Madonna liberaci da Putin! Le Pussy Riot scuotono la Russia (e non solo)
- Autore: Andrea Vania
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2014
Ogni verso uno slogan, ogni slogan uno schiaffo (ideale) in faccia ai benpensanti e all’avversato Putin. Chitarra e pugno chiuso su tappeto urlante riol grrrl & punk rock: signore e signori, direttamente dalla Russia, il collettivo politico-musicale delle Pussy Riot: femministe, anarchiche, fluorescenti, eretiche, irridenti, mamme, anticapitaliste, col passamontagna multicolor e soprattutto capaci di sputare - a via di musica e incursioni/performance metropolitane – versetti satanici come questi (i più devoti si turino le orecchie):
“Morte ai sessisti, in culo ai conformisti! (…) Morte ai sessisti, ai putinisti di merda!”;
“Costringi gli sbirri a servire la libertà/ le proteste portano il sereno”;
“La Madonna gloriosa ci insegnerà a combattere/ La femminista Maddalena è andata alla manifestazione!”.
E di titoli-tazebao tipo:
- “Morte alla galera, libertà di protesta!”,
- “La rivolta in Russia. Putin si è cagato addosso”,
- “Madonna, liberaci da Putin”, la pietra miliare dello scandalo, la preghiera blasfema (?) intonata nella Cattedrale del Cristo Salvatore, quaranta secondi appena, prima di essere sbattute fuori a furor di popolo.
Potrebbe finire lì ma, come insegna la storia, le ragazze "cattive" (si chiamano Nadja, Masha e Katja, vantano tutte studi superiori e una testa che ragiona benissimo) tirano troppo la corda. Il filmato della loro incursione artistica nella cattedrale finisce su internet e allora, apriti cielo, il vaso trabocca: i reazionari frignano con livore, la Chiesa Ortodossa urla al sacrilegio, ad appena tredici giorni dalla sua (discussa) rielezione al Cremlino, Putin non può proprio permetterselo: in puro stile soviet (altroché) per le tre irredentiste seguono arresto preventivo, processo, condanna al carcere duro (quanto si dice sparare a un topolino col cannone!), ma segue anche la mobilitazione planetaria e l’eco - malgrado le stesse Pussy - da cui discende quasi sicuramente questo “Madonna liberaci da Putin. Le Pussy Riot scuotono la Russia (e non solo)” (VOLOlibero, 2014), primo e unico tentativo italiano di sistematizzare storia e fenomenologia del gruppo post-punk più chiacchierato al mondo (il nome discende da "gatto" (pussy), ma indica anche, in maniera gergale, l’organo genitale femminile; e "rivolta" (riot)). Lo firma Andrea Vania - uno pseudonimo volutamente neutro (declinabile cioè tanto al maschile quanto al femminile), in omaggio alle battaglie di genere del collettivo -, lo curano Daniele Paletta, Mikhail Amosov, Claudio Fucci ed è una buona trovata per tornare a scrivere e riflettere su diritti civili (calpestati), antagonismo, religione & politica, coraggio, fanatismo, repressione al tempo del neo-zar Vladimir Putin.
Non un instant-book ma un libro-libro, un libro vero, esito di una ricerca inedita, minuziosa, che si spinge fino all’altro ieri, allo stato delle cose russe sin oltre la scarcerazione (dicembre 2013) delle tre ragazze della band movimentista. Un lavoro a metà strada tra l’inchiesta politica, la cronaca processuale e il “manifesto” ideologico, di quelli raccomandabili con tutto il cuore, in special modo ai lettori allo stato di veglia. "Madonna liberaci da Putin!" esce per la collana “fuorisacco” di VOLOlibero, in buona veste grafica e formato maneggevole, altri valori aggiunti non da poco.
Madonna liberaci da Putin! Le Pussy Riot scuotono la Russia (e non solo)
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