Tango alla fine del mondo di Diego Cugia

Michele Maggio abita a Isola delle Femmine, in Sicilia. Corre l’anno 1894. Padre di due gemelle, Diana e Olivia, Michele è sposato con Caterina e conduce una vita normale. E’ la voglia di libertà a metterlo in gabbia. Don Tano Calò, malavitoso palermitano, si invaghisce della diciassettenne Diana e inganna la famiglia Maggio, promettendole sogni e ricchezze nell’esotica Argentina. La nave salperà alla volta del nuovo senza Diana, il cui biglietto è andato inspiegabilmente perduto.

Le peripezie di due cuori legati dalla stessa sete di passione iniziano da qui, un pò a Buenos Aires, laddove i sogni dapprima si infrangono, poi si colorano dei ritmi frenetici di un nuovo ballo, il tango, e un pò in Sicilia, dove il tempo sembra essersi fermato e la musica delle tarante si confonde con le preghiere delle suore e i deliri delle internate del manicomio. Diana, sola, forte e fragile allo stesso tempo, è costretta a crescere prima del tempo. Violentata nel corpo e nell’anima, vuole soltanto raggiungere la sua "famigghia" nella tanto sognata Argentina. Baratta l’orgoglio in cambio della libertà e fugge, morde, si batte furiosa e approda a Puerto Madero, dove gli occhi celesti di un soldato argentino le fanno battere il cuore di nuova speranza. Diana ritrova la famiglia, ma è cambiato tutto e tutto è destinato a cambiare ancora di più.

Pubblicato da Mondadori nel 2013, Tango alla fine del mondo di Diego Cugia è un romanzo dominato dalle passioni, vero motore dell’esistenza umana. La sete di libertà, di riscatto, la vendetta e la violenza, l’amore più sfrenato e i passi indiavolati di un tango, che è tanto seduzione quanto abbandono, scandiscono i capitoli di un libro pieno di fraintendimenti, di parole non dette, di sentimenti repressi e di forze interiori che si contendono la supremazia. L’amore tra un padre e una figlia si intreccia a doppio filo con l’amore perverso di un carnefice per la sua vittima, la tenerezza materna e fraterna, la passione irrefrenabile tra l’altolocata e l’emigrante. Gli abusi trasformano i vinti in boia e la nota dominante di ogni tango suonato al Bandoneòn è quella della reazione: reagire con dignità, con rabbia, con crudeltà, con determinazione furiosa, come tante rondinelle dalle ali spezzate che affrontano a testa bassa la corrente contraria prima di ritrovare la terra ferma, l’Argentina fecondata dalla terra di Isola delle Femmine, uno spicchio di Italia sul suolo straniero.