Livido di Francesco Verso

La vita di Peter Pains - nomen omen - è una vita ricca di dolori: è il più piccolo del gruppo, il più gracile - ossicino -, quello che non può fare le stesse cose con cui si divertono gli amici più grandi, quello che, in occasione delle bravate più rischiose, deve restare a guardare in disparte. Anche in casa non è che vada molto meglio: padre assente fuggito chissà dove, la famiglia di Peter è composta da Charlie e Cleo, il fratello maggiore e la madre, e “l’ordine dei soggetti non è casuale”, perché quel diabolico fratello svolge funzioni castranti e di Peter si farà beffa ben oltre quella che può verosimilmente essere la durata biologica di un padre.

Come se non bastasse, a Peter mancano anche una gamba e un braccio, ma la tecnologia degli anni 2040 ha fatto il possibile per rimediare e gli ha fornito due protesi che lo supportano nella sua vita quotidiana, ovvero nel riciclo dei rifiuti. Già, perché nell’universo futuristico di Livido - il colore che la pelle di Peter assume quando i suoi cattivi pensiero hanno la meglio - il problema dell’immondizia ha assunto dimensioni così debordanti da tracimare in ogni angolo della megalopoli e

"il massimo della felicità che può capitarti deriva da un rottame. E trovare la felicità in un rifiuto non è cosa da tutti”.

Cosa rimane allora nella vita di Peter, in “un mondo ridisegnato da frequenze, onde radio e raggi laser”? Sicuramente non un obiettivo professionale da perseguire - “Io non voglio essere nessuno!” - quanto, piuttosto, un sogno. Quel sogno si chiama Alba, la nexumana di cui si è innamorato ancora adolescente, la donna che ha continuato a vivere dopo la fine della propria esistenza biologica in un corpo artificiale, quel corpo smembrato da Charlie e dai suoi compari per racimolare merce rara da riciclare a buon mercato.

È difficile, però, “resistere ai sogni. Né si può impedire ai desideri di seguirli”. Per questo Peter, consapevole che “non esiste rimedio alla ferita amorosa di Alba. Né a quella purulenta della sua mancanza”, tenterà per tutta la vita di ritrovare i pezzi della sua amata, passando per la prigione e per un matrimonio fallito, fedelmente accompagnato da un mentore filosofo e dai fantasmi parentali. E poco importa se

“la felicità non sta in ciò che vivi, ma in quello che riesci a immaginare”;

poco importa se quel corpo da ricomporre è di circuiti e non di carne, se quella donna frankensteiniana da risuscitare potrebbe non avere memoria della sua precedente vita e non essere più propriamente uguale a sé stessa. Quel che conta è che nella sua vita Peter “non am(ò) che una volta sola. Né h(a) mai smesso di farlo”.

Con Livido, edito nel 2013 da Delos Books, Francesco Verso ha vinto il Premio Odissea 2013. In questi giorni è in uscita sul mercato inglese Livid, la traduzione inglese di Livido, per i tipi della casa editrice australiana Xoum.

• Per approfondimenti, leggi l’intervista a Francesco Verso, con alcune curiosità su questo libro e sul mondo della science fiction.