Tracce di sabbia nell’anima. Novecento: storia di una famiglia (siciliana)
- Autore: Caterina Guttadauro La Brasca e Giuseppe Lo Dato
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2022
La famiglia è casa. I nostri piedi possono lasciarla, ma non i nostri cuori.
I ricordi sono importanti nella vita di un uomo perché aiutano a confrontarsi, a riconoscersi, e con questa frase di Guccione nella prefazione al libro Tracce di sabbia nell’anima (Giraldi editore, 2022), Paolo Di Natale sottolinea che la lettura di queste pagine significherà per molti non voler dimenticare il proprio passato familiare.
I sentimenti e le emozioni della propria vita sono il focus narrativo di questo romanzo-diario scritto a quattro mani da una splendida coppia che si ama da quasi cinquant’anni e che delle loro origini e della loro storia ne ha fatto dono alla figlia, la piccola Elisabeth.
I siciliani, nel corso della Storia, sono stati quasi sempre migranti, in America da tutti considerata “una meta ambita per trovare lavoro, acculturarsi e fare fortuna”: donne e uomini costretti a cercare altrove la possibilità di una vita migliore, fuori della loro terra, come i nostri due autori, ma con il desiderio profondo di farvi ritorno, come fu per Ulisse lontano dalla sua Itaca.
In queste pagine Giuseppe Lo Dato, geologo, con la moglie Caterina Guttadauro La Brasca, autrice di alcune pubblicazioni e amante della scrittura, ripercorrono la loro storia familiare, date, vicende e fatti lungo un arco di tempo che ha attraversato il Novecento, che dal piccolo paese Cerda, il cui nome venne preso da un conte spagnolo, li ha portati lontano per lavoro in giro per il mondo.
Tutto nasce dal desiderio di scrivere la storia delle proprie radici perché tra i profumi delle zagare, dei gelsomini e delle ginestre, a ritroso del tempo ci si ritorna, con le riflessioni, con i pensieri e con il richiamo della memoria.
Arriva per tutti un’età in cui si sente il bisogno di risposte, di dare certezza ai propri dubbi, di dare significato a fatti archiviati nella memoria.
Bilanci storici e personali, del tempo trascorso in compagnia dei parenti, degli zii, a quando bambino nel 1936 cresceva nell’assenza del padre, partito per Asmara insieme a centinaia di altri lavoratori.
Le parole “luntanu assai” pronunciate dalla mamma, alcune notti non lo facevano dormire. Il papà era stato un carabiniere a cavallo fino al 1923 e dopo qualche anno, dopo aver lasciato l’Arma, partì per l’Eritrea.
Giuseppe racconterà dei nonni e della loro piccola osteria, di chi avesse avuto la fortuna di avere un pezzo di terra e non patire mai la fame, dei fabbri, dei bottai, dei piccoli artigiani in un paese in cui l’agricoltura era il lavoro principale. Racconterà delle sue donne, la madre, le nonne, le zie e le comari che sapevano governare con saggezza le loro case con quel poco che avevano. Mani abili a sferruzzare e ricamare sedute sull’uscio di casa sul ciglio della strada, esperte a preparare il sapone, l’olio, le marmellate, il pane, la lana. Tra le radunate dei Balilla e le Camicie Nere, l’Italia entrò in guerra e iniziò a mancare tutto. Nei paesi erano rimasti i vecchi, le donne e i bambini, e le maestre a scuola facevano le veci delle mamme. Si faceva tutto ciò che poteva tornare utile alla famiglia, andando a raccogliere con ceste e sacchi la frutta matura sugli alberi, le lumache e gli asparagi. Dopo lo sbarco in Sicilia, mentre il resto d’Italia era ancora in guerra, in Sicilia sembrava respirare “un’aria di pacificazione”.
Con il ritorno del padre dalla prigionia, Giuseppe scelse di continuare gli studi a Palermo. Le prime esperienze amorose e poi l’anno della svolta, il 1956. Decidere se iscriversi alla facoltà di Ingegneria oppure entrare all’Accademia di Livorno. Il suo corso di studi lo porterà alla facoltà di Geologia, perché in quegli anni Enrico Mattei, nel pieno dell’espansione nel settore idrocarburi, segnerà un passo indelebile nella storia italiana e nei sogni di numerosi giovani.
Giuseppe non si dedicherà solo agli studi ma viaggerà tanto in Italia per poterla conoscere, nelle città più accattivanti d’Europa e negli Stati Uniti con uno spirito avventuroso.
Il resto me lo sono costruito da me. Ero un irrequieto con tanta sete di spazi nuovi da occupare e gente da conoscere.
Indecisioni, opportunità, tanto è narrato fino all’incontro fatidico con lei, la donna più importante della sua vita, Caterina.
Tracce di sabbia nell’anima è un grande romanzo italiano, unico e coinvolgente. Un grande affresco sulle grandi trasformazioni della nostra Storia, al confine tra un racconto intimo e il racconto di un’epoca, nel quale le vicende pubbliche si intrecciano nelle vicende storiche.
Un romanzo cui è impossibile non appassionarsi: una saga familiare del nostro secolo in cui si rispecchiano la storia e il destino di tutti noi.
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