano, le armi e le bombe taceranno, smettendo di seminare panico, morte e distruzione.

In quell’inizio di estate del 1942, Luc Bonet, appartenente a una facoltosa famiglia ebraica che a Saignon coltivava la lavanda da generazioni, amava il modo in cui la luce dell’estate, poco prima del tramonto, tingeva i campi di lavanda. Le siepi si accendevano fino a diventare come tanti smeraldi incandescenti e, in seguito, sentinelle scure, mentre i sentieri lastricati tra i cumuli di fiori viola si trasformavano in macchie d’ombra. Le spighe di lavanda, così dritte e alte, riuscivano sempre a ipnotizzarlo.
Quella per la lavanda, era una vera e propria passione per Luc, che da neonato era stato adottato da Jacob e Golda Bonet e amava i suoi genitori adottivi, nonna Ida, così come le sue tre sorelle dai capelli scuri Sarah, Rachel e Gitel. Mentre Jacob, che aveva iniziato come coltivatore di lavanda, era stato un uomo d’affari per tutta la sua vita, Luc aveva una profonda affinità con la terra, con quella pittoresca valle profumata di lavanda, ma anche di timo, rosmarino e menta. La lavanda era stata alla base della ricchezza della famiglia Bonet e Jacob aveva sfruttato la sua eredità e i suoi risparmi con abilità e audacia. All’età di Luc si occupava già di altro e aveva lasciato la gestione dei campi a degli uomini di fiducia. Avrebbe potuto venderli, ma Jacob era un sentimentale, perciò li aveva tenuti. E Luc era felice che lo avesse fatto, anche perché grazie all’industria dei profumi in espansione, ultimamente la lavanda era diventata molto redditizia. Jacob invece si occupava di contabilità e investimenti, non si sporcava le mani con la terra.
Adesso però la famiglia Bonet, che finora era vissuta a Parigi, si trovava in pericolo, oltre a dover indossare sui vestiti un pezzo di stoffa gialla a forma di stella con incisa la parola “Juif”, i nazisti, che avevano occupato Parigi ormai da due anni, avevano il registro completo degli ebrei di Parigi e di tutta la Francia. Ma il peggio stava per arrivare, la vita di Luc e della famiglia Bonet stava per cambiare per sempre.

“Ora ci confiscano le case come se fosse un atto del tutto normale. Rastrellano intere famiglie. Le deportano”.

Questa avvincente storia, ambientata durante la Seconda guerra mondiale, contiene una serie di istantanee dell’epoca presa in esame dall’autrice, che si è documentata leggendo articoli, libri e visionando svariati documentari e si è recata in Provenza, a Saignon, e le ha ricostruite perfettamente.
Il risultato è un romanzo assolutamente convincente, da leggere avidamente aspettando il seguito, perché Fiona McIntosh ha appena terminato di scrivere il secondo libro, dedicato alle avventure di Luc Bonet e di Lisette Forestier, che combattono la furia nazista per restituire alle future generazioni un mondo migliore.

“Erano ebrei. Sono stati deportati l’anno scorso. È stato terribile. Erano delle brave persone, avevano vissuto qui tutta la loro vita. Probabilmente li hanno rinchiusi in un campo di prigionia”.