Mater Dolorosa. Dylan Dog
- Autore: Roberto Recchioni
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
“Mater Morbi” (nella edizione Bao Publishing, 2013) si chiude con una vignetta prodroma: la bellissima Madre di ogni malattia regge fra le braccia un esanime Dylan Dog (una sorta di Pietà michelangiolesca “rovesciata”, ripresa di spalle) e gli dice:
“Ti amerò per sempre, Dylan Dog” (p. 104).
Un vaticinio più che una dichiarazione d’amore. Come dire non ti libererai mai di me (dal Dolore): una condanna ontologica, il filo rosso che segna, in impronta, storia e destino dell’Indagatore dell’incubo. L’episodio nodale che ne spiega l’ intrinsecità con la sofferenza.
“Mater Dolorosa” di Roberto Recchioni e Gigi Cavenago (Bao Publishing, 2017, rivisitazione oversize del numero 361 bonelliano), espande il discorso in modo trasversale. Girovagando cioè tra sogni di sogni, presente-passato (di Dylan), multiversi, mise en abyme, eros e thanatos (dal vago sentore edipico), rimandi a apocalissi zombie. E “frasi storiche”, chiavi di accesso a una possibile fenomenologia sul mal de vivre in declinazione dylandoghiana. A p. 63, per esempio, sempre per bocca dell’immanente Mater Dolorosa (alias Mater Morbi) a un Dylan Dog piccino ma già in camicia rossa:
“Soltanto navigando nel dolore potrai conoscere la vera natura umana”.
E più avanti - alla pagina successiva
“Sei disposto a sanguinare, Dylan?”.
Siamo piombati in un flashback, e siamo a bordo del famigerato vascello dove papà Dylan (poi Xabaras) solca gli oceani con moglie (Morgana) e figlio malato (Dylan), intento a sperimentare il suo siero dell’immortalità (antitesi teleologica alla malattia come status, veicolata da Mater Morbi). Nel duello all’ultimo sangue instauratosi tra le due Madri di Dylan (Morgana e Dolorosa, la madre amorevole e la madre crudele) si anticipa il senso ultimo del fumetto di Tiziano Sclavi (transitato alla sua piena maturità proprio dall’ottimo Roberto Recchioni): la sofferenza (sua e del mondo) sta a Dylan Dog come le nuvole stanno al cielo, per metterla terra-terra. Secondo la filosofia del Nostro, inutile fuggirla. Occorre piuttosto stabilire con lei una contiguità, riuscire in qualche modo a farsela “scivolare addosso”.
Ultime annotazioni su questo “Mater Dolorosa”: l’assetto visivo (stavo per scrivere pittorico data la magnificenza delle tavole, alcune delle quali a tutta pagina o in pagina doppia) è affidato al tratto di Gigi Cavenago. Impreziosiscono il volume (grande formato su carta patinata) ben 65 pagine di extra testuali e visivi, rarità, dietro le quinte, commenti degli autori, lettering riveduto e corretto nel posizionamento dalla letterista originale. Consigliato senza remore. E non solo ai fan dell’Inquilino di Craven Road.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Mater Dolorosa. Dylan Dog
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