Spiritualità dell’antico Egitto. I concetti di akh, ba e ka
- Autore: Alessandro Bongioanni, Mario Tosi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
La spiritualità degli Egizi è un argomento su cui esiste una bibliografia sconfinata, in cui però i testi più facilmente reperibili sono compendi dello schema “classico” del pantheon degli dei, con una tendenza alla fissità che potrebbe far credere che in Egitto la religione sia rimasta invariata per dei millenni. Ben diverso è il saggio Spiritualità dell’antico Egitto. I concetti di akh, ba e ka di Alessandro Bongioanni e Mario Tosi, di cui nel 2022 il Cerchio ha stampato una nuova edizione.
Va premesso che non si tratta di un testo divulgativo e la lettura prevede delle conoscenze di base mediamente approfondite.
L’opera affronta dei concetti fondamentali nella cultura egizia che in altri testi, però, difficilmente vengono chiariti: Akh, Ba e Ka.
La prefazione è già uno scritto molto utile per stabilire dei punti di partenza per la comprensione del mondo egizio, davanti alla complessità filosofica della religione viene da chiedersi se tutti gli ordini sociali fossero in grado di capire e condividere gli stessi principi, ma la questione è ancora un mistero: “possiamo presumere che alcune parti della teoria fossero certo condivise ma, destituite del loro sfondo teologico, erano probabilmente intese in maniera sommaria, semplificata”. I teologi egizi, inoltre, hanno risposto in modi diversi ai grandi enigmi della vita e della morte, senza creare una struttura sistematica comune: “non hanno elaborato una teoria unica e coerente ma hanno proposto solo “verità limitate”, che possono oggi apparire spesso in contraddizione”.
Il grafema “Ka” era rappresentato con la stilizzazione di due braccia sollevate con le mani aperte per abbracciare e proteggere, la stessa immagine a volte era posta su uno stendardo e raffigura il principio della realizzazione fisica e spirituale della persona umana o divina.
Il “Ka” potrebbe essere una sorta di alter ego, come il daimon greco o il genius latino: si ipotizza che si tratti di un dio personale, voce guida per l’individuo. Nel caso del faraone il suo Ka sarebbe stato anche una guida per i sudditi e il regno, poiché “parola personificata del dio”.
Il “Ba” poteva essere rappresentato come un uccello, ma con testa e braccia umane, ed è lo spirito che vola libero nel cielo fuori dalla tomba, recando elementi vitali al corpo sepolto.
Infine, il segno dell’“Akh” era l’Ibis comata, tuttavia esso non era concepito come un uccello.
L’Akh è il principio solare, l’energia divina e cosmica della creazione.
Forse ancora più importanti nel libro sono i capitoli dedicati al significato del nome e del cuore nella cultura egizia, veramente essenziali per procedere con ogni approfondimento, anche meramente legato all’arricchimento delle proprie conoscenze personali sulla civiltà presa in esame, che da sempre affascina tutti.
In ogni analisi i due studiosi Alessandro Bongioanni e Mario Tosi mettono sempre in evidenza il fatto che i dati certi in nostro possesso sono limitati e la conclusiva rassegna antologica di teorie interpretative sui tre concetti è davvero una scelta utile e ben concepita. Se si ha un amico seriamente appassionato della materia trattata, Spiritualità dell’antico Egitto è un regalo più che raccomandato.
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