La violenza
- Autore: Marise Ferro
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2022
Elliot riedita nella Collana “Scatti” La violenza (2022, Introduzione di Francesca Sensini) di Marise Ferro, pseudonimo di Maria Luisa Ferro (Ventimiglia, 21 giugno 1905 – Sestri Levante, 2 ottobre 1991), pubblicato nel 1967 dalla scrittrice, giornalista, saggista e traduttrice, moglie in prime nozze dello scrittore Guido Piovene e in seconde nozze del critico letterario Carlo Bo, della quale la casa editrice romana ha recentemente editato La ragazza in giardino.
Incominciò così: eravamo a tavola, alla frutta, il momento che mio padre sceglieva per dare ordini o imporre cose sgradevoli.
Da che mondo è mondo esistono due tipi di violenza: quella fisica, odiosissima e vigliacca, e quella psicologica, non meno odiosa, perpetrata da chi è forte con i deboli e debole con i forti ai danni di chi non sa difendersi.
Piero Orengo, il padre della protagonista di questo romanzo scritto quasi cinquant’anni fa, ma sempre attuale, è il perfetto prototipo dell’uomo violento. Ricco armatore di mezza età, attraente e in apparenza molto sicuro di sé, Orengo esercita il proprio ruolo di ras in una splendida villa con giardino nell’estremo Ponente ligure, che fa da contrasto con l’ambiente ostile e difficile che si respira in casa.
L’armatore ha sposato Clara, di estrazione sociale più umile, che vive alle dipendenze del marito sul piano economico e morale. Spettatrice e io narrante del romanzo è Antonia la loro figlia diciannovenne, vissuta sempre solitaria, senza amici della sua età, costretta all’ignoranza, alla pigrizia dalla volontà paterna, la quale osserva e giudica con sguardo implacabile non solo chi l’ha generata ma anche la corte di “amici insipienti” del genitore.
Tra loro, Marina Viale, una bella vedova, amante dell’odiato padre, che abita con la cognata Augusta, in una suggestiva villa a strapiombo sul mare. Tra Marina, Augusta e Antonia, in quella estate degli Anni Sessanta, si forma un legame intenso, destinato a durare, nonostante le circostanze avverse.
Marina è una donna educata e fine, ti piacerà.
Scrittrice appassionata e originale, giornalista e traduttrice di talento, poco amante della mondanità, dimenticata in morte e riscoperta solo da qualche anno, Marise Ferro possiede una scrittura raffinata e altamente descrittiva.
Il lettore si perde nella descrizione del paesaggio selvaggio dell’estremo Ponente ligure, terra natale dell’autrice (la futura scrittrice trascorse l’infanzia e l’adolescenza a Ventimiglia, cittadina di frontiera, al confine tra Liguria e la Costa Azzurra in una villa con giardino sulla spiaggia dell’Asse, di proprietà dei nonni materni), location di molte sue narrazioni, luogo mitico al quale tornare spesso con il pensiero e con la penna.
In questa storia di formazione al femminile, Antonia, stretta tra un padre despota con tutti i difetti tipici: stupidaggine, salti d’umore, insensibilità, amore cieco di sé stesso e il viso avvilito della madre, vive male, col disagio continuo di sentirsi incapace di accettare gli uomini e le loro azioni.
A motivo di ciò, la ragazza quasi fugge, ma con l’insolito benestare paterno, dalla paura dell’irragionevolezza e del sopruso. E sarà la sua salvezza.
La stagione non era ancora fredda benché si avvicinasse l’inverno, l’aria era detersa, le luci dure e pure.
La violenza
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