Le origini del potere. La saga di Giulio II, il papa guerriero di Alessandra Selmi

Le origini del potere. La saga di Giulio II, il papa guerriero (Nord 2020) è il primo romanzo storico di Alessandra Selmi dedicato alla vita di Giulio II, nato Giuliano della Rovere (Albisola, 5 dicembre 1443 – Roma, 21 febbraio 1513), 216º papa della Chiesa cattolica dal 1503 alla sua morte. L’autrice è titolare dell’agenzia letteraria “Lorem Ipsum”, dove si occupa di scouting e editing, tiene una rubrica di critica letteraria sul “Cittadino di Monza e Brianza”, oltre a insegnare Scrittura editoriale nei master dell’Università Cattolica di Milano.

“Il frate strascicava i piedi calzati nei sandali sollevando nuvole di polvere. Camminava da più di un’ora ormai, dopo che il carro lo aveva lasciato fuori dalla città”.

Roma, agosto 1471.
Giuliano aveva camminato per un bel pezzo, sembrava che Dio avesse voluto mettere a dura prova la sua perseveranza. Poi, all’improvviso, dalla vegetazione erano comparse le prime rovine e subito quelle che dovevano essere le mura aureliane. Ecco Roma, finalmente. In tanti gliel’avevano descritta, se l’era immaginata a lungo, ma nemmeno nei sogni più arditi di Giuliano della Rovere la Città eterna appariva tanto grandiosa e stordente. Sebbene fosse ormai ridotto a una cava di pietra, il Colosseo dominava con la sua inconfondibile mole il paesaggio circostante. Un gruppo di pecore dominavano l’erba secca, incuranti di quel giovane frate che avanzava con il naso all’insù, sedotto dalla forza che quei resti abbandonati ancora evocavano. Giuliano non vedeva anima viva in giro, la grandiosa Roma assomigliava a una città deserta, dominata dagli spettri. Quando ormai il frate era certo di essersi smarrito, una frotta di bambini apparve correndo. Giuliano, offerto un pezzo di pane a uno di questi, si era fatto condurre al borgo di San Pietro, poi, una volta rimasto solo, seguendo le Mura Leonine, il fraticello, che aveva lasciato i suoi confratelli nel convento di Perugia, era giunto alla meta.

“Ecco il Vaticano, finalmente!”.

Nel cielo azzurro d’agosto svettavano archi e colonne di marmo, antiche rovine e palazzi signorili. E poco più a settentrione, inconfondibile, “come gliela avevano descritta, come l’aveva sempre sognata”, la basilica di San Pietro. Quel giorno sarebbe stato incoronato nuovo pontefice Sisto IV, che altri non era che Francesco della Rovere, lo zio paterno di Giuliano, figlio di Raffaello della Rovere e di Teodora di Giovanni Manirola, di origini greche. Quel semplice frate non poteva immaginare che proprio quel giorno sarebbero state poste le basi del suo futuro potere, l’arrivo nell’Urbe si sarebbe rivelato nodale per quell’uomo che lì nella Città Eterna avrebbe forgiato il proprio destino: diventare uno dei più noti pontefici del Rinascimento.

Noto come “il Papa guerriero” o “il Papa terribile”, ricordato come fondatore dei Musei Vaticani, Giulio II è un personaggio straordinario che ha lasciato un’orma indelebile nella Storia. Celebre il ritratto che fece di questo illustre pontefice Raffaello, quando Giulio II era al tramonto della sua esistenza. Nel dipinto a olio su tavola (1511) conservato presso la National Gallery di Londra, l’anziano papa sembra essere perso nei propri pensieri. Chissà, forse mentre Raffaello ritraeva le sue sembianze, ripensava alla sua ambizione, causa primaria della sua scalata nell’insidiosa curia romana. La passione per Lucrezia Normanni, che gli aveva dato una figlia, i tradimenti dei suoi stessi parenti, i Riario, le lotte intestine con il cardinale Rodrigo Borgia, suo storico avversario, l’amore per la guerra e per il mestiere delle armi, avendo sempre in testa il sogno più grande da realizzare: diventare papa alla morte di suo zio Sisto IV. Ma occorre aspettare ancora per conquistare quel tanto agognato potere assoluto, stella polare di Giuliano. Ed è proprio la sfrenata e bruciante ambizione di Giuliano della Rovere che la brava autrice sa cogliere alla perfezione.