Vita, morte e miracoli
- Autore: Roberto Mandracchia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2014
“Vita, morte e miracoli" di Roberto Mandracchia (Baldini&Castoldi, 2014): un non luogo metafora di
“una società senza speranza e senza eroi, dove i cittadini sono pronti a vendersi e a credere in qualsiasi cosa”.
In un piccolo paese fatiscente dove persino l’edificio del Comune ha “le spaccature nell’intonaco, l’edera che infestava, i balconi mezzi crollati e i cornicioni incrostati di merda di colombo torraiolo” vive Canio Calicchia, la cui famiglia si tramanda da generazioni il ginocchio valgo e il lavoro di custode al cimitero (che ha la scandalosa forma dei genitali femminili). La piccola comunità di Retolo, così si chiama il paesino, ruota intorno alla chiesa dell’Ardente Cuore e dei tre parroci, ed è composta per lo più da vedove, anziani, orfani, disoccupati, povera gente, su cui si distingue, per ruolo sociale ed economico, il ragioniere Rampulli, il maresciallo Ciappuoti, il professor Taccari, il dottor Morvi, il farmacista Chiosa, il sindaco Tummino e a un certo punto della storia Nunziatella Levo, la mistica, e suo cugino Faccincani, imprenditore truffaldino.
Canio, l’io narrante, trentaquattrenne ipocondriaco, stanco fisicamente e psicologicamente di una piatta vita bloccata nel trantran quotidiano, ci presenta quest’umanità variegata e assai strana, come l’ex sindaco del paese che vaga alcolizzato seguito da cani randagi o il marito pazzo di Tiziana, che prende a martellate tutti i presunti amanti della moglie. Le cose iniziano a cambiare in paese quando inizia a girare la voce che Nunziatella Levo, una vecchietta che da sempre bada alla sua terra e alle sue galline, parla con Gesù, la Madonna e con le anime del Purgatorio che si rivelano durante le Unioni di Preghiera. Le apparizioni e i poteri mistici di Nunziatella sono divulgati dal quarto canale della televisione e dal quotidiano locale e così in paese arrivano i primi fedeli in pellegrinaggio, che aumentano di giorno in giorno. Inevitabile in paese comincia a girare molto denaro, il proprietario dell’unica pensione smette di lamentarsi, si progetta l’ampliamento di un cimitero dalla forma “vergognosa”, la costruzione di un santuario con un complesso di strutture e servizi; chiaramente a manovrare il tutto è l’imprenditore Faccincani, che di conoscenze altolocate ne ha tante. A tenere le distanze solo il candido Canio, che proprio per questo perde il lavoro ed è relegato in un totale isolamento. In quel paese è sepolto un eroe Errico Pinecasa (“l’amara somma di Errico Malatesta e Carlo Pisacane”)
“un giovane benestante d’idee anarcosocialiste, che aveva studiato da avvocato ed era venuto in paese per convincere i braccianti a ribellarsi alle prepotenze dei loro padroni e occupare le terre”.
Come loro Canio si è fidato di un’idea e l’ha difesa con coerenza contro tutto e tutti. ”Ed è proprio questo che gli altri non ti perdonano”.
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