Sul colle più alto. L’elezione del Presidente della Repubblica dalle origini a oggi
- Autore: Valdo Spini
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Nel saggio Sul colle più alto. L’elezione del Presidente della Repubblica dalle origini a oggi (Solferino 2022), Valdo Spini rievoca le figure che si sono succedute, iniziando dai due capi provvisori dello Stato, Alcide De Gasperi ed Enrico De Nicola, per proseguire con i dodici presidenti da Luigi Einaudi a Sergio Mattarella, ricostruendo il modo in cui sono stati eletti e come sono arrivati alla carica più alta della Repubblica.
Valdo Spini, nato a Firenze nel 1946, fu professore associato alla facoltà di Scienze Politiche Cesari Alfieri di Firenze. Deputato per otto legislature, vicesegretario nazionale del Psi, è stato anche Sottosegretario agli Esteri e Ministro dell’Ambiente, cofondatore dei Ds, Presidente della Commissione Difesa della Camera, poi rappresentante del Consiglio regionale della Toscana nel consiglio d’amministrazione del Maggio Musicale Fiorentino.
Appare quanto mai attuale il saggio di Valdo Spini, che fa comprendere al lettore come l’elezione del Presidente della Repubblica sul colle più alto, sia non solo un avvenimento politico importante e imprevedibile nel suo sviluppo, ma anche molto avvincente.
In piena quarta ondata della pandemia, il 24 gennaio sono convocate le Camere, primo atto ufficiale per l’elezione del successore di Sergio Mattarella al Quirinale. Saranno 1009 i grandi elettori chiamati a eleggere il capo dello Stato: 321 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali, tre per ogni Regione, eccetto la Valle d’Aosta che ne ha uno, designati in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. Queste saranno le ultime elezioni con più di novecento parlamentari, la volta prossima saranno seicento, se non verrà cambiato il sistema elettorale.
Dunque il 24 gennaio si terrà il primo voto per il prossimo Presidente della Repubblica e i nomi per il nuovo inquilino del Quirinale si rincorrono, a cominciare da quello del Premier, Mario Draghi. A tal proposito, l’Istituto di ricerche SWG ha fatto un sondaggio:
“Per il 52% degli italiani Draghi sarebbe il presidente ideale”.
Certo, un’amplissima maggioranza potrebbe convergere sul nome del Presidente del Consiglio dei Ministri, ma quali sarebbero le conseguenze per il suo “governo di salvezza nazionale” incluso il destino del Piano di ripresa e di resilienza? All’ultimo momento, consigliato dai familiari e dai dirigenti di Forza Italia, Silvio Berlusconi ha ritirato la candidatura, prima del vertice con gli alleati del centrodestra. Una decisione sofferta, quella del Cavaliere, è finito un sogno che aveva fin da bambino: fare il Presidente della Repubblica. Ma la sua candidatura era stata considerata fin da subito troppo divisiva. Adesso la linea di Forza Italia è che “Mario Draghi resti a Palazzo Chigi e non vada al Quirinale”, ha detto il vice presidente e coordinatore di FI, Antonio Tajani, ma Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono divisi su Draghi. La rinuncia del Cavaliere ha rimesso tutto in gioco tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra. Per quanto riguarda quest’ultimo fronte, è circolato il nome dell’ex ministro Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, come candidato di bandiera per le prime votazioni. Ma la corsa al Quirinale, alla vigilia della prima votazione, appare quanto mai aperta, del resto chi è entrato papa in conclave ne è uscito spesso e malvolentieri cardinale.
È pronto, nel parcheggio della Camera, in piazza Montecitorio, il “seggio drive-in” in cui i parlamentari e grandi elettori positivi al Covid potranno votare a partire da oggi il prossimo Presidente della Repubblica. In via della Missione è stata montata la tensostruttura, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che consentirà ai grandi elettori positivi o in quarantena il trasferimento dal proprio domicilio al seggio elettorale proprio per votare il prossimo Capo dello Stato.
Nel frattempo diverse personalità del mondo della cultura e dello spettacolo hanno firmato un documento per chiedere alle forze politiche che il prossimo Capo dello Stato sia una donna:
“Non ci sono ragioni accettabili per rimandare ancora questa scelta. Sarà la nostra, e la vostra, forza”.
Fra chi ha sottoscritto l’appello: Dacia Maraini, Edith Bruck, Michela Murgia, Lia Levi, Stefania Auci, Luciana Littizzetto, Silvia Avallone, Melania Mazzucco, Sabina Guzzanti e Serena Dandini.
Una cosa è certa: quello che porterà all’elezione del 13° Presidente della Repubblica italiana sarà un voto storico, anche perché si svolgerà mentre il Paese è alle prese con un nemico invisibile, che non accenna ad allentare la presa. Appaiono quindi eccezionali le condizioni in cui si svolge. Infine, last, but not least, mai come questa volta la vita della legislatura è legata alla scelta del nuovo Presidente della Repubblica.
Ricordiamo che chi sarà nominato, auspichiamo al più presto, sarà espressione di un Parlamento eletto nel 2018. Sono trascorsi solo quattro anni da quelle votazioni, ma la situazione politica, socio-economica, e anche etica, è cambiata. Quindi le incognite sono numerose come pure le varianti.
Può quindi essere utile con il libro di Valdo Spini ripercorrere le vicende delle diverse elezioni che si sono succedute, non solo per trarne qualche indicazione o suggerimento per l’oggi, ma per tentare
“di evitare le insidie o addirittura gli errori che si sono succeduti nel tempo, e soprattutto per ponderare bene le caratteristiche della personalità che si vuol far insediare al vertice dello Stato”.
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