Venus Drive di Sam Lipsyte

Venus Drive è la prima raccolta di racconti di Sam Lipsyte. Ho letto questa prima raccolta dopo aver letto l’ultima che ha pubblicato (La parte divertente) ed essere rimasto piacevolmente colpito dalla capacità descrittiva, dall’umorismo dark, dai racconti un po’ surreali ma decisamente ancorati nella realtà quotidiana.

Con Venus Drive, noto con piacere, almeno secondo il mio modo di vedere le cose, che lo stile non è cambiato nel corso degli anni e che l’autore ha mantenuto quelle originalità e ironia che lo hanno contraddistinto in questa prima raccolta.

I personaggi sono sempre dei perdenti, o meglio dei non-realizzati, sconfitti dalla società e da se stessi e che precipitano in uno stato di disperazione da cui non riescono a venirne fuori. In genere si tratta di disadattati, di drogati, di persone con problemi relazionali dovuti o meno a problemi avuti durante l’infanzia.

Lì ho imparato un bel po’ di cose sulle quali ho potuto contare in seguito, quando ho sprecato la mia giovinezza. E quello che ho imparato quando ho sprecato la mia giovinezza è stato fondamentale per evolvermi in un uomo fuorviato.

Spesso siamo di fronte semplicemente a persone grasse che la comunità aggredisce e sottovaluta. L’aspetto fisico, il credo religioso, quello politico, di pensiero, sono tutti potenziali elementi di emarginazione. Non di meno le esperienze personali entrano prepotentemente nei racconti: in molti ci sono riferimenti all’ambiente musicale, a ragazzi che sognavano di diventare delle rockstar ma che si schiantavano con la realtà della vita.
C’è questo nei racconti di uno “spietato” Sam Lipsyte che, come dice bene Jonathan Ames, è molto bravo a scrivere delle storie che ti fanno sentire, subito dopo averle lette, come se fossi stato preso a cazzotti.

Mi piace quando i racconti mi prendono a cazzotti in faccia; e i racconti di Lipsyte fanno proprio questo.

Siamo quindi di fronte a persone normali che hanno idee, pensano di poter sfondare, ma intanto la vita passa e va a rotoli. Sono persone che non prendono decisioni e se ne stanno ad aspettare gli eventi sperando che tutto si metta a posto da solo, ma questo non succede quasi mai e forse (alla fine si potrebbe concludere proprio questo) occorrerebbe fare una volta tanto quella cosa che non va fatta, perché altrimenti devi sempre tenere qualcosa fra te stesso e la verità di te stesso.