Le streghe di Manningtree di A. K. Blakemore

A.K. Blakemore, giovane poetessa inglese, si fa conoscere anche ai lettori italiani con il suo romanzo Le streghe di Manningtree che la casa editrice Fazi pubblica il 17 ottobre.

Ambientato nell’Inghilterra del XVII secolo, precisamente nel 1643, questo è un romanzo che descrive un periodo storico in cui imperversava la “caccia alle streghe”, un tempo di persecuzione senza precedenti durante il quale sono state condannate a morte, per stregoneria appunto, centinaia di donne. Tra gli artefici di tanta crudeltà c’è anche Matthew Hopkins, l’inquisitore generale di cui la stessa Blakemore racconta nel romanzo.
Rebecca West e sua madre vivono in una casupola nella povera Manningtree, in Inghilterra, un villaggio pieno di donne che cercano di prendersi cura delle loro famiglie mentre gli uomini sono lontani a combattere una guerra civile. Il padre di Rebecca, invece , è morto da tempo e la madre, dal viso solcato da anni di fatiche e rinunce, appare ormai anziana e sfiorita

Il suo nome di battesimo è Anne ma tutti la chiamano la Beldam West. Le si addice poiché è un appellativo ingombrante e malvagio; sembra il nome di un deserto biblico su cui Dio ha fatto cadere una pioggia di meteoriti Beldam – Belle - è una parola francese che significa bella ( e bella mia madre non è anche se dicono che un tempo lo sia stata). E dam - come damned- dannata, un concetto che mi guardo bene dallo sceverare.

Non mancano nel paese donne che spettegolano , litigano e hanno un aspetto grottesco, forse un po’ sinistro, come la vedova Clarke, ormai molto avanti negli anni, con un manifesto tremore alle mani, persino senza una gamba

…perduta chissà dove, chissà come. È questo che vedo quando guardo la vedova Clarke: un’anziana avvizzita e trasandata. Gli altri però devono pensarla in modo diverso perché la considerano una fattucchiera.

Tra un piccolo lavoro e l’altro Rebecca cerca di guadagnare l’indispensabile a sopravvivere e, quando le rimane un po’ di tempo, si reca da John Edes, il segretario comunale che la aiuta a studiare le Scritture e a imparare a leggere. Com’è naturale la giovane nutre per lui un sentimento che va al di là dell’ammirazione: si tratta d’infatuazione o qualcosa in più e le ore trascorse con Edes sono per Rebecca fonte di serenità e occasione per sogni intimi e felici.
La vita di Rebecca è molto semplice ma quando Matthew Hopkins, un gentiluomo del Suffolk dall’aspetto cupo e tenebroso, arriva a Manningtree, l’intero futuro di Rebecca cambia.
Basato su fatti storici realmente accaduti, il romanzo racconta del vero Matthew Hopkins che era conosciuto come cacciatore di streghe in questo periodo in Inghilterra.
Quando nel villaggio un bambino si ammala, Hopkins inizia a sospettare che ciò sia opera della streghe in combutta con il diavolo. Rebecca, sua madre e altre donne del villaggio vengono arrestate e incarcerate per più di un anno prima del processo e Hopkins si adopera per trovare i testimoni, tra i quali John Edes. È di sicuro effetto il racconto di Rebecca che parla di sé, della madre e delle altre donne rinchiuse nelle più orrende prigioni e sottoposte a interrogatori e ispezioni corporali per vedere se le donne accusate portino su di loro il marchio del diavolo.

Questo romanzo storico è allo stesso tempo terrificante ed efferato ma anche straordinariamente bello per la sua trama avvincente e una narrazione complessa. L’atmosfera creata dall’autrice è impressionante e precisa nei particolari così da dimostrare che il libro è stato frutto di ampie ricerche. L’autrice narra del processo dopo aver consultato delle udienze delle streghe di Manningtree pubblicati la pima volta già nel 1645.
Intento principale di A. K. Blakemore è quello di coinvolgere i lettori sulle figure delle perseguitate e come lei stessa scrive

Gli atti dei processi per stregoneria dell’Essex offrono un’introspezione inestimabile – e commovente credo - delle paure, delle speranze, dei desideri e delle insicurezze delle donne che si guadagnavano da vivere ai margini della società e che altrimenti avrebbero vissuto senza avere una voce, imbavagliate dal loro status di vittime . Mi auguro di aver reso giustizia al loro temperamento, al loro umorismo , a l loro orgoglio che traspirano dai verbali delle loro vite e delle loro morti persino a una distanza di ben quattro secoli.

Le streghe di Manningtree è un romanzo in cui i numerosi fatti storici si fondono perfettamente con tratti immaginari; è arricchito da un linguaggio curato, tipico di una scrittrice che tanto ama la poesia .
Lo si può senza dubbio definire una storia coinvolgente con una prosa ricca ed emozionante.