Milena Sutter. Verità e misteri sul delitto del biondino della Spider rossa
- Autore: Graziano Cetara
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Forse certe vicende dovrebbero restare dimenticate, perché sono lontane nel tempo, ma non abbastanza da non ridestare dolori e sofferenze.
Ci sono però anche casi di cronaca di cui si dovrebbe ancora cancellare ogni dubbio sulla verità, dipanare il mistero che li accompagna e trovare altre risposte, verificando di nuovo gli eventi di allora.
Graziano Cetara si è sentito impegnato a farlo, perché gli è sembrato innanzitutto un dovere nei confronti della vittima, appena tredicenne, di cinquantadue anni fa. Genovese, capo cronaca del Secolo XIX e testimone da oltre un ventennio dei fatti di nera e di giustizia della sua città, ha realizzato un libro che andava scritto: Milena Sutter. Verità e misteri sul delitto del biondino della Spider rossa, pubblicato a giugno nella collana “Profili criminali” delle edizioni Minerva di Argelato-Bologna (2023, 328 pagine), con un ampio inserto finale di fotografie anche a colori, pagine di diario e documenti, ma sono numerose le immagini e foto anche nel testo, di un volume graficamente molto ben curato.
Il 20 maggio 1971, a Genova, sopra un gozzo duecento metri al largo della baia di Priaruggia, due pescatori dilettanti videro affiorare in superficie quello che sembrava un manichino. Capirono presto che si trattava del corpo della povera figlia dell’imprenditore - che produceva la nota cera per pavimenti “Emulsio” - rapita due settimane prima, con grande clamore in città e in tutto il Paese.
Milena Sutter scomparve all’uscita della Scuola Svizzera poco dopo le 17 del 6 maggio 1971. Cosa sia accaduto in quei minuti lo ha stabilito una sentenza di 440 pagine, arrivata dopo anni di indagini, perizie, testimonianze, interrogatori, contraddizioni, deduzioni e un rinvio a giudizio.
All’assoluzione in primo grado, fece seguito la sorpresa in appello, con la condanna all’ergastolo per Lorenzo Bozano (colpevole di rapimento a scopo d’estorsione, omicidio e soppressione di cadavere), convalidata dalla Cassazione nel giugno 1976.
Lorenzo Bozano, perdigiorno impenitente con un’idea fissa in testa, aspetta impaziente, camminando avanti e indietro davanti alla scuola. Lo vedono tre testimoni, lo riconoscono come “quel” giovane che si aggira da giorni da quelle parti, baffi, capelli biondi, una vistosa auto sportiva ammaccata, molto riconoscibile. Conosce bene il percorso che Milena avrebbe dovuto compiere, in auto la raggiunge facilmente.
Non si sa perché la ragazzina, tanto attenta e disciplinata, sia salita sulla Spider del biondino, vecchio il doppio dei suoi anni. Non avrebbe accettato facilmente un passaggio, se non da un parente o da uno stretto conoscente.
Pochi minuti più avanti, avviene il soffocamento, nella decapottabile ammaccata di Bozano, parcheggiata in un vicolo. Poi il tentativo di seppellire il cadavere sul monte Fasce, infine la decisione di affondarlo in mare, appesantito da una cintura da sub.
Il giorno seguente, una telefonata alla famiglia con la richiesta di un riscatto di 50 milioni di lire. Successivamente, nessuna ulteriore comunicazione, fino al ritrovamento casuale del corpo di Milena, maltrattato dalla permanenza in acqua, ma privo di segni di violenza.
La ragazzina, protagonista suo malgrado del delitto che sconvolse l’Italia nel 1971, conosceva il suo assassino?
“Quello è un cretino”, aveva detto al fratellino minore ed è rimasto l’unico accenno. Nessuna nota sul diario segreto.
Il non ancora ventiseienne di Quarto, primo di sei figli di una famiglia tra le più facoltose allora, era uno scombinato e diceva di sé stesso d’essere un “ragazzaccio”. Spiccata e precoce sessualità, disinibita e aggravata ai danni di bambine, coetanee e ragazze. Era anche autore di furti e truffe.
Secondo Cetara, il vero Bozano è un’identità imprigionata tra ciò che sembrava agli altri e quello che invece riteneva di sé. Due visioni decisamente diverse, l’una dall’altra.
Oltre ai due e alla vicenda in sé, in questo libro c’è un altro protagonista di spicco: il giornalista, ricercatore e scrittore, autore di un saggio eccezionale, straordinariamente efficace, che pulsa di cronaca, che vibra di tensioni emotive, vive di partecipazione.
La scrittura è semplicemente strepitosa.
Si può uccidere e vivere per mezzo secolo da colpevoli senza un rimorso, spacciandosi per innocenti. Si può uccidere e morire portandosi via tutto, anche quel che resta della verità.
Verità e mistero, tutto è finito con l’ultimo battito del cuore malato di Lorenzo Bozano, che in casa chiamavano “Lencio”. Infarto per il settantaseienne, mentre il 30 giugno 2021 nuotava nelle acque dell’Isola d’Elba, in libertà vigilata, dopo aver trascorso in carcere oltre metà della sua esistenza.
Morto in quel mare che gli fece da “complice silenzioso”, come scrisse la Corte d’Appello nella sentenza. Proprio le acque del Tirreno che cinquant’anni prima, a Genova, avevano sfigurato il corpo di Milena, nei quattordici giorni in cui trattennero la ragazza rapita e uccisa, presa con l’inganno all’uscita da scuola, fatta salire in auto e poi strangolata con la sola forza delle mani.
Infine, affidata agli abissi… in una notte senza luci. Il cadavere riaffiorò dal nulla due settimane dopo, cancellando ogni illusione”, tradendo la speranza di ritrovarla in tempo, cui si aggrappavano la famiglia, la città, l’Italia intera. E demolendo “la pretesa di sfuggire alla giustizia, l’ultima menzogna dell’assassino, la meno convincente, perché rivolta a se stesso. Il cerchio ora si è chiuso. E si è chiuso in mare. Adesso, cinquant’anni dopo, possiamo fermarci a capire.
E tornare al 6 maggio del 1971 grazie al libro di Cetara.
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