Toscani innamorati
- Autore: Vauro Senesi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2014
Vauro Senesi, o semplicemente Vauro. Sì, il vignettista di “Annozero” e “Servizio pubblico”, ma anche giornalista, inviato e scrittore. Se non lo conoscete in quest’ultima veste, potreste avere una bella sorpresa leggendo Toscani innamorati, nel quale, da bravo toscano di nascita anche se romano d’adozione, riesce a dipingere un quadro vivace, senza peli sulla lingua, ma anche malinconico e commovente, di un gruppo di giovani toscani fra la resistenza, il dopoguerra e la caduta del PCI.
Lo avrete capito: si parla di un gruppo di giovani “rossi”, come d’altronde è in prevalenza, per tradizione, la Toscana. Non si tratta, però, di un libro di divulgazione politica; il comunismo, come ideologia, è solo il filo che lega il gruppo di amici e lo accompagna nel percorso collettivo e individuale: l’ideale, la lotta, la crescita, il contrasto, la delusione. Una vita intera, con i suoi alti e bassi, con quelli che si perdono per strada e con gli irriducibili che vanno avanti fino alla fine, con la passione per la politica, con la voglia di cambiare il mondo e, soprattutto, con la voglia di amare ed essere amati, che sia per una sera, per un contatto fisico veloce, oppure per una relazione stabile.
L’amore, per chi ce l’ha, è speranza e dolore allo stesso tempo. L’amore fa male, come quello di Remo, il poeta bevitore, che in tarda età si è unito a Bombolina, che alterna colpi di bottiglia sulla testa del compagno a crisi di rimorso e di pianto in cui lo chiama teneramente, seguite da nuovi scatti d’ira. L’amore rende pazzi, come succede al conte Costa Arrigoni, abbandonato dalla bellissima Maria Grazia che gli ha detto “Forse torno”, e l’ha lasciato solo con le voci che rimbombano nella sua testa. L’amore fa sfogare i sensi ma poi dà sollievo quando se ne va, come succede a Ciccillo, musicista ingenuo e poco avvenente che si attacca all’Aldina, donna “alternativa” e dal carattere nervoso, che si trasforma in poco tempo in una vera e propria virago che non concede al proprio uomo neppure un passo al di fuori del sentiero tracciato da lei. L’amore si insegue per tutta la vita senza dimenticarlo, come succede a Tubo, che si innamora di Liliana combattendo con lei da partigiano, e riesce finalmente a unirsi a lei solo in tarda età, dopo una vita di timidezza e soggezione verso quella donna così dura e rigida, che sembra non concedere niente al sentimento e che quando passeggiano non lo prende a braccetto perché “non siamo più ragazzini”.
Ma non tutti i toscani sono innamorati, neppure in questo libro: c’è chi l’amore non ce l’ha, o non l’ha mai avuto, o non ne parla, lasciandolo in sottofondo rispetto alle sue vicende di ogni giorno. Non ne parlano Bighe Boghe e Saetta, sempre in contrasto, il primo a fare da “bischero” e l’altro a tirargli pacche per rimarcare la propria superiorità. Non ne parla il Verdiani, che ha visto passare generazioni davanti al bancone del suo bar. Non ne parla il giovane Vasco, che guarda la vita dei “veterani” chiedendosi se la sua, un giorno, sarà come la loro, e intanto si fa in quattro per gli amici.
Beceri, ironici, talmente solari da far digerire anche la peggiore volgarità, ma anche leali, assetati di giustizia e con un cuore grande così, i toscani di Vauro Senesi sono assolutamente reali, disegnati con tratto accurato e senza il minimo accenno di caricatura. Personaggi genuini come una bozza di pane sciapo e un bicchiere di vino schietto, ai quali ci si affeziona come a dei vecchi amici.
Toscani innamorati
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