Orm il Rosso
- Autore: Frans Gunnar Bengtsson
- Genere: Avventura
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BEAT
- Anno di pubblicazione: 2015
Le navi dei Vichinghi atto secondo.
Come Orm si costruì casa e chiesa e gli battezzarono le figlie dai capelli rossi: è il primo dei capitoli del secondo volume della saga di Rode Orm, Orm il Rosso, l’eroe normanno creato decenni fa da un poeti e scrittori svedesi appassionato di epica, Frans Gunnar Bengtsson. Dopo “Le navi dei Vichinghi”, pubblicato nel 2014, Beat Edizioni ha proposto il successivo e ultimo titolo (gli inediti uscirono in Svezia tra il 1941 e il 1945) “Orm il Rosso. Le navi dei Vichinghi II”, (BEAT, 2015 - 288 pagine 15,90 euro).
Bengtsson è vissuto tra il 1894 e il 1954. Lettore entusiasta di avventure di cavalieri, scudi e spade – amava il grande Walter Scott, ma anche il medievale Francois Villon – mise la sua penna competente al servizio di storie dei tempi antichi, nei suoi grandi cicli sui protagonisti nordici dell’Anno Mille.
Orm, figlio di Toste e fratello del mitico Odd, anche lui rosso, ha superato nel primo libro vicissitudini presso i Vichinghi e nel Mediterraneo. Lasciati gli Arabi alle spalle, ha raggiunto le isole britanniche, dove ha messo a soqquadro le terre del re di Inghilterra Etelredo.
Per inciso, il generoso ma caratterialmente instabile Orm era riuscito a sfuggire anche ai Mori di Spagna. È danese, non proprio vichingo, ma nemmeno etnicamente così lontano da quel popolo del Nord. Non è certo nelle grazie di re Sven, ma con la sua astuzia, l’abilità nel combattimento e nel governo delle navi, riesce da tre anni a sottrarsi alla banda di manigoldi che il sovrano gli messo alle costole. La mamma Asa ha ereditato dal padre re, Harald, una proprietà nelle terre di confine ed è lì che Orm si dirige con la famiglia al completo, la stessa Asa, la moglie Ylva, servi, sacerdote, animali e tutto l’argento e gli oggetti che può portare appresso.
Certo, l’edificio locale è ben misera cosa, affidato a un balivo anziano, con vecchia consorte e una corte di oche. Quattro assi una sull’altra, niente di più. Ci sarà da fare.
Il primo inverno a Groning si rivela difficile, affamati come sono e circondati da vicini ostili. Basta dire che uno, Gudmund di Uvaberg, soprannominato Gunnar il Tempestoso, respinge gli inviati di Orm ad acquistare luppolo. Dice che non sa che farsene di un confinante debole e che ha sposato la fede di Cristo, un dio fiacco rispetto alle divinità guerriere dei Dani. Sarà costretto suo malgrado a ricredersi, sospeso a testa in giù sul pozzo, tenuto per una gamba sola dal Rosso, che con quattro uomini di valore ha fatto irruzione in casa Gudmund poco prima dell’alba.
Chi non conosce ancora Orm il Rosso – forte, rude, giusto, perfino spiritoso a modo suo – potrà scoprire le sue attitudini nell’episodio della nascita delle gemelle, che dopo l’incontro col vicino riottoso apre il romanzo numero due.
Dopo un doloroso travaglio, vengono alla luce due bambine, per la delusione di Asa e Ylva, ma quando le poggiano sulle ginocchia del padre, questi trova ben poco di cui lamentarsi. Le piccole si agitano col vigore di due maschietti e Orm riguadagna l’allegria, convincendosi in fretta che essendo due femminucce non potranno mai diventare altro. Resta una perplessità, tuttavia: deriva dal fatto che si annunciano di capigliatura rossa. Questo può far supporre che rischiano di ereditare anche una somiglianza nei tratti del volto e il pensiero di un destino così ingrato incombente sulle creaturine non gli piaceva affatto.
Crescono in fretta, godendo della migliore salute sviluppano un carattere forte. Non è facile distinguere quale fosse la più ostinata. A Ludmilla le donne ripetevano sempre che avere ricevuto il nome di una santa avrebbe dovuto ispirare il suo comportamento, sul quale la circostanza sembra invece del tutto ininfluente.
Quando Orm ha finalmente completato la sua chiesa spaziosa, capace di ospitare sessanta persone sedute, nasce un maschietto, per l’orgoglio di Ylva. Il piccolo non mostra alcun difetto fisico ed esibisce polmoni d’acciaio. Viene anche lui portato al cospetto del papà, per il primo incontro e Orm, tra lo sconcerto di padre Vilibaldo, compie il rito pagano che si ripete da generazioni nella sua famiglia. Mette un po’ farina e sale sulla punta della sua spada, poi avvicina con attenzione le labbra del piccolo, finchè la lingua del neonato non lecca l’offerta, come Orm ha fatto alla nascita. Non accetta che il nipote di re Harald possa iniziare la vita diversamente.
Il danese dai capelli rossi è di umore celestiale ed è pronto ad affrontare le tante nuove avventure che gli toccano.
Orm il rosso. Le navi dei vichinghi (Vol. 2)
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Ho letto anche questo libro e l’ho apprezzato molto. Ottima la recensione che analizza il testo in profondità.