Riviera di Valentino Ronchi

Nella collana “Le strade”, Fazi pubblica Riviera (2021), esordio narrativo del poeta Valentino Ronchi, nato a Milano nel 1976.

“Una manciata di vecchie ville allineate, al margine estremo della città di Milano. Si affacciano tutte lungo il canale, che qui in questo punto si sfila dalle ultime case verso il niente, alla fine di via Padova, ben oltre il viavai di macchine e di genti”.

Attorno qualche orto, un po’ di boscaglia che borda il corso d’acqua, tre, quattro vie che s’incrociano, una radura di avanzi di biciclette e rottami, barattoli di vernici e vestiti, i resti di una cascina, che si allarga a nord.
Il nome Riviera fu dato a questo posto alla fine del XVIII Secolo, quando nel giro di pochi anni il terreno fu edificato e divenne luogo di residenza patrizia durante le belle stagioni e ritrovo per rade e brevi scampagnate di meno abbienti.
Nel Novecento sono sorte altre ville, anzi alcune modeste villette, dai giardini semplici e dall’eleganza mediocre. Un lungo viottolo di erba calpestata, Via Amalfi, transitabile solo a piedi, unisce le ville e costeggia il tratto di canale. Nel corso del secolo purtroppo Riviera ha perso la nomea di posto esclusivo: sono sorti palazzi e palazzoni, interi quartieri, aziende e dormitori. La tangenziale, con i suoi antiestetici piloni, ha dato il colpo di grazia a un luogo un tempo bello e gradevole alla vista, che chiamare ora Riviera appare ironico, una presa in giro.

Marianna Delfini era nata il 7 gennaio del 1970 in una delle ville più recenti di colore giallo ocra, circondata da un piccolo giardino, con una fontana in pietra e marmo e un’altalena. Marianna nasceva agli albori di un decennio, che avrebbe traghettato l’Italia dal miracolo economico agli anni di piombo e trasformato per sempre il nostro Paese.

“Questo fatto di esser nata il primo anno della nuova decina lo condivideva con la madre, che era del 1950”.

Pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, il lettore si immerge nelle vicende di Marianna, prima bambina, poi ragazza, e infine donna di rara bellezza. Vicende a volte gioiose, spesso dolorose, descritte con estrema sensibilità e grazia dall’autore. E le acque del canale che scorre vicino alla villetta di Marianna scandiscono inesorabilmente lo scorrere del tempo.

“E passò, come tutti, e come passa il tempo, senza realmente passare”.

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