La trama dell’Odissea dovrebbe essere ben nota a tutti, dal momento che si studia sin da bambini e dato che l’opera di Omero è una delle basi della letteratura occidentale. Tutti sappiamo le vicende che portano Ulisse a fuggire da Troia, tutti conosciamo le prodezze dell’eroe che affronta gli usurpatori per la usa Penelope, ma spesso non conosciamo la trama del poema libro per libro.
Il personaggio di Ulisse viene caratterizzato da Omero, o da chi scrisse, l’opera in modo che possa incarnare l’eroe in ogni suo elemento, diventandone quasi l’emblema.
I 24 libri del poema omerico raccontano in modo molto dettagliato alcune avventure del personaggio principale e il viaggio di ritorno a casa (nostos in Greco). Diciamo sin da ora che l’opera si divide in 3 parti:
- Telemachia, che va dal I libro al IV, in cui si racconta del figlio di Odisseo, Telemaco;
- Viaggio, che va dal V libro al XII e racconta appunto del lungo percorso intrapreso dall’eroe per tornare nella sua madre patria;
- Ritorno e vendetta, che invece va dal XIII libro fino alla fine dell’opera e quindi al XXIV ed è la parte in cui si racconta del rientro in casa di Ulisse e del suo piano per cacciare dalla sua dimora gli usurpatori.
Ora che abbiamo ben chiaro il piano dell’opera, possiamo vedere come si struttura la trama dell’Odissea andandola a scoprire nelle sue tre sezioni principali, così da approfondire bene ogni tappa del lungo viaggio di Odisseo. Vedremo poi alcune caratteristiche dei poemi omerici e dell’Odissea in particolare, in modo da comprendere bene l’opera.
Odissea, trama: cosa succede in ogni libro
Ci aspetta un lungo viaggio alla scoperta del racconto che Omero fece del ritorno a casa di Ulisse, dal momento che quest’opera si articola in ben 24 libri. Precisiamo che la divisione in libri di questo poema è successiva, come anche la stesura e che si tratta di un’operazione meticolosa effettuata da alcuni studiosi nel periodo alessandrino.
L’Odissea si apre con un prologo, una parte di testo in cui il poeta invoca la Musa e la prega di sostenerlo nel suo racconto, senza fargli mai perdere l’ispirazione. In questo passaggio si descrive subito il nostro protagonista e si mostra come sia un eroe diverso da Achille, che aveva caratterizzato le vicende dell’Iliade. Odisseo è infatti un uomo attaccato alla propria famiglia, razionale, coraggioso sì, ma anche astuto e furbo, in grado di volgere le vicende a proprio favore. Iniziano così gli avvenimenti del testo che racconta il viaggio di Odisseo verso casa. Scopriamo ora come si articola la trama dei 24 libri dell’opera, riportando la divisione ormai canonica nelle tre sezioni sopra descritte.
Telemachia: trama dell’Odissea dal libro I al IV
Quando Odisseo parti per prendere parte alla guerra di Troia il figlio Telemaco era appena nato e ora lo ritroviamo ventenne, mentre vive con la madre Penelope e i proci. Sono trascorsi 10 anni dalla fine della guerra di Troia, ma Ulisse ancora non fa ritorno a casa e i predenti al trono, quelli che nella narrazione vengono definiti proci, si sono insediati nella casa regale e attendono che la regina scelga uno di loro per diventare nuova re.
Penelope è certa però che il marito sia ancora vivo e decide quindi di attenderlo il più possibile, ordendo l’inganno della tessitura del sudario che dovrebbe accogliere le spoglie del padre di Ulisse, Laerte. La donna durante il giorno tesse questa tela, che poi disfa durante la notte, in modo da ricominciare da capo il lavoro ogni giorno.
Mentre nella reggia di Itaca avvengono questi fatti gli dei si riuniscono in concilio: Ulisse è prigioniero della ninfa Calipso da ormai 8 anni e non riesce a riprendere il viaggio dall’isola di Ogigia. Poseidone da tempo è riuscito a bloccare l’eroe in questa tappa del percorso, dal momento che fu proprio Ulisse a ideare il piano del cavallo che avrebbe portato alla fine della città di Troia. Il dio però in questo concilio non è presente e gli altri dei prendono il comando della situazione, decidendo di riportare Ulisse dalla propria famiglia.
Mentre Ermes si reca dalla ninfa per dirle di rilasciare Ulisse, Atena, sotto le mentite spoglie di Mentes, si reca da Telemaco, per spingere il figlio ad andare alla ricerca di Ulisse.
Telemaco si reca così alla ricerca del padre, ma tenendo nascosta la sua spedizione a Penelope. Il figlio di Ulisse si reca quindi dai grandi eroi che abbiamo conosciuto nell’Iliade e giunge prima da Nestore e poi, accompagnato dal figlio di questo, da Menelao a Sparta. Sarà qui che il figlio di Ulisse saprà che il padre è prigioniero della ninfa Calipso e soprattutto sarà qui che i lettori scopriranno della morte di Agamennone. Omero racconta infatti che l’eroe greco, una volta tornato a casa, verrà ucciso dalla moglie Clitemnestra e dall’amante Egisto; una parte di racconto che poi verrà poi ripresa dai tragediografi in un periodo più avanzato della letteratura greca.
Intanto la reggia di Itaca è rimasta sotto la guida di Antinoo, ma ben presto i proci si renderanno conto dell’assenza del figlio di Ulisse, legittimo erede al trono, per cui decideranno di ordire un piano per liberarsi del ragazzo e avere il campo libero per la loro ascesa al potere. Penelope però scoprirà il piano dei suoi pretendenti e si rivolgerà ad Atena, chiedendo protezione per il figlio. La dea risponderà alle sue richieste e le apparirà in sogno, rassicurandola sulle sorti di Telemaco.
Il viaggio di Ulisse, trama dell’Odissea dal libro V al XII
Calipso ha ricevuto da Ermes l’ordine di lasciar partire Ulisse, ma cerca comunque di continuare a far rimanere l’eroe sull’isola promettendogli in dono l’immortalità. L’uomo però decide di rifiutare la proposta della ninfa, sentendo troppo la mancanza di casa e della patria, preferisce quindi ripartire alla volta di Itaca. Calipso decide così di aiutarlo a costruire la zattera che gli permetterà di attraversare il mare. Dopo due giorni di navigazione senza problemi Poseidone scatenerà una forte tempesta che porterà Ulisse ad allontanarsi dalla meta e ad essere sul punto di morire. Solo l’intervento di Atena permetterà a Ulisse si salvarsi e di approdare sulla spiaggia di Scheria, dove si addormenterà.
La dea apparirà nel frattempo in sogno a Nausicaa, figlia del re dell’isola Alcinoo, invitandola ad andare al fiume il giorno seguente per lavare i panni insieme alle sue ancelle. Sarà proprio in questo modo che la figlia del re incontrerà Ulisse, che dopo il lungo viaggio ha più l’aspetto di un vagabondo che di un eroe epico. Nausicaa sarà la sola del gruppo ad avere il coraggio di parlare con Ulisse e soprattutto di offrirgli il suo aiuto, senza conoscerne l’identità.
Alcinoo, dopo aver accettato l’ospite in casa propria, organizza un banchetto in suo onore e sarà proprio nel corso di questo festeggiamento che vi sarà la rivelazione dell’identità dell’eroe. Un cantore infatti inizia a raccontare gli avvenimenti della guerra di Troia e Ulisse non riuscirà a trattenere le lacrime, sentendo i fatti che lui ha vissuto in prima persona. Il re di Scheria chiederà all’ospite di rivelare quindi la propria identità e sarà a questo punto che l’eroe si rivelerà e inizierà il racconto, mediante flashback, delle sue vicende una volta abbandonata la città di Troia.
La prima tappa del suo lungo viaggio è stata l’isola dei Ciconi e poi il viaggio è proseguito con l’arrivo all’isola dei Lotofagi, un luogo particolare dove gli abitanti si nutrono di fiori di loto, che gli permettono di dimenticare il passato.
Da quest’isola Ulisse e i compagni sono poi approdati all’isola dei Ciclopi, giganti con un solo occhio, dove avviene uno degli episodi più conosciuti dell’Odissea e dove Ulisse mette in atto la sua nota furbizia.
Catturati da Polifemo riusciranno a scappare solo grazie al piano ordito da Ulisse che, dopo aver fatto ubriacare il gigante e ad averlo accecato, fa nascondere i compagni sotto il ventre delle pecore di Polifemo. Il gigante toccando le bestie non riuscirà a scoprire l’inganno, nessuno accorrerà in suo soccorso dal momento che griderà che Nessuno (nome con cui Ulisse aveva detto di chiamarsi) lo ha accecato e l’eroe con i suoi compagni continueranno la loro traversata.
Dopo la tappa presso l’isola dei Ciclopi, Ulisse e i compagni andranno da Eolo e qui il dio darà al gruppo un vaso nel quale sono racchiusi tutti i venti che gli impedirebbero la navigazione. Purtroppo però, quando ormai dalla nave riescono a vedere le sponde dell’amata Itaca, il vaso viene aperto dai naviganti, che si sono convinti che al suo interno vi sia un tesoro. La nave viene respinta di nuovo in alto mare e Ulisse è costretto a tornare da Eolo per chiedere perdono e invocarne ancora la protezione. La tappa successiva sarà la terra dei Lestrigoni, giganti cannibali che uccideranno gran parte dell’equipaggio e da cui Ulisse riuscirà a fuggire con l’unica nave rimasta intatta.
La nave arriverà nell’isola della maga Circe, che sarà subito attratta da Ulisse e deciderà di tenerlo sull’isola. I compagni dell’eroe verranno qui trasformati in maiali e Ulisse si salverà solo grazie ad una pianta magica regalatagli da Ermes. Rimarrà sull’isola della maga Circe per un intero anno, sarà proprio grazie alla maga che potrà scendere nell’Ade e incontrare l’indovino Tiresia, che gli predirà la lotta con i proci, ma soprattutto gli mostrerà la sua morte lontano dalla propria patria.
Sarà poi la maga stessa a consigliare al nostro eroe di riprendere il suo viaggio per mare, che lo porterà ad imbattersi nelle Sirene. Anche in questo caso sarà la furbizia di Ulisse a permettere a lui e ai compagni di passare l’ostacolo indenni: mentre obbligherà tutti a mettere tappi di cera, in modo da non ascoltare il canto delle Sirene, lui si farà legare al palo della nave, così da essere sicuro di non poter commettere errori, ma di avere anche la possibilità di sentire il canto di questi esseri.
Riusciranno così a passare anche i mostri Scilla e Cariddi, approdando in Sicilia, dover però i compagni dell’eroe, stremati dal lunghissimo viaggio e della fame, mangeranno le vacche del dio Sole. Il dio adiratosi manderà una tempesta che porterà Ulisse sull’isola di Calipso, dove rimarrà per 8 anni, prima dell’intervento divino di cui ci è stato raccontato nei primi libri del poema.
Si chiude in questo modo la narrazione dell’eroe alla reggia di Alcinoo, dove tutti sono commossi dalle incredibili avventure di Ulisse e decidono di aiutarlo portandolo finalmente nella sua terra, Itaca.
Odissea, trama: il ritorno a Itaca e la vendetta
Non appena arrivato sulla spiaggia di Itaca Ulisse, grazie ad un sortilegio di Atena, assume le sembianze di un vecchio medicante, in modo che nessuno possa scoprire la sua identità. La dea dopo aver messo in salvo il suo eroe andrà da Telemaco, per esortarlo a tornare nuovamente a Itaca. Ulisse si recherà a casa di Eumeo, porcaro rimastogli fedele in tutti questi anni e del quale l’eroe si fida. Sarà qui che lo raggiungerà Telemaco, insieme al quale ordiranno il piano per cacciare i proci.
L’eroe del poema, ancora sotto mentite spoglie, si reca alla reggia, dove può costatare con i suoi occhi le orribili azioni dei proci e la loro ignoranza. Arrivato a casa si avrà l’incontro con il vecchio cane Argo, che riconoscerà il padrone e morirà subito dopo averlo visto.
Riuscirà così a parlare con la moglie Penelope, che però non riuscirà a riconoscerlo, dato l’aspetto donatogli da Atena. L’eroe si troverà così in casa sua in incognito e potrà provare sulla sua pelle le cattiverie dei proci che si prenderanno anche beffa di lui, credendolo un povero vecchio.
Si arriva così al piano di Ulisse e del figlio, Penelope indice una gara con l’arco: chi riuscirà a far passare la freccia scoccata dall’arco di Ulisse nell’anello di 12 scruri potrà sposarla. Ovviamente tutti i pretendenti falliscono miseramente, mentre Ulisse con facilità riesce nell’impresa e insieme a Telemaco stermina tutti gli usurpatori al trono, riportando così la pace nella sua dimora.
Solo dopo l’impresa sin mostrerà alla moglie che, per sapere se si tratti davvero del marito, gli chiederà di descrivere il loro letto nunziale, che Ulisse aveva costruito con le proprie mani. Ulisse riuscirà così a ritornare a casa, a uccide i pretendenti al trono e soprattutto a portare nuovamente pace e tranquillità nella sua terra. Si conclude così il nostros di Ulisse che riesce a tornare a casa, superando tantissimi ostacoli e problemi.
Odissea: caratteristiche del poema
L’Odissea è da sempre considerata l’opera della maturità di Omero, per le caratteristiche dell’opera, per quelle dei personaggi e per il modo di agire di Ulisse. Alla figura di Achille, pronto a gettarsi nella mischia e a difendere ad ogni costo la sua patria, si contrappone quella di Ulisse che invece risulta più oculato. Negli epiteti che Omero usa per descrivere il suo personaggio non vi sono mai riferimenti alla forza bruta, ma sempre e solo alla mente di Odisseo che per tutta la narrazione riesce a risolvere i problemi grazie a espedienti astuti.
Omero in questo secondo poema ci presenta un protagonista che mostra una nuova figura di eroe, attaccato alla conoscenza, che cerca in ogni modo di scoprire i luoghi che lo circondano. La sete di conoscenza di Ulisse è una delle caratteristiche di questo personaggio e l’episodio delle Sirene ne è un chiaro esempio.
Nel poema vengono però mostrati anche i difetti dell’eroe che mostra anche un grandissimo orgoglio, elemento che gli causerà non pochi guai. Nell’episodio dell’accecamento di Polifemo il piano era riuscito alla perfezione, ma Ulisse voleva troppo che il gigante conoscesse il nome di chi aveva ordito il piano e lo aveva portato ala cecità. Una volta sulla barca, lontano dalla terra ferma, Ulisse griderà a Polifemo il suo vero nome, facendo ricadere su di sé le ire di Poseidone, padre del ciclope.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Odissea: trama libro per libro e caratteristiche dell’opera di Omero
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