Le società segrete in Cina (1840-1911)
- Autore: Fei-ling Davis
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
“I funzionari derivano il loro potere dalle leggi, il popolo dalle società segrete.” (Pag. 223)
La Cina non ha ancora trovato una definizione ai tanti problemi di una popolazione che, nel luglio 2014, ha raggiunto oltre 1 miliardo e 300 milioni di abitanti. La storia cinese è costellata da momenti violenti, infausti, dittature, assassini, stragi, ma i cinesi sono stati capaci di costruire una propria identità, una cultura, una tradizione, fondati su tre pilastri: confucianesimo, taoismo e buddismo.
Le istituzioni dell’Impero cinese sono state decisive alla propria sopravvivenza secolare, aiutate da una burocrazia confuciana legata alla teoria dell’uomo virtuoso grazie allo studio e basata su esami severi con una selezione inflessibile.
Parallelamente a questa forza conservatrice, hanno camminato, sempre all’interno della società, movimenti, organizzazioni, gruppi di persone, apparentemente minori ma capaci di influenzare le questioni politiche cinesi.
Nel profondo dell’imperiale Città Proibita gli eunuchi, entrati per gestire gli affari privati dell’Imperatore e della sua famiglia, acquisiranno sempre più potere, influenzando l’Imperatore nelle sue scelte.
Fuori dai palazzi di governo hanno invece agito le potenti società segrete cinesi, le quali energicamente operarono nello storico ribaltamento politico del secolo scorso.
Queste associazioni sono state studiate da Fei-ling Davis in "Le società segrete in Cina (1840-1911)" (Einaudi, Torino, 1971).
Una situazione politica molto conservatrice era aiutata nel mantenimento dello status quo da una burocrazia dotata e disciplinata. Era guidata da un’ideologia confuciana e dai suoi maestri; con tale forza era irrealizzabile la modifica delle classi sociali cinesi.
Le regole di partecipazione allo stato e la possibilità di inserirsi nei ceti superiori erano difficili.
Ma una piccola borghesia antiburocratica stava nascendo e si scontrava contro l’autoritarismo statale.
- Società segrete
La prima parte del libro analizza le caratteristiche generiche delle società segrete di tutto il mondo. Un fenomeno non è soltanto cinese ma conosciuto anche nel mondo occidentale, basti pensare alla massoneria.
Una società segreta risponde a dei requisiti comuni in tutto il mondo: l’associazione deve essere volontaria, solo i membri comprendono le regole esclusive, deve essere segreta e il mistero mantenuto a tutti i costi, i membri devono agire insieme, la società segreta appartiene al mondo in cui è circondata.
Quelle cinesi rispondono a queste caratteristiche, perciò l’autrice è stata in grado di inserirle in uno studio molto più diffuso e particolareggiato.
- Le società segrete cinesi
La Cina era una nazione chiusa, non aveva bisogno di conquiste e di nuovi spazi, si poteva considerare una società autosufficiente. Gli influssi dall’esterno erano minimi e relegati. Un’influenza limitata arrivò forse dal cristianesimo, con l’arrivo di Matteo Ricci nel 1601 in Cina, il primo occidentale a presentarsi nella Città Proibita, benvoluto e accettato dalla corte.
L’isolamento fu minato nell’Ottocento. La Gran Bretagna era, tramite la Compagnia delle Indie, il maggiore produttore di oppio, e la Cina era il mercato più vasto ma la diffusione provocava delle grandi tragedie sociali. La Cina si oppose alla vendita nel proprio paese, causando, tra il 1839 e il 1841, la reazione degli inglesi i quali scatenarono una guerra conclusa con l’imposizione di acquistare droga. La sconfitta travolse la struttura dell’Impero. La vittoria anglosassone minò il senso di sicurezza della Cina: era minacciata dall’esterno. Gli occidentali entrarono in Cina e gli inglesi colonizzarono Hong Kong.
La volontà di ripristinare l’antica sovranità cinese era la motivazione per lanciare uno scontro con uno stato debole.
Se il governo era inadeguato come si dovevano comportare i cittadini?
Il maestro confuciano Mengzi aggiustava un principio fondamentale in una società conservatrice. Lanciava uno spiraglio di rivoluzione nei confronti dell’Impero. Se il popolo rispettava l’Imperatore come figlio del cielo, l’Imperatore doveva agire per il bene del popolo. Se l’Imperatore abusava del suo mandato e diventava un despota, il popolo aveva, non il diritto, ma il dovere di ribaltarlo.
Convincimento l’ispiratore culturale dei movimenti.
- Confucianesimo
Il pilastro culturale dell’Impero era il confucianesimo e la sua organizzazione sociale.
La famiglia era il sostegno della società confuciana, e su di essa si basava la struttura sociale cinese. La pietà filiale (xiao) è un principio di reciproca obbligatorietà: i figli devono occuparsi dei genitori e gli stessi devono devozione verso i figli. Lo stato ha la stessa struttura della famiglia.
Perciò chi voleva uscire dalla situazione attuale aveva un’unica soluzione, servirsi degli antagonisti del confucianesimo per rovesciare la situazione conservatrice attuale.
Chi si organizzò in società segrete contrappose al confucianesimo, il buddismo e il taoismo.
La richiesta di aiuto ai buddisti era ovvia. Essi erano i soli, oltre ai burocrati statali, a leggere e scrivere. I sutra influenzavano un’ampia parte della popolazione.
- La società segreta della triade
Le società segrete cinesi furono tante, con differenze notevoli fra Cina del nord e quella del Sud. Nel settentrione avevano una tendenza maggiormente religiosa e sciamanica. Nel meridione erano più laiche e limitavano i riti religiosi in momenti particolari della vita, come le iniziazioni.
Non potendo analizzare tutte le società, l’autrice studia la più importante, (sicuramente quella con più materiale) la società segreta della Triade.
I monasteri buddisti erano delle fortezze, delle casseforti, poiché – come in molti monasteri cristiani, come quelli dei templari – erano custodite le ricchezze, sia dei monaci stessi, sia di cinesi abbienti, i quali depositavano i loro beni, per sicurezza o prima di partire per dei viaggi.
A difendere i patrimoni c’erano i monaci, i quali non potendo utilizzare le armi, divennero esperti di arti marziali.
Il più famoso è monastero di Sholin. La sua posizione è ancora incerta, probabilmente nella provincia di Fukien. A Sholin nacque La lega di Hung o la Famiglia Hung o Triade, la più importante delle società segrete. Fra la fine del 1600 e l’inizio del 1700, l’Imperatore, nonostante l’aiuto avuto dai monaci nella guerra contro gli Eleuti, fece attaccare e distruggere il monastero. Tutti i monaci furono uccisi ad eccezione di cinque, i quali riuscirono a fuggire. Se ne andarono per destinazioni diverse e nei nuovi rifugi fondarono delle logge segrete, con la medesima finalità: la cacciata della dinastia Manciù e il ritorno dei Ming.
- Epoca mancese
Nelle società segrete era molto forte il sentimento nazionalistico. Nel 1644 i mancesi conquistarono l’Impero attraverso il tradimento del generale Wu Sangui. I mancesi erano una popolazione straniera (anche se nel tempo furono sinizzati) e provocarono una resistenza da parte dei lealisti Ming.
Ma fu un’opposizione limitata, controllata senza sforzo dal nuovo Impero. Inoltre per riaffermare il controllo centrale, i Qing rilanciarono la struttura burocratica dello stato con la riconferma della superiorità del neo confucianesimo.
I Qing stabilirono un’energica tela burocratica capace di controllare la macchina dello stato. Con l’aiuto di un apparato statale capillare e asfissiante, i Qing presero il controllo dell’Impero, emarginando e combattendo tutti i movimenti contrapposti come quello dei buddisti e delle collegate società segrete.
La tenuta dello stato dei Qing peggiorò solo durante il periodo delle influenze straniere e la disfatta delle guerre dell’oppio. Il fastidio contro la dinastia aumentò e il sentimento nazionalistico prevalse all’interno delle società segrete.
Lo stato divenne molto debole, perché la base della struttura confuciana fu messa in discussione. Il commercio cominciava a essere predominante e nuove classi sociali stavano prendendo sopravento.
- Membri delle società segrete
Le società segrete costituivano uno spaccato contrario alla vita esterna. Molte categorie discriminate quotidianamente erano ben accette nelle società, riuscendo a mettersi in evidenza fino ad assumere posizioni elevate.
La classe sociale su cui ci fu molta presa furono i contadini, i quali erano estranei alla vita politica del tempo.
Ma anche altre classi popolari erano diffuse.
Le altre due categorie importanti, emarginate dal confucianesimo, furono i giovani e le donne. Le donne svolgevano ruoli primari nelle associazioni, mentre erano estromesse dalla vita dell’epoca.
Lo statuto della Triade era chiaro, non c’erano differenze di classe
“non vi sono né grandi né piccoli” (Pag. 129)
e nessun legame familiare
“non vi sono più parenti, non vi è più storia” (Pag. 130).
Entravano nelle società perfino gli intellettuali frustrati dalla difficoltà a passare gli esami statati.
- Vita interna delle società
Per essere forti all’esterno una società segreta deve avere una struttura interna rigida, con regole precise e soprattutto una serie di precetti, alcuni addirittura bizzarri, i quali rappresentavano l’unicità, la particolarità, rispetto al mondo estero.
Come per il confucianesimo, i riti (li) assumevano l’elemento unificatore di una comunità:
“Per esercitare la più profonda influenza sulle nuove reclute, le iniziazioni dovevano essere cerimonie di ampio respiro, ma tematicamente semplici, cioè abbastanza complesse da ispirare timore, ma anche abbastanza accessibili alla comune comprensione…” (Pag. 189)
Tramite le cerimonie, le liturgie, il gruppo è legato, esclusivo, si crea un collegamento riconoscibile solo fra i membri.
Le norme interne erano chiare, precise, cercavano di evitare contrasti fra i membri, perché i dissidi interni potevano procurare forti complicazioni con l’esterno. Per i trasgressori le punizioni erano certe e perfino forti. Gli eventuali regolamenti erano diramati da giudici interni all’associazione:
“… le sanzioni disciplinari erano il completamento negativo dei riti, come «cemento» ideologico unitario dell’associazione…” (Pag. 213)
I divieti erano elencati dettagliatamente nello statuto. Oltre la proibizione per gli atti omosessuali e la pederastia, c’erano quelli più legati alla vita del gruppo, come il tradimento, lo sfruttamento economico e perfino i rapporti sessuali con moglie e figli di altri membri, considerati come dei rapporti incestuosi, visti i legami fra i vari confratelli.
- Società segrete e politica
Nonostante le lotte con l’esterno, le società segrete rimasero dei movimenti conservatori.
Organizzarono delle rivolte, ma non avevano una struttura ideologica idonea a modificare lo stato. Erano pur sempre legati al mondo in cui vivevano. Inoltre avevano un interesse al ripristino di un Impero caduto da lungo tempo, realizzare alcune modifiche sociali, ma nulla di rivoluzionario. Lo stato rimaneva intatto, ritoccato in limitati aspetti.
La loro apertura sociale e politica cambiò con l’arrivo della rivoluzione repubblicana.
C’era una diversità evidente fra repubblicani e società segrete. I primi avevano un’ideologia e una teoria sociale su cui ricostruire un nuovo stato. Un cambiamento notevole. Il difetto era nella diffusione, i repubblicani erano portatori di visioni alternative, ma a parte qualche sparuto gruppo d’intellettuali, la popolazione cinese non comprendeva il significato dell’essere repubblicano, la gente non era interessata.
Nell’incontro fra repubblicani e società segrete fu creata un’alleanza importante. I repubblicani portarono le idee, le società segrete le propagandarono alla popolazione, suscitandogli questa necessità.
Il successo dei repubblicani fu pure una vittoria delle società segrete, alcune delle quali aderirono al comunismo:
“Tutti coloro che rimasero fedeli alle loro origini di «banditi sociali» aderirono al partito comunista…” (Pag. 250)
Dopo la rivoluzione, la vita sociale, civile, cinese cambiò notevolmente. La struttura della società segreta non era più necessaria e nel tempo, com’era conosciuta, scomparì.
Rimasero dei gruppi quasi folkloristici, l’autore racconta ad esempio della presenza della società segreta all’Habana.
Qui termina il libro e la descrizione di un fenomeno sociale rilevante.
E pur vero che non sempre le notizie dalla Cina sono trasparenti e precise, quindi cosa sia rimasto delle società segrete non è chiaro. Forse sono scomparse, ma alcune notizie, come quelle sul gruppo religioso buddista del Falun Gong, potrebbero far sorgere un’interpretazione contraria.
Il movimento buddista fondato da fondato da Li Hongzhi nel 1999 fu represso violentemente dalle autorità cinesi e fu dichiarato fuorilegge.
Perché, in un periodo in cui si manifestava un’apertura verso una libertà religiosa, il governo comunista mise al bando i Falun Gong? Quali concetti all’interno del movimento religioso non erano cristallini?
Secondo il Cesnur:
“… perché non si presenta come una religione, ha sedotto anche quadri e militanti del Partito Comunista ed è penetrato alle soglie stesse del potere comunista cinese. Il regime sa che nella storia della Cina molte rivolte politiche sono iniziate come movimenti religiosi, e non è stato certo rassicurato dal fatto che il Falun Gong il 25 aprile 1999 sia riuscito a organizzare una manifestazione di protesta di ampiezza impensabile per qualunque forza di opposizione, religiosa o politica, senza che i servizi segreti siano riusciti a prevenirla.”
È evidente un aspetto di segretezza e particolarità della setta religiosa, vissuta dal governo come una minaccia. Noi dall’esterno non vediamo nulla, ma verosimilmente all’interno c’è nascosta un organismo virale.
Dal libro di Fei-ling Davis comprendiamo, oltre una filosofia di vita cinese, un mezzo per una comprensione della Cina attuale.
Lo studio dell’autore entra dettagliatamente all’interno della Triade, altre società segrete avevano delle regole e strumenti diversi, ma con stesse finalità: aprirsi un varco in una società chiusa. Pure in altre paesi, delle associazioni simili, hanno trovato spazio, basti pensare alle innumerevoli società, alcune apertamente chiuse e segrete come la massoneria, o altre molto più esclusive come potrebbero essere la Trilateral Commission o il gruppo Bilderberg.
Ma le regole e l’essere fuori legge può aprire anche a similitudini più forzate come con la mafia italiana o la yakuza giapponese o le altrettanto temibili lobby politiche.
Le società segrete in Cina (1840-1911)
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