Ossessioni di Patrick Süskind

Il drammaturgo e scrittore tedesco Patrick Süskind scrive questa raccolta di racconti “Ossessioni” (Longanesi, 2007) partendo da una storia brevissima e intensa: quella di una giovane artista, una pittrice, che riceve una critica alle sue opere con “scarsa profondità”.
“L’assillo della profondità” (Der Zwang zur Tief, titolo originale), la porta a interrogarsi sul significato di quest’opinione negativa e, non trovando risposta, pian piano si abbandona a un destino in cui la vita le appare senza senso e senza significato. Alla fine si suicida. È una storia spiazzante e racconta di come sia possibile essere preda di ossessioni e, forse, tante persone, pur non cadendo in depressione, hanno subito il giudizio altrui come un macigno inspiegabile e, al contempo, insormontabile.

Il secondo romanzo “Una sfida” (Ein Kampf) è avvincente. L’autore ha reso una partita a scacchi quasi in versione da “giallo”, “noir”. I pezzi degli scacchi sono mossi da uno sfidante di un provetto giocatore che è un ragazzo sfrontato, ardito, dal bell’aspetto, accompagnato da un piglio sicuro, il giovane spiazza continuamente il più anziano. Le mosse del giovane scacchista danno l’impressione di essere frutto di un’analisi attenta e fulminea assieme; appare, quindi, come uno stratega arguto e capace. Per lui cominciano a tifare le persone presenti all’incontro - scontro, mossa dopo mossa le azioni del giovane scacchista appaiono incomprensibili e, contemporaneamente, ammirate dai presenti. Perde continuamente pezzi e il gioco al massacro delle sue pedine appare come una strategia occulta e, di per sé, fatta apposta per essere vincente. Il giocatore anziano resta soggiogato dal piglio sicuro e sfrontato dello sfidante e gioca sempre più cautamente, pavido e quasi incapace di reagire alle mosse fulminee dell’avversario. Ma alla fine la sua esperienza ha il sopravvento, e il giovane scacchista con una mossa sconveniente interrompe la partita, ma il vecchio scacchista resta comunque sconfitto e alla fine decide l’abbandono della scacchiera.

Il terzo racconto Il testamento di Maître Mussard (Das Vermächtnis des Maître Mussard) ruota attorno all’ossessione di un uomo che vede tutto il suolo e sottosuolo tendere ad assumere la forma e la sostanza di conchiglie. La considerazione finale, infine, “Amnesia in litteris” sembra proprio che sia qualcosa che accade a noi stessi continuamente.
Di fronte a un libro l’autore legge e sottolinea il testo proprio là dove già sottolineato e si accorge che quelle sottolineature, quelle note, sono state apposte da lui stesso. Difficile è il ricordare quanto, come e perché. La stessa amnesia lo prende a leggere e rileggere i titoli dei libri della sua biblioteca, dei quali ricorda di aver letto i volumi, ma non ricorda più i contenuti.
Non è, forse, quello che accade a molti di noi?