Tarocchi e carte nel Rinascimento
- Autore: Girolamo Zorli
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
La storia delle carte da gioco e dei tarocchi
Strana storia quella delle carte da gioco e dei tarocchi. Nel XV secolo le autorità civili e religiose consideravano i giochi di carte (insieme ai dadi e ai giochi da tavoliere) diabolici e socialmente destabilizzanti. Poi, quando le carte sono entrate a far parte dell’uso comune, hanno pagato il loro essere oggetto di consumo (le carte usate di buttano via), rischiando l’oblio. Infine, per fortuna, rivalutate per la loro bellezza artistica, sono diventate preda ambita del collezionismo.
Una lunga vicenda che, in verità, inizia ancora da più lontano. Racconta infatti l’autore del libro, Girolamo Zorli, che è intorno al 1371 che dall’Oriente arriva in Europa un gioco basato su quattro ordini di pezzi numerati progressivamente da uno a tredici; ogni pezzo è individuato e rappresentato da un evocativo disegno colorato. Sono le prime carte da gioco.
Ipotesi non provate però dicono che i primi giochi di carte abbiano radici più profonde e che i semi (denari, bastoni, coppe spade) potrebbero essere nati nella lontana Cina.
Di sicuro in India, forse importato dalla Persia, si giocava a Ganjifa. Il primo mazzo di carte integro conosciuto invece, il Muluk al Nawab (re e dignitari), risalente all’inizio del XV secolo, è custodito nel museo Topkapi di Istanbul. E’ attribuito addirittura al XIII secolo il mazzo dei Mamelucchi, probabilmente il padre dei mazzi europei, di cui però sono disponibili solo carte isolate.
Poi, come accennato, nel 1371 arriva il primo documento certo dell’arrivo dei giochi di carte in Europa: il poeta catalano Jaume March ne riporta l’esistenza nel suo “Diccionario de Rims” col nome di “naips”. In Italia fino al Quattrocento verranno chiamate “naibi” o “nibbi”.
Il libro di Girolamo Zorli
Quello intrapreso da Zorli è un bellissimo viaggio ricco di curiosità, sempre guidato da una seria ricerca storica. Ma anche un viaggio di fantasia che narra le carte attraverso nove racconti cha vanno dall’Umanesimo alla Controriforma. Zorli fa parlare re e cardinali, cortigiani e mercanti, nobili, soldati… fino agli usurai.
Ogni capitolo è completato da una bibliografia e da una “scena ludica”, in cui si descrivono i giochi citati.
Qualche chicca? Sapevate che le parole italiane aleatorio e azzardo derivano dal termine latino “alea” e da quello arabo “azar”, che significano entrambe “dado”? Oppure che il Trionfino nel quattrocento ha anticipato molte regole del Bridge? Che la Primiera cinquecentesca è stata antenata del Poker americano? Per non parlare di quelle autentiche opere d’arte che sono i Tarocchi, diventati più tardi lo strumento principe della cartomanzia.
Una pubblicazione veramente preziosa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tarocchi e carte nel Rinascimento
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