Su un letto di fiori di Banana Yoshimoto

Su un letto di fiori, pubblicato in Giappone nel 2013 e firmato dalla scrittrice Banana Yoshimoto, in Italia è uscito quest’anno (2021) grazie alla collana Narratori della Feltrinelli, con la traduzione di Gala Maria Follaco.
È una storia delicata, un insieme di pensieri e osservazioni che la protagonista Miki fa, avendo alle spalle un’origine misteriosa.

"La maggior parte delle persone non si accorge di aver intrecciato una rete e di esserci finita dentro. Mi sembrano tante vittime dei loro stessi incantesimi, chiuse nella solitudine dei loro sogni".

Essendo stata abbandonata, neonata, su una spiaggia su un letto di alghe wakame, si sente diversa e non riesce ad avere amici, ma è consapevole di essere anche fortunata perché è stata adottata e accolta con amore da una famiglia del villaggio di Ooka-mura, in cui è nata.
La famiglia di Miki è composta dal nonno, dalla mamma e dal babbo, scultore. Il nonno è un personaggio amato e rispettato anche al di fuori del villaggio, perché è una persona speciale.

"Ogni volta che il nonno attirava qualcosa, tutto intorno si diffondeva una luce che evocava atmosfere miracolose. Una luce si irradiava dal nonno stesso".

Quando il nonno muore lascia molta tristezza su tutti, ma soprattutto su Miki e su un altro personaggio, che a un certo punto ritorna dopo aver trascorso un periodo negli Stati Uniti: Nomura.

"E Nomura era comparso all’improvviso, come un supereroe… Gli ero grata per la sorpresa che ci aveva fatto".

Nel loro tranquillo quartiere c’è una casa lugubre e misteriosa, disabitata da tempo e in cui si sono verificati due suicidi. La cosa turba molto la tranquillità della ragazza, che si sente sollevata quando cominciano a demolirla. Ma il mistero si infittisce…

Anche Miki scopre di avere dei poteri, di cui non si meraviglia né si spaventa. Le piace indagare su strani fatti, tipo la comparsa di sassi colorati che trova davanti casa e su cui inciampa spesso. I sogni sono per lei rivelatori di fatti e persone altrimenti a lei del tutto sconosciuti.

Su un letto di fiori ha un che di misterioso, onirico, ma in senso positivo e gradevole.

"Vivere come addormentati su un letto di fiori non è sempre facile, è una scelta come tante, e una volta che la si è fatta inevitabilmente ci si espone a delle critiche".

Il tutto è narrato in modo lieve, secondo lo stile di Banana Yoshimoto, che nella postfazione dedica il libro a suo padre, perché è grazie a lui che è riuscita a scrivere di getto il romanzo.