Un dolce segreto di primavera di Monika Peetz

Eva, una giovane donna che si divide tra il suo lavoro di medico e l’impegnativo ruolo di mamma, un martedì è costretta, causa un incidente domestico occorso alla madre, a rinunciare all’incontro che, una volta al mese, sempre in quel giorno della settimana, ha con le amiche più care al ristorante francese Le Jardin, nella città di Colonia. Ma Eva non è la sola a non presentarsi a quell’incontro.

L’unica al tavolo del ristorante quella sera è Judith, sempre oppressa dalla solitudine, soprattutto da quando ha perso il marito.

Non si fa viva Caroline, avvocato penalista, da tempo separata ma molto impegnata nel lavoro e nemmeno Estelle, moglie di un ricco proprietario farmaceutico, indaffarata ad organizzare galà benefici.

Non arriva neppure Kiki, la giovane mamma di una bimba di sei mesi poiché è in preda a contrattempi familiari e lavorativi.

La caduta della madre provoca in Eva un’ondata di ricordi malinconici dovuta al rimpianto di non aver trascorso un’infanzia come quella di tante altre bambine. Eva, infatti, non aveva mai conosciuto l’identità del padre e vani erano stati i tentativi, nel passato, di chiedere alla madre spiegazioni e chiarimenti. Ma, mentre apre gli armadi nella casa della madre in cui si è recata per necessità, Eva scopre casualmente una breve lettera che le dà un indizio sull’esistenza del proprio padre. La missiva riconduce al castello di Achenkirk, anticamente sede di un ordine cavalleresco, ora luogo in cui è stato aperto un hotel che offre settimane di wellness e di digiuno terapeutico. Eva capisce che deve recarsi là. Coinvolge le amiche e le convince a trascorrere al castello un’inusuale vacanza. Le donne rispondono con vivo interesse alla proposta di una settimana di digiuno. Quella più scettica è la stessa Eva che non condivide, da medico, un simile trattamento terapeutico, ma che deve fingere interesse e motivazione pur di raggiungere quel luogo in cui spera di trovare una risposta alle sue tante domande. Al castello le amiche “si disintossicano” non solo con una drastica riduzione del cibo ma con la rinuncia all’uso di cellulari, Internet e qualsiasi altro mezzo di contatto con l’esterno. Questo periodo di “pulizia interiore” giova, in un modo o nell’altro a tutte e cinque che, all’uscita dal castello, vedranno la loro vita, almeno in parte, cambiata. La stessa Eva trova una risposta alle sue domande, anche se in maniera diversa da quella che avrebbe immaginato. Ciò che resta della vacanza è, comunque, un ancor più saldo rapporto fra le donne.

“Avrebbero mangiato, bevuto, chiacchierato, spettegolato, riso e litigato. E poi si sarebbero rappacificate. E una volta all’anno si sarebbero concesse una bella vacanza”…

“Finché morte non ci separi”.

Monika Peetz, l’autrice di questo libro pubblicato da Garzanti nel 2013, con questa storia vuol dirci che amicizia e ottimismo sono un vero aiuto in tanti momenti della vita.