Le ragazze segrete di Kabul
- Autore: Jenny Nordberg
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2014
In una società come quella afgana, dove la donna ha un ruolo completamente sottomesso all’uomo, che viene mantenuto come tale millantando che "così voglia la religione" senza che tutto ciò abbia alcun fondamento, ma anche senza che nessuno abbia il coraggio di confutare queste teorie o di ribellarsi a esse, l’unica speranza, per una donna, di ottenere una certa libertà è quella di diventare un uomo.
Ovviamente, non si parla di chirurgia, cosa che non sarebbe neppure concepita in un Paese del genere: si parla di figlie femmine arrivate dopo due o tre sorelle in famiglie senza maschi, che vengono, sin dal momento della loro nascita, presentate al mondo come maschi, vestite e abituate a vivere come tali. Ovviamente, il mondo capisce, ma tace e avalla. "Le ragazze segrete di Kabul" ci racconta proprio il viaggio di Jenny Nordberg in questo mondo.
Perché avviene questo? Perché si ritiene che una famiglia senza figli maschi sia a tal punto una disgrazia da dare licenza ai genitori di "inventarsene" uno. Non solo una donna che non partorisce un maschio è un’incapace, in quanto si ritiene che sia nelle sue possibilità semplicemente "decidere" il sesso del nascituro, ma molte sorelle senza fratello non avranno protezione, e così la madre se dovesse rimanere vedova. Inoltre, si ritiene (evidentemente in palese contrasto con quanto affermato prima sulla "decisione" della madre) che una "bacha posh", cioè una figlia vestita da maschio, porti fortuna e operi una sorta di "magia" per favorire la nascita, dopo di lei, di un maschietto. E così, diverse ragazze afghane crescono con capelli corti e pantaloni, fra scorribande con i maschi e precedenza assoluta nell’essere servite a tavola. Assaporano, insomma, quello che alle altre ragazze è proibito: la libertà.
I problemi iniziano quando queste ragazze, arrivata quella che per loro viene considerata l’età da marito, sono costrette a rientrare nel loro ruolo femminile. Ci sono quelle che si rassegnano, consce com’erano, sin dall’inizio, che quello sarebbe stato il loro destino. Ci sono quelle che mal si adattano alla loro nuova condizione, e magari si convincono di essere ormai "donne a metà", inadatte a quella che dovrebbe essere la loro vera natura. Poi ci sono quelle che si ribellano, che rifiutano il loro ruolo e perfino il loro essere donne, poiché quello è l’unico modo che hanno per sopravvivere in un contesto come quello afghano. Quanto ai genitori, ce ne sono di illuminati, che capiscono di non poterle far tornare indietro, visto e considerato che sono stati loro a imporre a quelle ragazze quel modello di vita, ma ci sono anche quelli, più numerosi, che impongono loro di rientrare nei ranghi.
Questo libro-inchiesta di Jenny Nordberg, giornalista svedese che si è recata di persona in Afghanistan per conoscere dall’interno la vita delle "bacha posh", fa luce su di un fenomeno ancora scarsamente conosciuto, eppure vecchio di secoli. Attraverso le lunghe conversazioni con Azita e la figlia Mehran, con Zahra, Shukria e Shaded, la Nordberg svela un mondo segreto ed estremamente sfaccettato, con la pazienza di chi mette insieme i pezzi di un mosaico, la curiosità e l’empatia di chi vuole comprendere e l’impotenza di chi sa che non potrà mai farlo fino in fondo.
Setareh, la sua guida, è l’unico personaggio inventato, e si sente, in quanto racchiude in se le peculiarità di tutte le guide che l’hanno accompagnata nella sua avventura, e che hanno voluto restare anonime. Ne esce un saggio di grande interesse ma per niente pesante, che farà appassionare e riflettere il lettore.
Le ragazze segrete di Kabul
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