Soldati di Napoleone! Piemontesi e Valdostani decorati con la Legion d’Onore
- Autore: Fabrizio Dassano
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Onore ai piemontesi della Grande Armée, soldati valorosi, “coraggiosi, fedeli” e dotati di spirito, secondo il giudizio competente del generale corso B(u)onaparte.
Lo storico eporediese Fabrizio Dassano apre con una nota dell’ex imperatore dei francesi il saggio storico Soldati di Napoleone! Piemontesi e Valdostani decorati con la Legione d’Onore, pubblicato nel 2021 per i tipi della Tipografia Editrice Baima&Ronchetti di Castellamonte-Torino (207 pagine, riccamente illustrate con immagini a colori e arricchite da numerose schede di approfondimento nel testo).
Nel testo, dettato durante l’esilio a Sant’Elena, Napoleone riconosceva ai Piemontesi di avere sofferto nel vederlo cadere. Non avevano motivo d’essere scontenti, “quantunque fossero al di là delle Alpi”.
Pur “non malgovernati” dai principi Savoia, avevano capito ch’era meglio appartenere alla grande Nation che a un piccolo stato. L’empereur, sebbene più grande e importante dei loro re, non si poneva al di sopra delle leggi a danno dei cittadini. Nel rispetto dei valori della democrazia e della libertà, non si consentiva di favorire qualche protetto, né di piegare a suo piacimento la giustizia, mentre i re del Piemonte conservavano ancora il potere assoluto e tutti i privilegi.
E i popoli del Piemonte comprendevano più di altri le esigenze che impegnavano un sovrano, per buono e giusto che fosse, a elevare comunque la nobiltà e per più di un verso anche il clero, quanto meno da non scontentare. Tutto questo, secondo Bonaparte, aveva fatto sì che quella brava gente italica preferisse appartenere all’impero francese.
Era anche grato perché, dopo la caduta a Waterloo, non lo avevano tradito, restandogli tutti fedeli. Concludeva:
Poveri Italiani! Eccoli nuovamente divisi e privi di speranza.
Incuriosito dalla presenza di numerosi canavesani tra le file francesi, Fabrizio Dassano ha condotto due anni di ricerche volenterose su testi bicentenari, in archivi fisici e online, anche per correggere l’atteggiamento negligente della memoria collettiva, che ha condannato quei soldati all’anonimato, confondendoli nella massa dei combattenti guidati dall’imperatore sui campi di battaglia d’Europa e d’Egitto. L’autore dichiara che il libro è nato anche grazie alla possibilità d’incrociare banche dati elettroniche, che vanno dalla preziosa e incompleta raccolta governativa francese Leonore, alla ricca tradizione di storia locale e agli elenchi dei decorati pubblicati nell’Ottocento.
Ha consultato memorie militari di piemontesi misconosciuti: Giuseppe Venturini, Timoteo Calosso, Celso Gallenga, Pier Alessandro Garda, portando alla luce novità interessanti di memorialistica bellica, d’interesse locale e non solo, visto che in Italia si è ritenuto finora di far risalire la diffusione delle memorie militari alla seconda metà dell’Ottocento, in pratica dall’impresa dei Mille. L’avventura napoleonica è stata perciò ignorata come fonte d’ispirazione, pur avendo spinto alcuni piemontesi a raccontare in libri e memoriali gli episodi salienti ai quali avevano partecipato.
Il libro sviluppa le biografie dei protagonisti, cinquantanove, da trentaquattro paesi e contestualizza le tappe dell’epopea napoleonica.
È dedicato al papà, scomparso nel 2020, ai piccoli Daniele, Valerio e Camilla e anche a Joseph Antoine Dassano, fuciliere del 115 Régiment d’Infanterie de ligne (Armée d’Espagne), 515 Bataillon, 2e Compagnie.
Gli italiani che servirono nelle armate di Bonaparte furono il 3,3% della popolazione di allora, ma la percentuale sale al 53% in Piemonte e Valle d’Aosta, pur tenendo conto che nel periodo napoleonico le due regioni erano integrate al territorio francese. Appartenevano ai dipartimenti della Dora e della Sesia, oggi Ivrea e Canavese, Aosta e Valle d’Aosta, Vercelli e Biella e relativi circondari. Erano soldati del cessato Regno di Sardegna e leve della prima coscrizione militare obbligatoria in Piemonte, altre a volontari che raggiunsero la Francia.
Contribuirono così, fa presente l’autore, a cercare di realizzare:
Un sogno europeo terribilmente sanguinario, ma comunque un sogno.
Incrociando le storie locali di quell’area con le fonti storiche e gli archivi francesi online, si è concretizzato il racconto delle vicende di quei ragazzi e uomini ormai dimenticati, che fecero parte dell’élite e del mito napoleonico. Valorosissimi, tutti decorati con la Legion d’Onore, l’Ordine cavalleresco istituito nel maggio 1802 da Napoleone, allora primo console. Premiando il valore personale, sui campi di battaglia ma non esclusivamente, veniva concessa a chiunque, senza guardare al ceto sociale o ai quarti di nobiltà di chi aveva dimostrato di meritare il riconoscimento.
L’ingresso nel più prestigioso Ordine militare nazionale - transitato anche in epoca repubblicana ed esistente tuttora - garantiva uno stipendio di 5mila franchi a un alto ufficiale, 2mila a un comandante, mille a un ufficiale, 250 a un legionario. Si è trattato della prima onorificenza al merito della storia, visto che veniva concessa a gente comune, persino a donne e stranieri, mentre quelle monarchiche precedenti scontavano limitazioni di religione e soprattutto di censo, premiando esclusivamente aristocratici.
Fabrizio Dassano, laureato in Lettere moderne nell’Università di Torino, ha conseguito un master in Storia militare contemporanea presso l’ateneo Niccolò Cusano di Roma. Ha pubblicato diversi volumi di storia locale.
Soldati di Napoleone! Piemontesi e valdostani dei Dipartimenti della Dora e della Sesia decorati con la Legione d’Onore
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