Nero
- Autore: Tiziano Sclavi
- Categoria: Narrativa Italiana
Non è facile fare una recensione di “Nero” di Tiziano Sclavi o quanto meno narrarne la storia.
Una sorta di scambio di identità dettato dalla morte per suicidio di un uomo porta il protagonista a non avere più una reale coscienza di se stesso e a vestire gli stessi panni del defunto. Tra cadaveri che scompaiono, delitti al limite del grottesco, labirinti mentali e personaggi strani (parecchio strani) Sclavi dipinge una Milano nera per humour e ambientazioni.
Personalmente il romanzo non mi ha fatto impazzire. Lo stile di scrittura e, va da sé, quello narrativo hanno un taglio troppo fumettistico e/o cinematografico che un po’ spiazzano il lettore. Intenzionale o no che sia la cosa, alla lunga stanca e annoia. Da contro, i capitoli brevi invece rendono la lettura facile e mai stancante.
“Nero” è un romanzo di non facilissima lettura e molte, forse troppe cose, possono essere colte solo ad una seconda lettura, quando, dopo aver goduto della suspance nella prima, si può avere maggiore attenzione per i dettagli e le piccole sfaccettature che portano al finale.
Una particolare menzione poi a dei termini un po’ aberranti che Sclavi non disdegna di usare. “S’impunta ciccioso” resta il mio preferito, forse anche perché devo ancora capire come si fa ad impuntarsi cicciosamente
Di questo libro ne venne fatta una trasposizione cinematografica quasi immediata nel 1992, diretta da Giancarlo Soldi e prodotta da Dario Argento, con Sergio Castellitto e Chiara Caselli come protagonisti. Senza infamia e senza lode.
“Lui è nel pieno di un petting unilaterale.
Lei, sempre più isterica, si alza di scatto e gli dà le spalle.”
Dylan Dog. La dama in nero
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