Non si dispensano tartase
- Autore: Laura Corsini
- Anno di pubblicazione: 2014
Laura Corsini ci presenta il Suo libro “Non si dispensano tartase”, fresco di uscita per Edizioni 6 pollici, che sarà presentato al salone del Libro di Torino (8/10 maggio 2014)
- Il titolo di questo libro è molto strano. Cosa significa e perché questa scelta?
Non vorrei svelare il significato di questo titolo, è stato scelto proprio per incuriosire le persone a leggere il libro e scoprirlo. Credo che il titolo sia una sorta di biglietto da visita, soprattutto quando il nome dell’autore, sulla copertina, non dice nulla. Allora quelle poche paroline devono avere il difficile compito di rappresentare tante parole, vengono in aiuto a stuzzicare la curiosità e la fantasia. Questo io penso e spero. Comunque non è stato scelto a caso, ha una sua logica precisa, questo è certo.
- Di cosa tratta il libro?
È un romanzo che ha per protagonista un uomo che, a un certo punto della sua vita, deve trovare nuove motivazioni, nuova spinta ad andare avanti. Sarà un incontro bizzarro e inaspettato a offrirgli la classica seconda possibilità. Ho scelto un personaggio di sesso maschile per mettere alla prova me stessa. Uno scrittore che abbia stoffa deve essere capace anche di andare oltre l’autobiografismo, nascondersi, celarsi, far vivere qualcosa che sia altro da sé. Tutti sono capaci di parlare di fatti vissuti o emozioni provate. Io qui tratto dell’educazione sentimentale di un maschio, di avvenimenti che, naturalmente, non ho vissuto. Provengono da racconti, confidenze, osservazioni. Tante cose mischiate insieme.
- Perché hai deciso di scrivere un libro del genere?
Il libro esalta la parola scritta, la scrittura come risorsa. Questa è la mia poetica, la mia emozione che vorrei far provare anche agli altri. La scrittura mi ha più volte salvata, nel corso della vita e lo stesso è stato per la lettura dei miei scrittori preferiti. In un certo senso vorrei che questo libro aiutasse tutti quelli che, a un certo punto della vita, perdono l’entusiasmo di andare avanti. So che può capitare.
- Chi vorresti che leggesse questo romanzo?
In realtà mi piacerebbe che lo leggessero tutti. Ho scritto di un maschio proprio per evitare che il pubblico fosse solamente femminile. Anche l’uomo ha la sua sensibilità, le sue fragilità che spesso nasconde. Qui molti uomini, forse, potranno ritrovare un pezzetto di se stessi, i loro problemi sia piccoli che grandi. Non vi troveranno le soluzioni, ma conosceranno un personaggio che, in qualche modo, si è rialzato dalla caduta. Le vicende che vengono narrate nella prima parte del libro, quella dedicata al passato di Guido, ai ricordi delle prime esperienze amorose, sono tutte vere, solo che non appartengono a un’unica persona ma sono una sorta di patchwork in cui le pezze colorate, cucite insieme, formano una calda coperta.
- Il personaggio a cui sei affezionata è quindi Guido, il protagonista?
Guido è un uomo fragile e tormentato, sensibile come io sono e non posso che volergli un bene immenso. Medea, però, con il nome di una maga e l’aspetto di una donna d’altri tempi, è una persona straordinaria, delicata, frizzante, fuori dal comune. Anche Giulio, il figlio, ha qualcosa di tenero e, sotto la sua scorza, nasconde una ricchezza incredibile. Sono affezionata a tutti loro, mi sembra quasi che siano ormai persone reali, li vedo muoversi e agire ormai staccati da me, come figli diventati grandi.
- Un consiglio per i lettori?
Se volete leggere “Non si dispensano tartase” il luogo migliore è in treno o in autobus. Il viaggio sarà più corto, inoltre i ricordi più belli che ho circa la lettura sono legati a viaggi in treno. Ci si riesce a estraniare molto bene, il viaggio in un certo senso fa viaggiare anche la fantasia, porta la mente lontano. E poi mi piacerebbe, su un treno qualsiasi in un giorno qualsiasi, incontrare una persona con in mano l’inequivocabile copertina gialla.
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