Sotto copertura. La mia vita al servizio della CIA di Amaryllis Fox

Un occhio più realistico e meno cinematografico è quanto ci restituisce la lettura del lavoro dell’ex agente CIA, Amaryllis Fox Sotto copertura. La mia vita al servizio della CIA (Longanesi, 2020, trad. L. Bernardi), nel quale l’autrice rende partecipi i lettori dei meccanismi di reclutamento e di azione del più famoso servizio di intelligence al mondo, nel quale ha militato per dieci anni.

Ragazzina sveglia e precoce, figlia di un consigliere per le politiche energetiche di vari governi mondiali girovago e ambiguo, la protagonista fin da adolescente conosce tanti tessuti sociali in Paesi spesso disagiati, che cominciano a risvegliarle una coscienza. Il suo primo viaggio in Thailandia, al confine con la Birmania, per aiutare i rifugiati dalla dittaura militare di Rangoon, prima del suo ingresso alla Oxford University, le rimane "appiccicato" addosso, ma è la morte della sua migliore amica, su un volo dirottato della Pan Am, a darle la spinta finale per intraprendere un percorso di "analisi" e studio del fenomeno del terrorismo: cosa lo scatena? Dove si ramifica? Come si può intervenire?

Reclutata dalla CIA, a seguito di una sua elaborazione di un algoritmo per prevenire eventuali attacchi, Amaryllis affronta, prima nel percorso di formazione e poi sul campo, numerose sfide professionali e personali, attraversando i periodi più bui, dall’11 settembre in poi. Tutto questo, però, la renderà anche per ragioni di autotutela una persona stratificata di sentimenti, azioni, pensieri, che, seppur la aiuteranno a "corazzare" il suo personaggio, rischieranno anche di farle perdere se stessa.

Nuovi e inaspettati eventi le faranno capire l’importanza di un motto, presente a Langley e inciso su un ciondolo a moneta, acquistato durante una missione in Iraq:

“Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.