Ricordi di guerra. Con la Julia sui fronti greco albanese russo 1939-1943
- Autore: Domenico Rossotto
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Per Riccardo è sempre stato lo zio Domenico. Lo ricorda uomo affascinante, tutto d’un pezzo, con un fisico atletico nonostante l’ottantina d’anni, mezzo secolo fa. Se Domenico Rossotto ha scritto il diario Ricordi di guerra. Con la Julia sui fronti greco-albanese russo 1939-1943, il pronipote Riccardo ne ha curato l’edizione nella primavera 2022, per le fidentine Edizioni Mattioli 1885, collana Archivio Storia, 288 pagine.
Da adolescente, Riccardo Rossotto sapeva che il fratello del nonno Camillo aveva comandato per sei anni un reparto di artiglieria alpina della Julia. Lo incontrava sempre con rispetto, nelle vacanze a Bordighera, interrogandolo sulla guerra, chiedendogli come avesse fatto a riportare a casa i suoi ragazzi dall’Albania, Grecia, Russia (non tutti purtroppo, con enorme dolore). L’anziano parente era disposto a parlare della guerra in generale, ma non a fornire dettagli sul suo ruolo nel conflitto. Solo dopo la scomparsa, un adulto Riccardo ha potuto approfondire la storia personale del prozio, scoprendo quanto sia stata grande, meritevole, significativa.
Domenico, "papà Rossotto" per i suoi alpini, era il "colonnello Verdotti" di Centomila gavette di ghiaccio di Giulio Bedeschi, il comandante che guida paternamente le sue Penne Nere superstiti nella tragica ritirata sulla steppa russa dal bacino del Don. Nato in provincia di Torino nel 1894, è morto nel 1991. Già ufficiale effettivo nella prima guerra mondiale, ha ottenuto nel 1957 l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia. Decorato con quattro medaglie d’argento (che considerava merito solo dei suoi uomini), ha comandato da tenente colonnello il Gruppo Conegliano del 3° Reggimento Artiglieria da montagna della Divisione Julia, dal 1937 al 1943 e sui fronti durissimi nei quali il reparto alpino è stato impegnato.
Riccardo Rossotto, noto avvocato torinese appassionato di storia e soprattutto “curioso del mondo”, aggiunge, vanta una carriera legale prestigiosa e da anni approfondisce eventi storici, coniugando il passato di giornalista con la passione per le vicende e i luoghi in cui si sono svolte. Collabora con la rivista Storia Militare e per Mattioli 1885 ha scritto testi per Archivio Storia.
Il riserbo dell’ex tenente colonnello non ha consentito al ragazzo e poi giovane professionista di soddisfare la curiosità sul comportamento coraggioso di Domenico (sosteneva di aver fatto niente altro che il proprio dovere, come chiunque al suo posto). Alla morte dello zio si è aperta una fase diversa, in cui si è rivelato determinante e l’orgoglio amorevole della cugina Maria Vittoria, figlia del colonnello Rossotto.
Ioia ha fatto tesoro della sua memoria ed ha cominciato ad aprire i cassetti, sottoponendogli gli scritti del padre e la corrispondenza, lettere in cui i suoi ex “bocia” lo ringraziavano con devozione per il modo unico, umano e responsabile con cui li aveva saputi gestire. A quel punto si sono dischiuse tante inedite storie private, soprattutto quella di Domenico. Tutti sottolineavano che aveva sempre interpretato il comando con una sensibilità speciale, che prevaleva sul rapporto gerarchico e rendeva tutti parte di una forte comunità coesa. Governava gli uomini con mano paterna, sorretto da una salda visione morale, attento a ciascuno dei soldati e a comprenderne i problemi. Li chiamava "i miei leoni" e loro “papà Rossotto”.
Emergeva il ricordo dell’uomo, accanto all’instancabile comandante che li aveva guidati e soprattutto salvati nella tragica ritirata.
Riccardo ebbe tra le mani il libro di memorie, intitolato semplicemente e senza retorica Ricordi di guerra, edito per la prima volta nel 1973 da una piccola casa editrice di Cuneo, in pochissime copie introvabili. Nel primo capitolo, il prozio Domenico evidenziava che aveva accettato di buttare giù le memorie di quel periodo per la quasi ossessiva insistenza dei suoi ufficiali. Glielo aveva promesso e soltanto per questa ragione aveva ricostruito le gesta del suo valoroso reparto di artiglieri alpini.
Il nuovo volume Ricordi di guerra. Con la Julia sui fronti greco albanese russo 1939-1943 (Archivio Storia, 2022) raccoglie le memorie militari di Domenico, integrandole con note esplicative, commenti e schede di approfondimento. È corredato da numerose fotografie inedite in bianconero. In appendice: il diario storico del Gruppo Conegliano 3° Reggimento artiglieria da montagna della Divisione alpina Julia, una riflessione sulla modernità della leadership di Rossotto e un toccante incontro di due figlie, nel ricordo di due padri, il colonnello e il sergente maggiore Luigi Pasianotto. Il progetto della riedizione è nato proprio da quell’appuntamento 73 anni dopo.
A firmare la prefazione, mezzo secolo fa - riportata nell’attuale edizione - era stato un amico fraterno, Giulio Bedeschi, giovane ufficiale medico nello stesso 3° Artiglieria alpina della Julia e autore del celebratissimo Centomila gavette di ghiaccio, pubblicato nel 1963, primo di altri testi sulla ritirata di Russia, tra i quali Il peso dello zaino (1966) e Nikolajewka: c’ero anch’io (1972). Come Bedeschi (comandante di una Brigata Nera durante la Resistenza), Rossotto scelse la Repubblica Sociale, per non tradire l’alleanza con i tedeschi, ai quali era riconosceva di avere soccorso l’Italia sul fronte greco. Dovette la vita a un giovane giellino, che nelle giornate della Liberazione lo rilasciò, riconoscendolo come l’ex comandante che aveva aiutato il padre alpino a tornare vivo dalla tragedia in Russia.
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