Le dodici domande
- Autore: Vikas Swarup
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
Si chiama Ram Mohammad Thomas: ha un nome indù, uno musulmano ed uno cristiano. Il suo terzo nome lo deve ad un prete che l’ha accolto con sè quando i suoi genitori adottivi, dopo averlo strappato pochi giorni prima all’orfanotrofio in cui viveva, lo hanno rifiutato. Gli altri due nomi li deve a due rappresentanti di altre comunità religiose, che hanno protestato affinché venisse applicata la “par condicio”. Ma avere tre nomi come questi può essere comodo nell’India contemporanea: si può usare ora l’uno, ora l’altro, secondo chi si ha davanti al momento, per eliminare l’ostacolo di una diversa religione e tirarsi fuori dai guai.
E di guai Ram, nella sua breve vita, ne ha passati tanti, ma in questo momento sta passando il peggiore di tutti: si trova in prigione, con l’accusa di avere imbrogliato gli organizzatori di un quiz televisivo. Com’è infatti possibile che lui, un semplice cameriere appena diciottenne, abbia saputo rispondere senza esitazioni a tutte le dodici domande di “VVUM”, la versione indiana di “Chi vuol essere milionario”, vincendo così un miliardo di rupie? In realtà gli organizzatori non hanno idea di come il ragazzo possa aver barato, ma sborsare una cifra del genere all’inizio del quiz non rientrava nei loro piani. Sperano quindi, d’accordo con la Polizia, di estorcere a Ram, per mezzo di torture, una confessione anche falsa per togliersi da questo impiccio.
Ma proprio quando sembra che Ram possa capitolare, fa irruzione una giovane donna, che si presenta come Smita Shah e dice di essere l’avvocato di Ram. Con una decisione ed una competenza da stupire tutti, pretende l’immediata liberazione del ragazzo sciorinando tutti gli articoli di legge che la Polizia sta contravvenendo in quel momento, e minacciando denunce. Ram è momentaneamente libero, ma questo non potrà impedire il processo che è già stato istituito a suo carico. Per questo Smita avvisa il ragazzo che avrà bisogno della sua massima collaborazione: quella notte, a casa sua, rivedranno tutta la registrazione del quiz, compresi i fuori onda, e Ram dovrà spiegare, domanda per domanda, com’è riuscito a dare la risposta.
Inizia così il racconto di un ragazzo diciottenne che, in quanto ad esperienze, potrebbe superare un ottantenne. Gli avvenimenti narrati da Ram, chiaramente, non seguono un ordine cronologico, ma vengono via via ricordati in modo funzionale alle varie domande. Il tutto richiede una particolare attenzione da parte del lettore che viene proiettato in una sorta di flashback continuo, andando avanti e indietro nel tempo seguendo il racconto di Ram fino al punto in cui un’esperienza, un ricordo, una frase sentita casualmente, ma che gli è rimasta impressa nella memoria, gli hanno preparato la risposta giusta. Non è lo studio che ha fornito le risposte a Ram, ma l’esperienza.
Quante e quali esperienze può avere un ragazzo di diciott’anni? Se si parla di un orfano che vive in India, innumerevoli e di tutti i tipi. Ram durante la sua vita è stato adottato, rifiutato, nuovamente adottato, ha cambiato varie volte città e lavoro, ha visto la ricchezza di coloro per cui lavorava e la povertà dei suoi amici, la disperazione di chi ha avuto tutto ed è ormai finito e quella di chi non ha mai avuto niente e non può permettersi neanche una medicina, ha sperimentato l’amore più forte e l’odio per chi esercita soprusi, ha assistito ad omicidi e suicidi. Lui stesso si è trovato in situazioni nelle quali non aveva scelta: uccidere il prevaricatore o soccombere. Situazioni che Ram ha semplicemente accettato come parte di un destino ineluttabile, senza alcun compiacimento e senza disperazione, fuggendo subito dopo e cambiando completamente città e vita.
Ram è fondamentalmente una persona onesta e buona, e solo la disperazione peggiore l’ha portato, raramente, a compiere degli illeciti, per proteggere se stesso o le persone che amava. Ma, beffa del destino, in prigione l’ha portato la peggiore delle trasgressioni: credere di poter valicare quel muro invisibile ma insormontabile che separa i poveri dai ricchi.
Ma è proprio così? Un finale ricco di colpi di scena e di rivelazioni ci dirà se Ram riuscirà tutto sommato a valicare questo muro. Sarà un lieto fine, ma per una volta non si tratterà di un finale affrettato e mieloso, di quelli che riescono a vanificare in due righe un buon romanzo. Anzi, il concatenarsi degli eventi nelle ultime pagine lascerà senza fiato.
Romanzo curioso, in bilico fra la leggerezza ed il dramma, fra il comico ed il thriller. In ogni capitolo, la drammaticità del racconto di Ram verrà alla fine stemperata dall’ambiente frivolo e patinato dello studio televisivo. L’originale idea di base, la struttura a dodici domande, è stata ben sfruttata per descrivere i contrasti di un’India divisa fra povertà più nera e fasti scintillanti riservati ai privilegiati, il tutto affrontato con una leggerezza che, se in certi punti (come nel caso degli omicidi) può superficialmente apparire eccessiva, servirà alla fine a farci capire che niente è mai come sembra...
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Le dodici domande
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