Nel monastero di Crest
- Autore: Sandrine Destombes
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2020
Sandrine Destombes è una scrittrice divenuta famosa soprattutto grazie a Michel Bussi, che nel 2019 ha assegnato il premio VSD RTL 2018 per il miglior thriller francese al libro I gemelli di Piolenc, suo quinto romanzo. Ora torna in libreria con Nel monastero di Crest (Rizzoli, 2020, trad. M. Ferrara), un libro giallo di grande fascino, con una trama che trascina immediatamente i lettori grazie alle sue atmosfere abilmente costruite.
Ambientato nella campagna francese, nel paesino di Crest, il romanzo inizia con l’agente Benoit che si annoia, fermo a un posto di blocco dove non passa mai nessuno. Fino a quando non intravede una macchina, una Pegeuot 205, che procede a zig zag. Al volante una donna con una bambina. Alle sue richieste di spiegazioni per un comportamento così bizzarro, la donna ingrana la marcia e fugge. Ma al primo tornante perde il controllo dell’auto e finisce in una scarpata. Lei muore sul colpo e la bambina, di nome Lea, è gravemente ferita. Benoit riflette sulle affermazioni fatte poco prima dalla piccola, che asseriva di non essere con la sua vera madre, che aspettava, invece, fiduciosa, dopo che questa fosse riuscita a fare il 6 6 B. Cosa vuol dire? Forse un messaggio in codice? Oppure è un modo di:
“codificare che rimanda ad un brano di Platone, contenuto nella prima parte del Fedone. Socrate spiegava ai discepoli in che modo la morte permettesse all’anima del filosofo di liberarsi dai vincoli fisici e di scoprire finalmente la verità.”
Ma come può una bambina usare tale terminologia? Tutto si complica quando poco lontano viene rinvenuto il cadavere di:
"un uomo con gli occhi cavati e la fronte tagliuzzata da tre aste più o meno parallele”.
Perché ha gli occhi cavati? Molte sono le interpretazione. È forse un’intimidazione, poiché la vittima può essersi macchiata di un grave comportamento, “posando gli occhi dove non si deve”?
Ma le vittime sono destinate ben presto ad aumentare di numero e le indagini a complicarsi ulteriormente. Gli inquirenti brancolano nel buio, fino a quando tutto conduce al monastero di Crest, una specie di "gineceo abitato da donne dal destino tormentato”.
Il luogo è retto con pugno di ferro da certa Josephine Ballard che offre riparo a donne con tanti problemi. Cosa nasconde il luogo e cosa lei stessa? Quali torbidi misteri offuscano un posto che dovrebbe essere di redenzione e di pace?
Nel monastero di Crest è una lettura vivace e introspettiva, una storia complessa e complicata dal finale inaspettato. Un romanzo di genere perfettamente elaborato e congegnato, dalla forte connotazione femminile a scapito del genere maschile, scarsamente ben considerato. Una raffigurazione dei personaggi ben descritta e profonda; una trama che coinvolge con abilità e sapienza narrativa. Sicuramente la scoperta di un’ottima allieva da parte di un autore molto amato come Michel Bussi. In ultimo, un finale inaspettato per un libro in cui nulla è come appare, che coinvolge anche emotivamente il lettore per le sue atmosfere e per i suoi contenuti mai scontati.
Nel monastero di Crest
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Un libro perfetto per...
chi ama i gialli di genere, ma anche per chi ama le storie ambientate nella fascinosa campagna francese, dove nulla è come appare.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nel monastero di Crest
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