L’ultimo rintocco
- Autore: Diego Pitea
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Con questo romanzo d’esordio, Diego Pitea riesce a scrivere qualcosa di nuovo anche su un tema usato e abusato come quello del serial killer. Il protagonista de L’ultimo rintocco (goWare, 2020) è uno psicologo, Richard Dale, che lavora per la polizia come profiler. Si trova a essere sfidato da un misterioso serial killer, chiamato l’escissore, perché le sue vittime sono donne incinte alle quali viene asportato il feto. In una sorta di sfida personale ingaggiata con Dale, l’escissore lascia sempre sul luogo del delitto una serie di indovinelli o tracce, spesso legate a opere artistiche o architettoniche, che se risolti possono permettere di individuare la prossima vittima. A un certo punto la tensione sale ulteriormente, con un evento (che non nomino per non rovinare la sorpresa) che colpisce duramente e personalmente Richard Dale, rendendo ancora più frenetica la corsa all’identità dell’escissore.
In parallelo a questa trama, legata solo in parte alla caccia all’escissore, abbiamo un giallo più classico, con l’omicidio di Paola, una giovane donna che lavora, sola, in un ufficio (in questo ho visto un omaggio alla povera Simonetta Cesaroni, come poi ha confermato l’autore in una delle sue presentazioni). La ragazza, estremamente schiva, riponeva i suoi pensieri più intimi in un diario segreto, scritto però in codice. Probabilmente decifrare questo codice poterà a identificale l’omicida, ma non riuscendo a fare ciò velocemente Dale si trova costretto a esaminare gli indizi presenti sulla scena del delitto, due dei quali portano alla scoperta dell’omicida (e in questa sottotrama ho avuto il piacere, come spesso mi accade leggendo i gialli, di cogliere con un po’ di attenzione, di esperienza e soprattutto di fortuna uno dei due indizi decisivi, posti davanti agli occhi eppure abilmente nascosti, e grazie a questo di ripetere lo stesso ragionamento che l’autore fa fare al suo protagonista).
Una volta risolto questo omicidio, torniamo alla trama principale, che trova una soluzione brillante e convincente, che riprende una variante di un’idea usata da altri (Ken Follett per esempio) in modo molto personale e gradevole.
Fa da sfondo a tutto questo una città di Roma ottimamente descritta, sia nella sua parte monumentale sia ancor di più nei suoi quartieri popolari e nella vita quotidiana.
Ben descritti anche i personaggi, mai banali, con relazioni interessanti fra loro; bello in particolare il rapporto misto fra conflitto e attrazione che si crea fra Dale e la sua collaboratrice Doriana Guerrera.
Come i grandi autori contemporanei, da Shimada a Halter al nostro Luceri, Pitea riesce a coniugare in un romanzo solo il giallo deduttivo classico con tematiche più moderne, soddisfacendo quindi gli appassionati di entrambi i generi.
Personalmente da appassionato in primo luogo di giallo deduttivo classico ho apprezzato moltissimo l’indagine sull’omicidio di Paola, ma anche la parte della caccia al serial killer è stata di mio interesse: nonostante il tema sia fin troppo comune Pitea è riuscito a interpretarlo in maniera molto personale e brillante e a lasciare soddisfatto il lettore. Mi auguro quindi di leggere presto qualcosa di nuovo scritto da Pitea, magari ritrovando Richard Dale e Doriana Guerrera ai quali in qualche modo mi sono già affezionato.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’ultimo rintocco
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