Santi per i giorni d’oggi. Donne e uomini per tutte le stagioni di Enzo Romeo

Santi per i giorni d’oggi. Donne e uomini per tutte le stagioni (Gruppo Editoriale San Paolo 2023, prefazione di Vincenzo Vitale) di Enzo Romeo, caporedattore vaticanista del Tg2 e saggista, raccoglie i ritratti di 185 tra santi e sante di ogni epoca pubblicati sul settimanale Credere dal 2019 al 2023 divisi per stagione.

I testi che leggerete li ho scritti settimana dopo settimana per la rivista Credere, che mi ha affidato la rubrica dal titolo Santi per il giorno d’oggi. Ho iniziato nel novembre 2019 e vado avanti tuttora.

Il giornalista, che da inviato ha seguito i viaggi dei pontefici da Giovanni Paolo II a Papa Francesco, precisa che i “suoi” santi hanno attraversato crisi, guerre, l’intero periodo del covid, le vicende italiane chiedendosi cosa suggeriscono queste vite messe a confronto con i fatti di cronaca. L’esercizio che propone è di legare uno spunto d’attualità alla vita di un santo o di una santa, di un beato o di una beata che fanno parte del martirologio della Chiesa cattolica. Con la consapevolezza che la scia dei santi è sterminata e ben più vasta di quella certificata, per brevità ne citiamo come esempio solo due tra i più venerati.

Francesca Cabrini e i migranti di ieri e di oggi
Santa Francesca Saverio Cabrini, nata a Sant’Angelo Lodigiano nel 1850 e morta a Chicago nel 1917, è stata l’angelo dei migranti italiani, in un periodo in cui milioni di nostri connazionali espatriavano in cerca di lavoro e di una vita migliore.
Uno degli ultimi rapporti della Fondazione Migrantes dice che negli ultimi tredici anni il numero di chi emigra dall’Italia è aumentato del 70,2% e gli iscritti all’AIRE (l’anagrafe dei residenti all’estero) sono passati da poco più di 3,1 milioni a quasi 5,3 milioni.
Suor Francesca cominciò a viaggiare sui bastimenti che portavano i migranti in America condividendone disagi e ristrettezze. Una volta arrivata a destinazione con grande tenacia, aprì scuole, ospedali, case di riposo sempre dalla parte dei sofferenti e bisognosi in una società che spesso giudicava gli italiani come fannulloni o malviventi. Adesso in Italia vi sono persone, che, come la santa, si prodigano verso i migranti che arrivano da noi.

Antonio Abate ovvero come riconciliarsi col creato
Nato a Coma, in Egitto, intorno al 251, Antonio si ritirò nella Tebaide, in zone aspre e rocciose, dando vita a un’esperienza cristiana tra le più feconde della storia: l’anacoretismo. Fino all’ultimo fece della preghiera e della sobrietà più assoluta la sua regola di vita. Tra le sabbie brulle sapeva utilizzare al meglio la poca acqua a disposizione e coltivava un piccolo orto, che gli dava il necessario per nutrirsi. Un regime salutare, tanto che – secondo la tradizione – l’abate Antonio morì alla veneranda età di centocinque anni, intorno al 356. Inoltre il santo è il protettore degli animali, che il 17 gennaio vengono portati nelle chiese per essere benedetti.
In un clima che sta cambiando in modo repentino, il parco metodo antoniano, con le opportune moderazioni, potrebbe rivelarsi prezioso. Le nostre città soffocano per lo smog. I blocchi alla circolazione che volta per volta si ripresentano a Milano, Roma o Torino non bastano a risolvere il problema. Servirebbe un cambio di sistema che consenta di ridurre i consumi.

Un libro curioso e prezioso che induce il lettore insieme al bravo autore a chiedersi se oggi ci sono ancora i santi. Probabilmente andrebbero ricercati tra tutti coloro che svolgono con onestà il proprio lavoro o si adoperano per il prossimo con dedizione. Forse più vicino di quanto non crediamo, nelle nostre città, tra le persone che ci sono vicine.
Sono “i santi della porta accanto”, come li definisce spesso papa Francesco. In questi tempi bui e perigliosi sapere che esiste un santo a cui rivolgersi non può che aiutare a lenire i nostri affanni quotidiani.

I santi sono uomini e donne in carne e ossa, non santini. La loro vita ha molto da dire alla nostra, nel qui e ora della storia.