Mistero bizantino. La verità sepolta
- Autore: Anselmo Madeddu
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Una verità inquietante, che qualcuno ha tentato di nascondere per sempre oltre un millennio prima, riaffiora grazie a un monaco di Canterbury e passando di mano in mano giunge nel 1868 in quelle di don Matteo Scandurra dei Baroni di Belmonte, nel Siracusano.
È il prologo di una vicenda narrativa che si sviluppa nell’arco di tre periodi temporali, tra il XX, il XIX e il VI secolo, ispirandosi a un fatto storico vero e a molti personaggi esistiti. Il medico siracusano Anselmo Madeddu lo precisa in calce al romanzo che apre la sua trilogia Mistero bizantino. La verità sepolta, un thriller storico tra Costantinopoli e Siracusa nell’anno domini 668, ma non solo, pubblicato l’anno scorso per Algra Editore di Catania (Viagrande, 2023, 382 pagine).
Oggetto già di una prima ristampa, il volume di formato insolito, tendente all’extralarge con i suoi 16x23 cm oltre che originale e inconsueto anche nell’allestimento, contiene illustrazioni a colori dello stesso autore.
Anselmo Madeddu vive e lavora a Siracusa, dove presiede l’Ordine dei Medici e dirige un’ASP. Docente universitario di epidemiologia e di management sanitario a Catania, vanta numerosi articoli scientifici in tema di ambiente e di tumori. Cultore di interessi storico letterari, cura una rubrica di approfondimenti storici sul quotidiano “La Sicilia” e ha pubblicato diversi saggi.
Nell’esordio narrativo, si distingue per l’originalità e la freschezza di una vena personale spesa mirabilmente per la confezione di un romanzo che non trova facilmente precedenti e paragoni.
Chi lo leggerà si accorgerà già dall’indice di avere tra le mani qualcosa di non scontato e per niente convenzionale. La buona volontà di sperimentare nuove strade, guidati dal Madeddu pensiero creativo, sarà ripagata da una lettura non disagevole per quanto il medico siracusano non si possa considerare uno scrittore riposante. Non ha dato tregua a se stesso per primo, del resto, impegnandosi a proporre rimbalzi spazio-temporali tra l’Inghilterra del 667-668, la Sicilia e Costantinopoli coeve e Siracusa nel 1868 e nel 1968.
Tra i fatti storici autentici di cui si diceva, nel VII secolo venne sperimentata una micidiale arma segreta, il fuoco greco. È anche vero che nel 663 Costante II trasferì la capitale dell’Impero bizantino da Costantinopoli a Siracusa, dove finì per soccombere nel 668 a un misterioso complotto di palazzo, cosa che rappresenta tuttora un intrigante giallo medievale. Arabi, Longobardi, Bizantini, tante mani contro imperatore che dimostrava una rara e sorprendente modernità di pensiero politico e aveva avviato una riforma radicale dello Stato, destabilizzando gli interessi di molti poteri forti di allora.
Quanto ai personaggi, Madeddu avverte che Venanzio, Staurachios, Efrem e Zoe sono di sua invenzione, a differenza di molti altri principali autenticamente storici, presenti nel racconto. Tutti si prestano comunque alla ricostruzione narrativa di “un’età oscura e misteriosa ma di enorme fascino”. Nel vivo di quel tempo, l’autore riconosce d’avere cercato per un verso di sviluppare una lettura anche politica della figura poco trattata di un imperatore riformatore dimenticato. Per un altro, ha provato a far rivivere una civiltà straordinaria: pur cancellata dai Turchi nel 1453 con la caduta di Costantinopoli. Vive a suo avviso ancora sommersa nell’anima e nella cultura di una Sicilia gattopardiana, “rimasta profondamente bizantina”, nonostante i secoli trascorsi.
Lasciamoci guidare sempre da Madeddu verso il racconto. Nella premessa, anticipa che nel 1968 il giovane Totò Salinas rinviene un manoscritto ottocentesco nel corso di lavori nel palazzo avito di Ortigia, a Siracusa. Si tratta della traduzione di un codice bizantino inedito del VII secolo, a opera di un antenato, l’archeologo Matteo Scandurra. L’avo è morto in circostanze misteriose nella seconda metà del 1800, stessa sorte nei due secoli precedenti di un gesuita fiammingo e di un benedettino francese, attratti misteriosamente a Siracusa dalla lettura dello stesso documento. Si tratta del codice commissionato dai monaci siciliani di San Pietro ad Bajas e redatto in Inghilterra dal monaco Venanzio da Canterbury. Apparentemente, raccontava la vita di san Staurachios, frate bizantino ucciso in Sicilia nel 668 dai monoteliti, ma dietro l’agiografia si celava uno straordinario documento storico, in grado di fare luce sull’assassinio dell’imperatore Costante, a Siracusa, dove aveva trasferito la capitale dell’impero per contrastare l’avanzata dell’Islam.
Dalle memorie di Venanzio emerge un affresco storico dell’Europa bizantina, in cui sembrano affondare le radici dello scontro tra Oriente e Occidente, l’Islam e il Cristianesimo. In tre lunghe lettere, Venanzio racconta ai committenti d’essere stato in missione papale a Costantinopoli. Un monaco l’aveva salvato da un misterioso attentato e condotto in Sicilia, nel monastero siracusano di San Pietro. Scansando delitti, spionaggio, intrighi internazionali, Venanzio consegna a Costante, per salvarsi, da una parte documenti su un imminente colpo di stato ai suoi danni e dall’altra la formula di un’arma chimica formidabile, contesa da Arabi e Bizantini, il fuoco liquido. È in gioco il dominio del mondo, i primi capaci di fabbricare fiamme inestinguibili avrebbero potuto assicurarsi il dominio militare.
Mistero nel mistero, una quarta lettera, che il monaco di Canterbury si rifiuta di diffondere.
Siracusa 1968, Totò affida lo studio dell’oscuro manoscritto a un anziano poliziotto archeologo, don Ciccio Magrì, che avvia un’insolita indagine poliziesca rivolta al passato, alla ricerca di moventi, mandanti ed esecutori di uno dei più misteriosi delitti eccellenti della storia siciliana. Ma prima urge scoprire il mistero della verità sepolta nell’ultima delle quattro lettere di Venanzio.
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