Le origini del fascismo. Nei vizi antichi della classe dirigente italiana
- Autore: Paolo Alatri
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Paolo Alatri è stato un accademico e un politico vissuto tra la fine della Prima guerra mondiale e la metà degli anni Novanta.
Aderì all’inizio al Partito D’Azione per poi passare nelle file del Pci, diventandone anche deputato alla camera dal 1963 al 1968.
Le origini del fascismo, uscito nel 1971, è stato più volte ristampato fino ad arrivare alla presente edizione, pubblicata da Res Gestae.
Nascita, sviluppo e affermazione del regime di Mussolini vengono raccontati da una specola di taglio marxista, mantenendo comunque rigore storico e distacco analitico, seppur critico, ineccepibili, da autentico studioso.
L’avvento del Fascismo richiama alcuni aspetti sociali e politici dei nostri giorni.
La crisi economica di allora conseguente alla Grande guerra appena terminata, la prima combattuta a livello mondiale; l’inettitudine, la debolezza, la corruzione dilagante di una classe politica legata ancora alla tradizione liberale, inadeguata ad affrontare la crisi; le manifestazioni di malessere sociale, la disoccupazione, i frequenti scioperi, la sempre più diffusa povertà, la ribellione delle classi lavoratrici fomentata da socialisti e comunisti agli inizi degli anni Venti.
Benito Mussolini seppe cavalcare il dilagante disagio sociale di una generazione, in particolare di coloro che, tornati dal fronte, non erano più capaci di integrarsi nella società. Forte poi era la richiesta di ordine e sicurezza da parte di industriali e agrari: insomma, c’era bisogno di rimettere in piedi il Paese e di qualcuno che si dimostrasse all’altezza di farlo. Ecco, quindi, svilupparsi un movimento – destinato ben presto a trasformarsi in partito unico - costituito da agitatori, sbandati e violenti attraverso cui l’ex maestro elementare di Predappio giunse a prendere le redini del potere, grazie appunto alla debolezza di una classe politica bolsa, e grazie anche alla malcelata simpatia di buona parte delle forze dell’ordine e all’appoggio di Vittorio Emanuele III. I fascisti presentarono se stessi come gli unici in grado di assicurare l’ordine, la pace sociale, la ripresa economica, un ruolo di maggior peso sullo scenario internazionale.
Carisma, istrionismo, slogan, frasi ad effetto furono le armi di cui il Duce si avvalse per conquistare il governo, tutti elementi che, con forme differenti, ricordano qualcosa nell’Italia del XXI secolo.
Certo, non si usano più manganello e olio di ricino, viviamo in una democrazia consolidata. Tuttavia, alcune analogie tra passato e presente si possono sempre scovare, e qualche aspirante ducetto, anche nel teatrino politico odierno, potrebbe essere dietro l’angolo.
La Storia insegna che nei momenti di crisi, l’italiano si affida a chi mostra decisionismo e risolutezza. Siamo un popolo bisognoso all’occorrenza del polso fermo, se non del pugno duro. Poi non appena chi arriva a guidarci cade in disgrazia, non ha importanza perché alla prima occasione salire sul carro del vincitore è uno dei nostri sport nazionali preferiti.
Questo di Paolo Alatri è un gran bel libro di storia, significativo per farci capire chi eravamo ieri e che cosa siamo adesso.
Le origini del fascismo. Nei vizi antichi della classe dirigente italiana, denso e corposo, si chiude con il tratteggio di tre figure importanti: Vittorio Emanuele Orlando, Antonio Salandra, Luigi Albertini.
Le origini del fascismo. Nei vizi antichi della classe dirigente italiana
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