The Passenger Spazio
- Autore: Non disponibile
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2021
Gli anni audaci della guerra fredda sono anni di lotte senza quartiere e lo spazio non fa eccezione. Il sovietico Yuri Gagarin è il primo a lanciarsi in orbita e a non trovarci niente: Non c’è nessun Dio quassù, intitola la sua autobiografia, portando acqua alla causa materialista dell’Unione Sovietica. È il 12 aprile 1962 e agli Stati Uniti d’America toccherà mordere il freno per diversi anni ancora. Quando gli USA pareggiano i conti lo fanno però in grande stile: alle 20:17:40 UTC del 20 luglio 1969 l’astronauta americano Neil Armstrong mette piede sulla Luna. Di qui a una nuova era di viaggi spaziali – tra il 1969 e il 1972 si registrano ben 12 missioni lunari – il passo sembra breve, e invece d’improvviso passa la voglia di correre: la competizione spaziale diventa contingente, un obiettivo che non interessa più di tanto. Soltanto allo scoccare del millennio dalle cifre di fantascienza (l’attuale terzo millennio) l’interesse galattico riprende vigore: il vecchio testimone esplorativo, un tempo prerogativa di USA e URSS, è raccolto adesso da investitori “privati” di tutto il mondo. In altre parole: quando negli anni 2000 il pianeta torna a riveder le stelle, più che al prestigio politico si punta ad altri obiettivi. Tecnologici. Scientifici. Futuribili. Economici, naturalmente: lo spazio come eventuale nuova, risorsa da sfruttare. Si procede su latitudini borderline: un po’ extra e molto terrestri.
L’ultimo nato della collana The passenger di Iperborea (2021), dedicato allo Spazio, si accoglie come apprezzabile evasione di rotta dai consueti argomenti geografici. Nella fattispecie il volume è cioè funzionalmente digressivo, e prevede i contributi tecnici di firme del settore astrofisico, chiamati a intervenire su argomenti che trovano nello spazio il loro filo conduttore. Qualche esempio: la neonata astrobiologia che frequenta esseri viventi estremofili, ricercando pianeti fuori dal sistema solare (È nata una scienza, Joe Marchant); il laboratorio del Gran Sasso dove si ricercano i neutrini, allo stato attuale le particelle più elusive dell’universo (L’universo sottoterra, Paolo Giordano); il radiotelescopio delle montagne carsiche della Cina, cioè il più grande telescopio del mondo che ricerca segnali di evita extraterrestre (Primo contatto, Ross Anderson); il progetto di una stazione spaziale internazionale che sotterri per sempre l’ascia di guerra fra le superpotenze in nome del bene comune della ricerca spaziale (C’eravamo tanto odiati, Frank Westerman).
Tra prassi e teoria, Spazio comprende insomma articoli che si misurano con le nuove frontiere della ricerca spaziale. Con qualche legittima – e argomentata – eccezione: quella della scrittrice americana Lauren Groff (La notte, il sonno, la morte e le stelle) che si interroga sulla saggezza di affidare il nostro futuro a una manciata di miliardari affetti da delirio di onnipotenza, per esempio, ha connotati sociali.
“Primo […] non è forse eticamente oltraggioso che esista anche un solo miliardario in un mondo in cui ci sono bambini che muoiono di fame? Secondo, vogliamo davvero che lo spazio sia controllato da aziende provate? Quelle stesse aziende che si sono impadronite del nostro paese e che ormai hanno più diritti di quanti ne abbiano i cittadini? […] Il solo scopo di queste aziende è di indebolire il potere del governo […] E noi, nell’esplorazione spaziale dovremmo anche vederci una grandiosa manifestazione della volontà popolare! Terzo, l’idea di colonizzare Marte mentre mandiamo in malora il nostro meraviglioso pianeta […] la trovo ancor più inquietante”. (pag. 140)
Le luminose declinazioni politiche che Lauren Groff conferisce al proprio saggio, riprovano la caratura ampia di questo succoso Spazio. Gli articoli di spalla, l’impaginazione, la grafica originale e le fotografie a colori ne fanno un volume gradevole anche da sfogliare.
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