Sassolino di Marius Marcinkevičius

Due bambini con una stella gialla sulla giacchetta e un cucciolo si affacciano alla finestra del ghetto di Vilnius, in Lituania, nell’estate del 1943. Poi apriamo l’albo “Sassolino”, (Caissa Italia editore 2021, trad. di Elena Montemaggi) che racconta di Rivka e Eitan, due bambini ebrei prigionieri come tutti i loro correligionari, dietro il cancello che si attraversa per non tornare mai più. Eitan tiene in mano l’aquilone, giallo, che vola alto nel cielo fino a quando il filo si spezza. Eitan trova anche un delizioso bagel, giallo, ma gli viene strappato, da un grosso uccello nero dagli occhi cattivi. Dal sud del paese arrivano con il vento le api e grossi uccelli neri che somigliano tanto ai soldati invasori, anche loro neri come i loro lucidi stivali. Quando il bagel viene sottratto ad Eitan dall’uccello nero, solo un cagnolino si oppone, coraggiosamente, ma viene schiacciato, e corre nelle braccia di Rivka, che ha una piccola cicatrice sul viso di cui va fiera.

Questo libro illustrato in modo magistrale da Inga Dagilė racconta in poche pagine poetiche la storia di un paese dove i centomila abitanti ebrei furono interamente sterminati, ricorrendo a immagini simboliche e quasi leggere, come l’aquilone, le foglie gialle che volano via, le api. Eitan suona il violino nella piccola orchestra del ghetto, ma il suo archetto viene distrutto e non si farà in tempo a intagliarne uno nuovo: presto tutti gli abitanti di Vilnius varcheranno quel cancello grigio senza fare ritorno. Tutti diventeranno pietre, anche Eitan sarà un piccolo sassolino, che trova pace solo sul cuore di sua nonna. Tutti saranno pietre, papà, mamma, il falegname, Rivka, la maestra, la zia, il sarto, il musicante, i gemelli, il ciabattino: tutti loro hanno un posto nella contro copertina del libro, tutti sono persone che vanno ricordate nella loro identità, perché, come aveva affermato Primo Levi

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.

Il giallo, il colore della stella che gli ebrei furono costretti a indossare dai nazisti invasori, è il colore base, insieme al nero, di cui l’illustratrice si è servita per rendere con evidenza ai piccoli lettori la potenza di questa storia: il testo, intenso ma mai retorico, è dedicato dall’autore

“A tutti quelli che sono passati dai cancelli”.

Anche la grafica ha un ruolo determinante in queste pagine di carta lucida: caratteri grandi, Pum Pum Pum, caratteri in grassetto, altri più piccoli, pagine nere, altre quasi vuote, altre piene di figure che si stringono le una alle altre. Un libro di grande efficacia comunicativa, dove i due piccoli eroi, Rivka e Eitan, ci restano nel cuore anche se sono ormai solo dei sassolini.

libri_sololibri Seguici

Vedi il post su Instagram Seguici su instagram Seguici