Notte fonda
- Autore: Paolo Bonolis
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2022
Una copertina semplice ma molto suggestiva, quella di Notte fonda (Rizzoli, 2022) di Paolo Bonolis, tornato in libreria dopo il suo bestseller Perché parlavo da solo (Rizzoli, 2019): il colore blu dell’"ombra" alle spalle della coppia sembra rievocare tutta la profondità e l’intensità che metaforicamente e concettualmente risiede nel colore stesso, e non solo nel cielo stellato di una notte serena; quella pennellata di un cielo trapunto di stelle sembra destinata ad aprire un nitido e profondo "squarcio liberatorio" nell’anima di un individuo, spingendolo a (ri)scoprire la vera bellezza segretamente celata nel suo "io" interiore e in quello di chi gli sta accanto.
Una coppia di coniugi - un Lui e una Lei, così sono semplicemente definiti i personaggi principali, senza nome di battesimo - si incammina verso casa dopo una serata trascorsa fuori e nel mentre, lentamente ma sempre più profondamente, intessono un dialogo "rivelatore", apparentemente semplice - perché si parla di tutto un po’, anche di cose quotidiane, leggere, forse banali - ma che in verità si rivela a mano a mano denso di tante cose, di molti quesiti, di importanti riflessioni sia di stampo privato, personale sia di natura universale.
Un incalzante e interessante "botta e risposta", a chi dice "la sua" per ultimo, quello fra Lui e Lei, entrambi adottando un punto di vista differente sulle cose, da una parte un approccio più analitico, freddo e serio quello di Lui e dall’altra una filosofia di vita più "stoica", leggera, a tratti frizzante quella di Lei -, un dialogo costruttivo che mette in luce i chiaroscuri della vita, il loro rapporto di coppia e quello con il figlio Marco, così come il legame che ciascuno di noi ha instaurato con il progresso e la tecnologia, quest’ultimo senza dubbio il tema portante del libro, un pozzo senza fine di fondamentali riflessioni sull’uso - e l’abuso - dello smartphone.
No, non sono fissato. Si chiama memoria, vissuto, realtà, esperienza, dimensione tridimensionale dell’esistenza. Cose che si stanno completamente perdendo. E sai perché? Perché anche la memoria è diventata una fatica intollerabile. Tutto quello che chiede tempo, pausa, stacco, è fatica. La tecnologia invece corre, continua a trasformarsi, a muoversi, a cambiare. E noi vogliamo farlo alla stessa velocità, ma non si può. Quella velocità è troppo veloce, supera di gran lunga quella nostra, intendo dire biologica, ci spinge a una rincorsa impossibile...
Lui propenso a vedere il bicchiere "mezzo vuoto", a rintracciare e a elencare gli eventuali "danni" mentali e fisici che può comportare lo stare sempre davanti allo schermo di un telefonino - lo chiama "quel coso" -, mentre Lei a vederlo "mezzo pieno", facendo leva invece sugli aspetti positivi relativi alla fruibilità e alla velocità con cui ciascuno di noi può reperire e immagazzinare informazioni di ogni natura.
Tuttavia, secondo Lui, dove risiede la vera presa di coscienza? Cosa può lasciarci concretamente, nella vita reale, tangibile di tutti i giorni, l’avvalersi sempre e comunque del mondo fittizio che si cela dietro a uno schermo?
Ciò che Lui sostiene è che il nostro destino, parallelamente al progresso e alla velocità che costituirebbero le nostre nuove coordinate spazio-temporali, la nostra latitudine e longitudine, coincida in realtà con un generale impoverimento della mente, del cuore e dello spirito, con l’affievolirsi progressivo e l’inevitabile perdita di ciò che costituisce riflessione profonda, ragionamento, concentrazione, memoria, sforzo, affaticamento, immaginazione, fantasia e creatività; per cui, il rischio di non riconoscerci più in uno spazio e in un tempo reali, concreti, di non riuscire più a recuperare queste nostre vere coordinate, a rapportarci con il nostro "io" più vero e profondo e con chi ci sta attorno fisicamente e quotidianamente è davvero alto e fonte di preoccupazione.
Ma su una cosa mi piacerebbe riuscire a convincervi ed è quella benedetta legge che impedisca l’utilizzo dello smartphone prima dei 16 anni. Quanto vorrei vedere i ragazzi crescere con larghe spalle analogiche in grado di sostenere con maggior consapevolezza e robustezza il loro futuro digitale.
Un libro intelligente, perché veritiero e riflessivo, profondo e ironico al contempo, come sa essere la natura di Paolo uomo: perché, in fondo, si può dire la verità anche con un sincero sorriso in volto.
Un dialogo "a cielo aperto", costruttivo e profondo, sul legame uomo-tecnologia.
Una dedica coraggiosa, senza filtri, "a chi viene, a chi resta e a chi va", come afferma l’autore.
Notte fonda
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