Una canzone sulle labbra
- Autore: Michelle Marly
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2022
Il romanzo Una canzone sulle labbra (Giunti 2022, titolo originale White Christmas. Das Lied der weißen Weihnacht, traduzione di Roberta Zuppet) di Michelle Marly, rievoca la storia d’amore nascosta dietro le note della celebre canzone White Christmas, scritta da Irving Berlin pseudonimo di Izrail’ (Izzy) Moiseevič Bejlin (Talačyn, 11 maggio 1888–New York, 22 settembre 1989), compositore statunitense, tra i più importanti del Novecento, insignito nel 1977 dall’allora Presidente USA Gerald Ford della Medaglia presidenziale della Libertà, per il contributo dato alla musica e alla cultura degli Stati Uniti.
I’m dreaming of a white Christmas, Just like the ones I used to know.
Where the tree tops glisten and children listen, to hear sleigh bells in the snow, oh, the snow…
White Christmas, la canzone più celebre del Pianeta, con 50 milioni di copie vendute, rappresenta il singolo discografico più venduto della storia.
Tutti la cantano nel periodo più magico dell’anno, ma pochi sanno che White Christmas, pensiamo alla versione cantata da Bing Crosby (Premio Oscar 1943 alla Migliore canzone, presente nel film musicale La taverna dell’allegria con Fred Astaire, regia di Mark Sandrick), è stata scritta da un uomo che era nato negli ultimi anni dell’Ottocento in un Paese freddissimo, e che quindi di neve se ne intendeva.
I camerieri cantanti erano le star della zona, giovani uomini con le tasche piene di monete sonanti.
Irving Berlin (il compositore aveva cambiato il proprio nome nel 1907), il protagonista di questo romanzo appassionante e musicale, che anticipa le meravigliose sensazioni e aspettative natalizie, che - inutile negarlo - grandi e piccini hanno nei loro cuori, era nato in un paese dell’odierna Bielorussa, allora facente parte dell’Impero Russo.
Suo padre Moiseev Bejlin e sua madre Lena Lipkin emigrarono negli Stati Uniti nel 1893 stabilendosi a New York. La famiglia anglicizzò il cognome da Bejlin a Baline per mantenere la stessa pronuncia originaria in inglese. La morte del padre costrinse Izzy, ancora bambino, a fare vari lavori tra cui vendere giornali o esibirsi come artista di strada per poter contribuire al sostentamento della famiglia. Irving si era avvicinato alla musica da autodidatta, ambiva fare il cameriere cantante e neanche nei suoi sogni più sfrenati avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe diventato il re di Broadway, firmando più di 1500 brani.
“Posso presentarti Irving Berlin?”
Il romanzo racconta il dietro le quinte della nascita di “White Christmas” e la grande storia d’amore che legò Irving Berlin alla sua seconda moglie Ellin MacKay, ricca ereditiera, una delle donne più corteggiate di New York, sposata nel 1926. Un’unione contrastata dalla famiglia di lei, figlia di un magnate delle telecomunicazioni, più giovane del futuro sposo, figlio di poveri immigrati russi, lui aveva trentasette anni, lei ventidue. Diverso il credo religioso: ebreo Inving, cattolica Ellin. Addirittura, il padre della sposa, di origine irlandese, mentre la madre apparteneva alla nobiltà britannica, contrario al matrimonio, arrivò a diseredare la figlia. Berlin, in tutta risposta, assegnò alla moglie i diritti d’autore della canzone Always, uno dei suoi pezzi più eseguiti.
Quattro figli e oltre sessant’anni di matrimonio, un’unione piena di amore e solidissima che si interruppe solo con la morte di Ellin nel 1988. Non è un caso che Irving Berlin morì l’anno dopo, a 101 anni.
“Mai prima di allora Irving le aveva toccato così tanto il cuore”.
Una canzone sulle labbra
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