Un avanzo di troppi risvegli di Valentina Morelli

Due storie parallele, due storie opposte. Due storie legate intimamente e che ci portano dentro la vita di due persone che più diverse non potrebbero essere. C’è un uomo che a Milano sale su un treno senza biglietto per arrivare dove una promessa lo attende. Non ha nome, soldi, passato, ma un bisogno viscerale di sentirsi pulito. È così che lo conosciamo, mentre si chiude nel bagno dell’Intercity e inizia a strofinare ogni parte del corpo con minuzia ossessiva.
Poi c’è Saro. Saro che ha diciassette anni, una zazzera bionda così diversa da quella dei suoi coetanei e un sorriso "sciogliossa". Saro che sogna di scappare da Catania e costruire una nuova vita assieme ad Agata, la sua personalissima "Madonna dalle labbra color saponaria".

"Nella stanza è buio com’è buio solo in campagna. Ci vuole un po’ perché gli occhi si abituino e riescano a distinguere la sagoma dell’uomo che, seduto sul letto, stringe il suo zaino tra le braccia e ci scava dentro. Sembra agitato in quel suo frugare buio, e non deve trovare ciò che cerca se, stufo di tastare, finisce con lo svuotare lo zaino di tutto il suo contenuto. Una zaffata di canfora invade la stanza e l’uomo, ritagliato nella finestra come un’ombra cinese, butta a terra abiti, sparpaglia cose, respira d’angoscia finché non pesca un pacchetto."

L’uomo è un concentrato di tic e difficoltà. Emaciato, consumato, incapace di rapportarsi con esseri umani o animali, ha un obiettivo e non è disposto a scendere a patti con niente e nessuno per portarlo a termine. Un obiettivo grande come il pacchetto che custodisce nell’unica sacca che possiede e da cui — non ci sarebbe nemmeno bisogno di specificarlo — non si separa mai, nemmeno quando il suo viaggio lo porta a dover spalare letame in un campo poco fuori Arezzo.

Nemmeno per Saro la vita è una passeggiata. Figlio di macellai equini, nipote di macellai equini, fratello e cugino di macellai equini, Saro odia la carne di cavallo. Odia il suo odore, non ne sopporta il sapore e, cosa ben più grave, è disgustato da quello che rappresenta per le persone che lo circondano. Vive in un mondo dove la scuola è da sfigati e solo le “femminucce” e i figli dei ricchi passano il loro tempo a studiare. Le persone come loro, gli uomini veri, devono andare a lavorare per mantenere le famiglie e devono farlo anche in fretta. Ogni giorno Saro guarda la cartina del Mondo che si è appeso in camera, quella dove ha segnato con una puntina colorata tutti i posti che, costi quel che costi, riuscirà a visitare, fino a quando non è costretto a fare i conti con la realtà. E la sua, di realtà, ha un odore e un sapore molto preciso.

"Il sapore della carne di cavallo non se n’è andato nemmeno dopo dieci minuti di strigliata con lo spazzolino, nemmeno dopo gli sciacqui col collutorio sbiancante di Iano; quel sapore non se ne va perché non è in bocca, è nelle narici, è nel cervello, e non se ne andrebbe nemmeno se gli sciacqui li facesse con l’acido che sua madre usa per pulire il bagno: gli si bucherebbe la lingua, gli si consumerebbero le guance, ma la puzza rimarrebbe intatta."

Le storie, lo sappiamo, sono fatte di persone, e Valentina Morelli dipinge un’umanità caleidoscopica e mai doma per accompagnare il viaggio dei due protagonisti. Che siano locandiere cicciottelle incredibilmente somiglianti a Marylin Monroe o vecchi contadini della provincia Toscana, giovani perditempo dal cuore d’oro o madri pronte a tutto per aiutare i propri figli, ogni personaggio ha alle spalle una storia che vogliamo conoscere ed è in grado di prendere per mano Saro o l’uomo senza nome con una delicatezza testarda che risulterà volta dopo volta, decisiva per coronare i propri sogni.

Un avanzo di troppi risvegli di Valentina Morelli, da oggi in libreria per CasaSirio Editore, è un romanzo che guida il lettore in un viaggio tra vinti e vincitori, un viaggio tra chi ha perso l’innocenza e chi cerca di custodirla senza farsi vedere. Un viaggio tra chi si trova ai margini ed è disposto a tutto per essere qualcosa di diverso da quello che gli è stato imposto dal mondo in cui vive.