Snowden’s Box. La fiducia nell’era del controllo
- Autore: Jessica Bruder e Dale Maharidge
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Edizioni Clichy
- Anno di pubblicazione: 2022
La Repubblica Democratica Tedesca spiava i cittadini attraverso un capillare meccanismo di delazione presieduto dalla STASI. La DDR è stata - ed è - per ciò oggetto di unanime riprovazione; capofila dello sdegno gli invasati portavoce delle libertà individuali in nome di una democrazia a senso unico-occidentale. Mi piacerebbe per una volta rintracciare cotanto afflato civile allorché delle stesse violazioni si macchi la nazione democratica per eccellenza, l’America spiona del caso "Snowden’s Box”: milioni e milioni di cittadini osservati a loro insaputa né più né meno che nella succursale sovietica della Germania dell’est. Lo scandalo interno forse più clamoroso dopo il Watergate.
Tanto per capirci: il libro di Jessica Bruder (l’autrice di Nomadland) e Dale Maharidge sull’argomento Snowden’s Box. La fiducia nell’era del controllo, (Edizioni Clichy 2022. Traduzione di Giada Diano) potrebbe benissimo scaturire dall’ideazione paranoide-complottista di un emulo di Philip K. Dick.
Invece la storia che racconta va presa per oro colato: un inquietante esempio di dittatura demo(tecno)cratica dei nostri tempi, reale al cento per cento. Il cosiddetto “pacco di Snowden’s” ha ispirato anche due film, uno dei quali – Citizenfour – ha vinto un Oscar nel 2014 (che coscienza adamantina gli americani, democratici fino in fondo, persino nell’auto-sputtanamento!).
Tornando agli aspetti gravi della vicenda, Snowden’s Box fotografa il presente meglio di qualsiasi trama fantascientifica.
Ci siamo dentro fino al collo, signore e signori: spiati, manipolati, alienati, vaccinati, censurati, e questo sotto il paravento globale delle presunte democrazie. Insomma: Snowden’s Box è una tipica storiaccia americana che si presenta coi connotati di parabola geopolitica universale. Una vicenda raggelante in quanto indicativa della piega assunta dai regimi democratici globali (l’ossimoro è voluto), la cui trama è riassumibile nelle parole espresse in prefazione dagli autori (Una rete clandestina per i segreti:
Nella primavera del 2013 una miniera di documenti segreti dell’NSA (l’Ente di Sicurezza Americano, Ndr) ha viaggiato per quasi ottomila chilometri sotto la custodia del servizio postale degli Stati Uniti. Timbrato il 10 maggio in un villaggio dell’isola di Oahu, dove un tempo c’era una piantagione di ananas, il plico segreto si è diretto a Est sorvolando l’oceano Pacifico in un pacchetto a tariffa forfettaria recante un francobollo da 5 dollari e 80. Ha attraversato in largo l’America per poi atterrare, senza troppe cerimonie, al quarto piano di un anonimo palazzo senza ascensore a Brooklyn.
L’indirizzo è quello della regista Laura Potras (futura autrice di Citizenfour), il mittente del pacco sconosciuto, rispondente al nome di Edward Snowden (appunto). L’involucro è di contenuto incandescente: racchiude le prove che il governo degli Stati Uniti ha allestito un vastissimo apparato di sorveglianza usato per spiare il suo stesso popolo. Il lato paradossale della faccenda risiede nel suo contrappasso: il pacco di Snowden viaggia indisturbato attraverso la rete del servizio postale americano, transitando da indirizzo a indirizzo in barba alle maglie tecnologiche dei sistemi repressivi di Stato. Nel racconto giornalistico di Jessica Bruder e Dale Maharidge proprio gli “amici” che - come in una sorta di coraggiosa catena di sant’Antonio - ricevono e veicolano l’involucro, finiscono col diventare co-protagonisti di una sfida sistemica che dai connotati timorosi degli inizi si trasforma nel contributo alla denuncia dei leak di Snowden.
Il racconto ha quasi l’andatura del thriller (a un certo punto sembra davvero di trovarsi su latitudini da regime comunista d’altri tempi), ma è nel suo connotato più esteso – violazione della privacy e azione repressiva di un governo sedicente democratico – che rintraccia la sua propedeutica solidale-resistenziale: ci sono volte che Davide può sconfiggere Golia; le volte che i rapporti fiduciari e di mutuo-aiuto tra persone risultano determinanti per il raggiungimento di libertà e verità.
Lo scandalo raccontato nel romanzo-inchiesta di Jessica Bruder e Dale Maharidge fa riferimento a fatti avvenuti nel 2013.
Da allora l’America e il mondo (le democrazie occidentali del mondo) ne hanno fatto di peggiori nel silenzio generale di media e magistratura. Ne discende che occorre non allentare la presa, alimentando e vigilando costantemente sul proprio grado di consapevolezza civile. Anche sotto questo aspetto, la lettura di Snowden’s Box può tornare utile, perché è un libro che sa infondere coraggio.
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