Un Messico napoletano
- Autore: Peppe Lanzetta
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2009
Una storia d’amore, droga, sesso, perdizione e violenza. Lo so, ne avrete già lette mille, di storie come questa. Lo pensavo anch’io, sapete? Eppure, dopo aver girato l’ultima pagina di questo libro di Peppe Lanzetta, mi sono ricreduto.
L’autore narra la storia di una ragazza napoletana di nemmeno vent’anni.
Il suo nome? Non ha importanza, poiché tutti la chiamano la Rossa. Il suo destino? Vagare in questa terra senza eroi, alla ricerca di qualcosa che le lasci un ricordo nel cuore, o forse cercare soltanto di arrivare a vedere le stelle, per poi salutare di nuovo l’alba.
Come vivere, in questa terra abbandonata? Semplice: percorrere la strada di sua madre, indaffarata coi figli e sempre colma di dolore e stenti, oppure guadagnarsi il pane con ciò che Madre Natura le ha donato.
Il suo unico rifugio lo trova in Marco, un ragazzo che l’amerà incondizionatamente. Purtroppo lui non riesce a rinunciare all’amante, quella vigliacca che sussurra vigliaccamente al cervello e risponde al nome droga.
Una dipendenza letale, un lasciarsi e riprendersi che segnerà per sempre la Rossa, anche se ciò che la ucciderà definitivamente, dentro e fuori, sarà l’omicidio di Marco.
Da quel momento vedrà soltanto la propria vendetta, moderna contessa di Montecristo che non si darà pace finché non vedrà cadere i suoi sicari.
Dal nulla, o dal caos, ordirà un piano che colpirà tutti, in maniera letale. E quando dico tutti, intendo in primo luogo se stessa…
Peppe Lanzetta, abilissimo autore di racconti, decide di scrivere un romanzo e lo fa con il suo stile. Inutile dire che ha vinto la sfida senza difficoltà, “sporcando” le pagine immacolate con una storia cruda e reale, con persone che vagano erranti alla ricerca di quello spiraglio di luce che non si fa mai trovare.
Una storia crudele e, purtroppo, reale, una vicenda che nessuno di noi vorrebbe vivere nemmeno da antagonista, un libro dal quale sarà davvero difficile staccare gli occhi di dosso, una volta che avremo letto le prime parole.
“Un Messico Napoletano” (Feltrinelli, prima edizione 1998, pp. 126, collana Universale Economica, copertina a cura di Ferdinando Ottaviano Quintavalle) è un libro non corposo ma così denso di sfaccettature da risultare un pugno in pieno stomaco. E in volto. E ancora botte, persino quando saremo a terra, esanimi.
Da leggere? Certo. Da rileggere, se ne troveremo il coraggio e la forza.
Un messico napoletano
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