Ora che eravamo libere
- Autore: Henriette Roosenburg
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2021
Fazi pubblica nella collana “Le strade” Ora che eravamo libere (2021, titolo originale The Walls Came Tumbling Down, traduzione di Arianna Pelagalli), memoir che la giornalista olandese Henriette Roosenburg (1916 – 1972), che aveva preso parte alla Resistenza del suo Paese durante la II Guerra Mondiale, pubblicò nel 1957.
“Il 5 maggio 1945 fu una giornata di presagi”.
I soldati russi stavano per liberare il campo di prigionia di Waldheim, un piccolo villaggio nella Germania sud-orientale, e Henriette Roosenburg faceva parte di quei prigionieri.
Il “curriculum Vitae” di Henriette era denso di avvenimenti significativi: laureatasi in Letteratura olandese e francese all’Università di Leida, Henriette aveva cominciato a lavorare nella stampa clandestina all’inizio della II Guerra Mondiale, e dopo un po’ di tempo era diventata una staffetta in Belgio, Francia e Svizzera per un gruppo di partigiani, i quali trasmettevano informazioni sugli spostamenti delle truppe tedesche al governo olandese a Londra. Come staffetta, Henriette percorreva spesso le vie di fuga e le era capitato di aiutare dei soldati alleati, che si erano persi. Catturata nel marzo 1944 fu condannata a morte.
Quando ai primi di maggio nel campo di prigionia di Waldheim i soldati russi avevano aperto le pesanti porte, i prigionieri, pur anelando da tempo questo momento, non sapevano cosa fare. Ciascuno di loro, nel segreto del proprio cuore, doveva aver sperato che alla riapertura delle porte sarebbe successo qualcosa di sensazionale; ma non accadde nulla e quel vortice di speranze si trasformò in un baratro di sconforto. Henriette e le sue compagne Joke e Nell, ora che erano libere, avevano appreso una notizia a dir poco sensazionale: Hitler era morto. Era arrivato il momento di mettersi in marcia per tentare di tornare a casa. Tenendosi per mano, Henriette e le sue compagne proseguirono lungo la strada senza sapere né dove fossero né cosa cercassero, mosse solo dal desiderio di assaporare un po’ di quella libertà tanto a lungo desiderata. Non erano arrivate molto lontano quando erano incappate in una jeep americana ferma in mezzo alla carreggiata. Seduti sul cofano, intenti a osservare il caos che infuriava intorno a loro, c’erano due soldati americani, che alle ex prigioniere erano sembrati degli dèi. Quei soldati erano la personificazione dei liberatori che avevano sempre sognato. I soldati avevano consigliato loro di arrivare da sole fino alle linee americane, lì avrebbero ottenuto assistenza.
“Ne abbiamo già un milione di voialtri”, aggiunse uno dei due.
Poco più lontano le tre donne avevano incontrato un altro ex prigioniero, il marinaio mercantile olandese Dries, un ragazzo allampanato, reduce da una serie di peripezie e anche lui come loro, condannato a morte.
Praticamente in coro, dicemmo: “Unisciti a noi”, e lui accettò.
“Ai miei amici Joke, Nell, Dries e Jos, e a quanti sono morti affinché l’Olanda potesse vivere”.
Questa la dedica del memoir la cui autrice, emigrata dopo la guerra negli USA, dove era diventata una delle firme di maggior prestigio di “Time”, offre al lettore una testimonianza di coraggio e resilienza. È la stessa voce di Henriette Roosenburg che racconta la propria odissea, quel lungo viaggio attraverso una Germania distrutta, compiuto per tornare a casa, dove abbracciare di nuovo la sua famiglia. Gli occhi di Henriette vedranno di tutto, e il suo sguardo da reporter non tralascerà nulla, tra nazisti in fuga e soldati alleati padroni del territorio. Ecco perché questo documento, riscoperto a livello internazionale, resta ancora, a tanti anni dalla sua prima pubblicazione, una traccia indelebile e soprattutto memoria per le giovani generazioni.
“Questa è la storia della liberazione di quattro prigionieri politici olandesi alla fine
della seconda guerra mondiale e del loro viaggio di ritorno a casa dopo che i soldati russi li liberarono dalla prigione di Waldheim, un piccolo villaggio nella Germania sud-orientale”.
Ora che eravamo libere
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