Nicovid di Miky Marrocco

Mi ci gioco la camicia che il Nicovid non si trova in nessun prontuario medico. In parole povere il Nicovid è un farmaco che non esiste, come quasi niente di ciò che gremisce il libro di Miky Marrocco esiste davvero. “Nicovid. Piccoli momenti di buio” (Neverlab Libri/ Edizioni Del Faro, 2013) è un non-romanzo che proprio per la sua visionaria aleatorietà mi ha fatto pensare a “Fuori orario” di Scorsese, dove niente è come sembra o invece sì, dove la realtà nottuno-metropolitana si sfrangia e ricompatta di continuo, in un incrocio di rifrazioni, onirismi, allucinazioni, ombre e nebbia, passepartout al nucleo chiaroscurale della storia.

Il filo rosso che lega i 27 frame (più che racconti) di questo libro è dato dalla figura del suo protagonista fantasmatico, un medico psichiatra tormentato, maudit - alquanto alla dottor House, per capirci - in profonda crisi esistenziale se è vero che fa incetta degli stessi farmaci che somministra ai pazienti. Il Nicovid fra questi, un rimedio forse peggiore del male: da un lato foriero di dipendenza chimica, dall’altro veicolo d’accesso alle porte della percezione (the doors, ricordate Jim Morrison?), a una dimensione semi-allucinatoria, nella quale la Brianza diventa un altrove insonne, inquieto ed inquietante, e i suoi luoghi-ritrovo sede dei propri e degli altrui incubi. Ne discende un trip notturno & acidissimo, popolato da personaggi alla deriva in un microcosmo nichilista e senza coordinate, paradigma di un’attualità nichilista e senza coordinate.

Malgrado forma e sostanza risultino da romanzo sperimentale - uno dei primi meriti della scrittura di Marrocco è che riesce a imporsi come anti-retorica, anti-didascalica e lineare al tempo stesso - “Nicovid” è un’apprezzabile prova d’autore posta tra la cronaca di provincia e David Lynch: come dire la puntuale descrizione di un “qui e ora” a tratti da docu-fiction e il suo sottotesto oscuro straniante-angosciante. Se amate le storie che non-spiegano, non-imboccano, che sbatacchiano il lettore di qua e di là, storie borderline dal finale aperto, fuori genere e decisamente fuori orario, potreste aver trovato un libro che fa per voi.